Napoli-Spal 1-1, Anguissa salva gli azzurri

Un guizzo del centrocampista impatta la precedente rete di Puletto: ne scaturisce il deludente pareggio con cui si chiude il ritiro di Dimaro

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
24 luglio 2023
André Zambo Anguissa (Ansa)

André Zambo Anguissa (Ansa)

Napoli, 24 luglio 2023 - Calcio di luglio non ti conosco: dopo il risultato tennistico inflitto all'Anaune Val di Non, il Napoli incappa in un pallido 1-1 contro la Spal, fresca di una retrocessione in Serie C che si consumava proprio mentre il capoluogo campano era permeato dalla festa più grande e attesa.

Non solo: al netto del peso della partita (quello di scarso rilievo di un'amichevole estiva), paradossalmente i maggiori rimpianti della serata sono appannaggio degli emiliani, che avevano resistito senza particolari affanni agli affondi (per la verità pochi) tentati dagli azzurri nell'arco di un primo tempo in cui Rudi Garcia, che poi perderà per infortunio Mario Rui, aveva ancora lasciato in panchina i big.

L'ingresso in massa degli eroi dello scudetto avviene all'alba della ripresa e, manco a dirlo, la musica pare cambiare subito, con Osimhen che trama con Kvaratskhelia prima che quest'ultimo centri la traversa. Sembra il preludio a un monologo partenopeo e invece la rete la trova Puletto, uno dei tanti giovanissimi in forza a una Spal che ha scelto l'arma dei virgulti per provare a riemergere dalle ceneri: il tutto senza dimenticare il caos che sta agitando le acque in Serie B, con la società estense che sogna il clamoroso ripescaggio.

La questione non riguarda il Napoli, che riesce a evitare la sconfitta grazie ad Anguissa, l'autore del definitivo 1-1 che ovviamente non fa felice il pubblico di Dimaro, già alle prese con un autentico nubifragio.

In attesa del prossimo test, quello di sabato 29 luglio contro l'Hatayspor nella cornice di Castel di Sangro, gli azzurri salutano il primo ritiro estivo con qualche inevitabile retropensiero. Si comincia da un mercato da sbloccare al più presto, con l'erede di Kim Min-Jae da trovare il prima possibile e sempre con la speranza che sia all'altezza del suo predecessore e si arriva a una certezza che esula dal contesto del calcio della bella stagione: al cospetto della squadra campione d'Italia qualsiasi avversario darà qualcosa in più. E' questa l'altra faccia della vittoria: dopo gli onori arrivano gli oneri, ma per il momento si tratta di oneri che non destano ancora preoccupazioni.

Primo tempo

Garcia stavolta ha a disposizione i big, di cui però molti partono dalla panchina. L'inizio della partita è nel segno di ritmi piuttosto compassati: non a caso la prima occasione solo al 14', quando Elmas e Mario Rui prima che quest'ultimo scocchi un cross basso che arma il mancino al volo di Politano che termina di poco alto. Al 19' si fa vedere invece Folorunsho, che riceve da Simeone e scarica un destro potente ma leggermente impreciso. Il Cholito si mette in proprio al 23' dopo aver ricevuto la sfera da uno scatenato Zanoli: Alfonso si supera sul diagonale a rimorchio dell'argentino. L'intensità della partita cala per diversi motivi: alcuni fisiologici, come una condizione fisica ancora deficitaria per entrambe le formazioni. Poi in casa Napoli c'è una questione aperta per il centrocampo, il reparto più carente a causa della contemporanea assenza di tutti i big. Non solo: un guaio fisico nella coda del primo tempo frena le velleità di Mario Rui, sostituito da Olivera e in generale degli azzurri, il cui ritmo subisce un altro rallentamento. Prima di far calare il sipario su una prima frazione tutt'altro che spettacolare c'è spazio per un guizzo di Politano, che riceve da Elmas e calcia un mancino al volo: la sfera sfila di poco sul fondo.

Secondo tempo

Garcia lancia un Napoli rivoluzionato e con in campo tutti i big, quelli che avevano saltato il precedente test contro l'Anaune Val di Non. Tra essi c'è Raspadori, il primo ad aprire le danze con una conclusione poco precisa. Non poteva mancare l'ingresso in campo dei due idoli assoluti, che al 54' combinano tra loro e subito sfiorano la rete: Osimhen vince un paio di rimpalli in area e poi serve a rimorchio Kvaratskhelia, che colpisce in pieno la traversa. Poco dopo il georgiano sfoggia il suo altruismo apparecchiando per Raspadori, che stoppa e tira mancando di un soffio il bersaglio. Il Napoli nella sua versione migliore, quella praticamente nel segno dei titolarissimi, gioca e mantiene il controllo della palla, ma a trovare la rete è la Spal, che a sorpresa passa in vantaggio al 62': il gol porta la firma di Puletto e scaturisce dagli sviluppi di una punizione battuta dall'altezza della mediana che beffa Meret. L'insperata gioia trovata dagli emiliani ovviamente complica ulteriormente la missione degli azzurri, che si ritrovano a fare i conti con una formazione ancora più chiusa e arroccata in difesa. Nonostante tutte le difficoltà del caso, il Napoli trova il pareggio al 73', quando Zielinski si sposta sulla sinistra e mette in mezzo una palla bassa per Osimhen, che in maniera intelligente fa un velo che l'accorrente Anguissa, che con un piattone al volo firma l'1-1. Gli azzurri ovviamente non sono sazi e provano a completare la rimonta: al 79' Raspadori parte dalla destra e poi si accentra prima di scoccare un mancino che Galeotti respinge nella cornice di quello che è un vero e proprio nubifragio. Dopo un giro di lancette Kvaratskhelia mette in pratica uno scherma da calcio piazzato servendo Olivera, che prova a imitare Anguissa: stavolta però il piattone è troppo alto per impensierire la Spal, che quando possibile non lesina qualche sortita offensiva, come quella di Saiani che frutta un sinistro da fuori che Meret disinnesca senza problemi. E' di fatto l'ultima emozione di un match che di emozioni in effetti ne ha riservate ben poche ai presenti a Dimaro. Il verdetto è quello più comune in questa fase dell'anno: ogni squadra è ancora un cantiere aperto. Anche il Napoli campione d'Italia, che non va oltre il pareggio contro una formazione che milita in Serie C: quasi un paradosso che però tale non è nel calcio di luglio, quello da valutare con le pinze a prescindere dai risultati.

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