Napoli, tutto su Pioli. Ma un'estate fa spopolava Motta, che oggi vede la Champions

In cima alla lista di De Laurentiis sale l'attuale tecnico del Milan, ma un anno fa piaceva l'allenatore di un Bologna che sabato al Maradona potrebbe scrivere la storia

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
9 maggio 2024
Thiago Motta e Stefano Pioli (Ansa)

Thiago Motta e Stefano Pioli (Ansa)

Napoli, 9 maggio 2024 – Nello scorso turno l'incrocio quasi con il proprio destino era stato con Fabio Cannavaro, nei mesi scorsi a più riprese più o meno vicino alla panchina del Napoli: forse più per un proprio desiderio che per volontà di Aurelio De Laurentiis. Il discorso è diametralmente opposto per Thiago Motta, a quanto pare il primo allenatore contattato da patron nel lungo casting della scorsa estate, che sempre a detta del presidente contava almeno una quarantina di unità. Il resto è storia più o meno nota, seppur senza conferme ufficiali almeno dal lato del tecnico italo-brasiliano: un colloquio di sei ore a Roma al termine del quale, secondo l'ADL pensiero, il prescelto non se l'era sentita di sposare la causa azzurra per paura di non potersi avvicinare alle gesta di Luciano Spalletti. La versione di Motta, snocciolata a denti stretti e soltanto in via indiretta, quindi senza riferirsi chiaramente a De Laurentiis, è un po' diversa e tira in ballo la volontà di interfacciarsi in una società con un organigramma chiaro e con gerarchie ben definite e non dipendenti da un solo vertice: la maretta estiva con gli uomini mercato del Bologna a causa di una sessione all'epoca non soddisfacente sembra avvalorare la tesi di Motta, che sabato pomeriggio, insieme alla sua sorprendente squadra, sarà di scena al Maradona per giocarsi il primo match point in ottica Champions League.

Un incrocio anomalo

In caso di vittoria della Roma contro l'Atalanta, neanche un acuto a Fuorigrotta basterà, ma intanto il tecnico italo-brasiliano proverà a dare ulteriore concretezza al sogno suo e di un'intera città in quello che poteva essere il suo stadio. Paradossalmente, il matrimonio tra Motta e il Napoli appariva più in discesa un'estate fa, nonostante il contratto ancora in essere per un altro anno con il Bologna, che oggi che si avvicina una scadenza che rende il futuro molto più nebuloso. A pesare sono diversi fattori. Su tutti il famigerato colloquio già avuto con De Laurentiis che ha partorito una fumata più nera della pece soprattutto dal punto di vista caratteriale. Inoltre, nel frattempo Motta è finito nel mirino di altri top club italiani e stranieri, con Juventus e Milan a guidare la schiera almeno in Serie A: senza considerare l'ipotesi romantica di una permanenza al Bologna, a maggior ragione in caso di effettiva qualificazione a quella Champions League clamorosamente sfumata con largo anticipo invece per il Napoli. Le due squadre si sfideranno sabato e, per una volta, lo faranno a situazioni invertite, con i favori del pronostico che pendono a sorpresa dalla parte dei rossoblù per questioni tecniche e di motivazioni. Guai però a sottovalutare l'orgoglio degli azzurri, al penultimo appuntamento in casa con il tricolore sul petto. E, ancora di più, guai a sottoluvatare l'orgoglio di De Laurentiis, nella sua quasi ventennale avventura da presidente non abituato a raccogliere dinieghi a cuor leggero. Scenario che, a meno di altri colpi di scena, non dovrebbe invece riproporsi con Stefano Pioli, l'obiettivo numero uno per la panchina per la prossima estate.

Avanti per Pioli

Il corteggiamento tra le parti procede a piccoli ma decisi passi sulla scorta di una bozza di contratto biennale più opzione per il terzo anno sulla base di un ingaggio da 3 milioni a stagione: un deciso passo indietro rispetto ai 4,5 milioni attualmente percepiti dal tecnico emiliano dal Milan. Proprio il club rossonero giocherà un ruolo decisivo nell'intera vicenda, potendo coprire l'ammanco tra il Napoli e Pioli con una buonuscita dal valore simile: più o meno proprio 1,5 milioni da negoziare a fine campionato, quando tutto sarà chiaro per tutte le parti in causa. A quel punto il domino che oggi appare solo virtuale assumerà concretezza e una delle prime mosse la farà proprio il Milan, salutando Pioli dopo un'epopea lunga poco meno di un lustro e impreziosita dal tricolore della stagione 2021-2022. Tricolore che, curiosamente, l'anno dopo si sarebbe spostato sul petto del Napoli, in una staffetta che oggi assume contorni ancora più suggestivi. Se questo è il futuro, il presente azzurro parla di un Francesco Calzona che comincia ad ammettere a chiare lettere di essere sempre più preparato a sloggiare a fine stagione per un addio che dovrebbe consumarsi in maniera tacita: come detto dall'attuale allenatore partenopeo, semplicemente finora non sono arrivate alcune comunicazioni sul da farsi e, verrebbe da aggiungere, difficilmente arriveranno nelle settimane a seguire. Insomma, nel suddetto domino la panchina più vuota di tutte è proprio quella del Napoli e ad occuparla non sarà nemmeno stavolta Motta, che sabato si approccerà a Fuorigrotta da avversario e, chissà, magari anche da grande rimpianto di De Laurentiis. In realtà, se le premesse erano davvero quelle lasciate intendere da entrambe le parti in causa, l'impressione è che il matrimonio non avrebbe comunque avuto vita lunga e fruttuosa. E' invece ancora vivo l'interesse per diversi gioiellini rossoblù, con Joshua Zirkzee e Riccardo Calafiori a guidare l'elenco e Lewis Ferguson a chiuderlo mestamente soltanto a causa del grave infortunio occorso al ginocchio. La bottega Bologna, a maggior ragione dopo una stagione del genere, si preannuncia carissima e forse addirittura chiusa, come lasciato intendere dal patron Joey Saputo, pronto a mantenere intatta la propria ossatura in caso di accesso alla prossima Champions League. Tra il dire e il fare, ovviamente, c'è di mezzo un mercato che potrebbe proporre le classiche offerti impossibili da rifiutare. E prima ancora c'è di mezzo il campo, che deve ancora emettere le sue sentenze. Per il Bologna, che sogna la Champions League, e per il Napoli, in ballo tra Europa League e Conference League: in pochi, a inizio stagione, avrebbero scommesso su un'affermazione del genere senza considerare una possibile inversione dei soggetti. Invece il presente è questo, mentre il futuro azzurro comincia ad assumere sempre di più le sembianze di Pioli, che a piccoli passi si avvicina sempre di più al rovente quartier generale di Castel Volturno.

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