Napoli, a Udine per tornare corsari. E quello strano incrocio con Cannavaro
Gli azzurri, quarti per rendimento esterno, lunedì cercheranno il colpaccio in casa dei bianconeri dell'ex campione del mondo, a lungo vicino alla panchina della sua squadra del cuore
Napoli, 2 maggio 2024 – I discorsi sul futuro si fanno sempre più fitti e, con il campionato alle battute conclusive, non potrebbe essere altrimenti: a maggior ragione quando c'è fretta di girare una pagina tutt'altro che memorabile nella storia del club. Eppure, prima di qualsiasi ragionamento c'è un torneo da concludere possibilmente nel miglior modo possibile (o, per meglio dire, limitando i danni per quanto possibile) anche ammiccando a ciò che sarà: qualificare o meno il Napoli a una prossima competizione europea può spostare tanto in termini di equilibri di mercato e ancora di più nella scelta dell'allenatore che subentrerà a un Francesco Calzona ora più che mai nelle vesti di traghettatore. In questi casi, tenere saldo alla propria corte uno spogliatoio tra l'altro preso da altre problematiche, compresa qualche inattesa spaccatura interna, è una missione piuttosto complicata. A peggiorare ulteriormente la situazione, se mai ce ne fosse ancora bisogno, ci si mettono i risultati tutt'altro che esaltanti degli azzurri, che però dovranno pur aggrapparsi a qualcosa pur di dare un senso alle ultime 4 giornate del campionato. Un appiglio in vista del prossimo futuro, che condurrà i partenopei al Bluenergy Stadium di Udine lunedì sera, c'è ed è legato proprio al rendimento in trasferta, forse una delle poche isole felici del Napoli in questa stagione che volge alle battute conclusive.
Il rendimento fuori casa
Certo, l'ultima partita esterna, quella di Empoli, non funge esattamente da manifesto di un ruolino di marcia eccellente lontano da Fuorigrotta, con gli azzurri quarti nella speciale classifica riservata ai corsari: la situazione cambia radicalmente tra le mura amiche, dove i campioni d'Italia in carica veleggiano al ritmo del 14esimo posto. Sommando e mixando due rendimenti così antitetici, viene fuori la graduatoria complessiva che vede il Napoli attualmente al nono posto: dunque, al momento, fuori dalle posizioni buone per qualificarsi a una prossima competizione europea. Eppure, sulla carta basterebbe poco per fare quello scatto buono a risalire la china per cercare almeno il sorpasso alla Fiorentina, oggi appaiata a 50 punti, ma con una partita in meno (quella contro l'Atalanta, ancora senza data) e con lo scontro diretto al Franchi in programma nella penultima giornata. Paradossalmente, proprio il fatto che quello che sarà forse l'ultimo match clou della magra stagione del Napoli si disputerà lontano da Fuorigrotta può far sorridere Calzona, che prima avrà ben altre problematiche da risolvere. Si parte, in generale, dalla ricerca di una vittoria che manca quasi da un mese: per la precisione dal 7 aprile, giorno del successo contro il Monza. Anzi, in casa del Monza, tanto per rimarcare ulteriormente il trend positivo del Napoli da corsaro. Eppure, neanche quel pomeriggio cominciò nel migliore dei modi, con l'ennesima contestazione messa in piedi dalla fetta più calda del tifo partenopeo: contestazione che, via via, si sarebbe allargata a macchia d'olio praticamente quasi all'intera piazza, involontariamente quasi provocata dall'imminente uscita del film celebrativo dello scudetto.
Lo strano incrocio con Cannavaro
Quel giorno si sfidavano due squadre, per motivi diverse, quasi 'spensierate': il Monza praticamente già all'epoca lontano dai sogni europei e il Napoli con quasi più nulla da perdere. La musica cambierà lunedì sera, quando gli azzurri si troveranno di fronte una formazione acciaccata nello spirito e nel corpo ma comunque affamata di punti per andare a caccia di una salvezza che si è complicata giornata dopo giornata. L'ultimo appiglio al quale proveranno ad aggrapparsi i friulani si chiama Fabio Cannavaro, un nome non nuovo dalle parti di Fuorigrotta, suo quartiere natio: i primi feedback forniti dal capitano della Nazionale del 2006 parla di una ventina di minuti incoraggianti contro la Roma, al netto della beffa finale frutto di una difesa praticamente in panico, e della buona partita in trincea a Bologna, con tanto di primo punto portato in carniere dalla nuova gestione e non senza rimpianti per la lunga superiorità numerica e soprattutto per la clamorosa doppia chance maturata nel recupero. Eppure, nonostante un ritrovato leggero ottimismo, la situazione dell'Udinese resta critica, con il terzultimo posto occupato a -2 dalla zona salvezza, oggi deliminata da quell'Empoli che, in caso di permanenza in Serie A, dovrà 'ringraziare' l'incredibile bottino pieno raccolto contro il Napoli. Per tentare la risalita i bianconeri dovranno andare a caccia di un'impresa simile, perché l'impressione è che ad oggi neanche i pareggi, seppur di lusso come quello del Dell'Ara, possano essere sufficienti per mantenere viva la striscia di permanenza nella massima categoria partita nella stagione 1995-1996, praticamente una delle più lunghe in corso. Parlando di strisce, il Napoli vorrà invece difendere la sua, quella legata alle presenze in competizioni europee avviata nel 2010 e da allora senza battute di arresto neanche a fronte delle annate più pallide. Curiosamente, tutto potrebbe finire all'indomani della stagione più brillante, quella dello scudetto, con un vecchio cuore azzurro (seppur con una lunghissima militanza nell'acerrima rivale Juventus) come Cannavaro a infliggere un altro pesante colpo alle velleità continentali. Eppure, proprio Cannavaro avrebbe potuto vivere questa sfida cruciale per entrambi le contendenti accomodato sulla panchina opposta, che poi sarebbe stata quella a lui più congeniale proprio per le sue origini. Invece niente da fare nonostante un corteggiamento anche piuttosto spudorato dell'ex difensore, nei mesi scorsi avvistato più volte nelle tribune del Maradona e anche a strettissimo contatto con Aurelio De Laurentiis al punto da aver fatto presagire un imminente matrimonio sportivo. In realtà, per qualche giorno il nome di Cannavaro sulla lista del patron c'era stato, forse addirittura nei primissimi posti, ma poi la virata, anzi, le virate stagionali erano andate su altri obiettivi: sull'usato sicuro, aperto da Walter Mazzarri. Poi è toccato a Calzona, con i risultati agrodolci sotto gli occhi di tutti. Eppure, il tecnico calabrese, prima di congedarsi dall'ingrato compito di traghettatore, proverà a salvare il salvabile facendo leva su uno dei pochi punti forti del Napoli in stagione: il rendimento esterno, con buona pace di un Cannavaro affamato di punti come la sua Udinese.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su