Napoli, tutto pronto per la rivoluzione: chi resta e chi parte

Da Osimhen a Kvaratskhelia, passando per Di Lorenzo, Lobotka e Meret: sono tanti i nodi da sciogliere in vista del prossimo mercato estivo

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
1 maggio 2024
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 1 maggio 2024 – Far partire una rivoluzione senza conoscere ancora determinate variabili, come la partecipazione a una competizione europea o, peggio ancora, il nome del prossimo allenatore e quello del futuro direttore sportivo, che però, nella persona di Giovanni Manna, lavora già nell'ombra, può apparire piuttosto azzardato, ma in casa Napoli, paradossalmente, proprio in un clima del genere esistono già delle certezze. Parlare di tabula rasa è ovviamente inesatto. Proprio la recente partita contro la Roma ha messo in evidenza qualcosa che, in fondo, si sapeva già: gli azzurri non saranno lo squadrone di un anno fa, nonostante di fatto la rosa sia rimasta quasi immutata, ma qualche base dalla quale ripartire esiste. Si accennava al roster: parlando dei soli titolari, l'unica novità rispetto alla formazione che avrebbe vinto lo scudetto riguarda l'assenza di Kim Min-Jae, che a sua volta al Bayern Monaco non sta mantenendo gli standard ammirati all'ombra del Vesuvio, come si è evinto nella recente disastrosa prestazione in Champions League contro il Real Madrid. Proprio l'involuzione del sudcoreano, uno che aveva lasciato la nave Napoli molto prima che cominciasse a imbarcare acqua da tutte le parti, riporta in auge quel dibattito vecchio ormai di mesi che riguarda il vero volto degli azzurri: quello di quest'anno, quando all'apparenza non riesce niente, o quello della scorsa stagione, quando invece tutto filava liscio fino a far parlare di overperformance collettiva e dei singoli? Il quesito non è più soltanto inquisitorio e quasi masochistico, oltre ad ammiccare all'effetto nostalgia, bensì riguarda anche il futuro, che a sua volta sta innescando altri punti interrogativi da sciogliere al più presto: da chi dovrà ripartire il Napoli che sarà?  

Chi resta

  Fino a qualche giorno fa la risposta sarebbe stata quasi totalmente disfattista, invece i recenti sviluppi, in campo e soprattutto fuori, stanno dipingendo una rivoluzione forse meno capillare di quella preventivata. Dal novero dei giocatori in partenza escono con forza Khvicha Kvaratskhelia e Giovanni Di Lorenzo: il primo perché, finalmente, dopo un'attesa lunga e spasmodica, è vicino a rinnovare il suo contratto, che dovrebbe essere prolungato di 3 anni (con opzione per un'ulteriore stagione), dietro pagamento di uno stipendio da 3 milioni di parte fissa più bonus, mentre per il secondo, nonostante qualche attrito con la piazza (e con parte dello spogliatoio) e le sirene della Premier League, a pesare sarà il ruolo di veterano e di pilastro, un ingrediente necessario a maggior ragione all'alba di un nuovo ciclo. Restando al reparto arretrato, c'è aria di permanenza anche per Amir Rrahmani, così come per Mario Rui: a spostare gli equilibri in entrambi i casi sono due contratti rinnovati praticamente soltanto nei mesi scorsi. Dopo una lunga turbolenza e altrettanta incertezza, va invece delineandosi un lieto fine per Alex Meret, formalmente blindato dal Napoli con il prolungamento scattato in automatico di recente grazie alle presenze raccolte in stagione in campo: naturalmente, da qui a mettere la mano sul fuoco sulla permanenza del friulano ce ne passa, con gran parte delle valutazioni che sarà fatta dal prossimo allenatore. Discorso analogo per Mathias Olivera, non totalmente blindato così come Stanislav Lobotka e Jesper Lindstrom, seppure questi ultimi due siano alle prese con scenari di mercato opposti: per lo slovacco, così come per André-Frank Zambo Anguissa, eventuali offerte verrano prese in considerazione a causa di un'età non più verdissima, mentre intorno al danese, reduce da una stagione da flop totale, tutto tace e quindi la permanenza, con l'obiettivo riscatto nel mirino, sembra obbligata. A meno di clamorosi colpi di scena, dettati magari dalla cosiddetta offerta irrinunciabile, continueranno a vestire l'azzurro anche Matteo Politano, Jens Cajuste e Cyril Ngonge, così come Giacomo Raspadori, che però chiede garanzie in termini di minutaggio in campo: la palla, anche in questo caso, passerà al tecnico del futuro, che metterà o toglierà il classe 2000 dal mercato.

Chi parte

  E' invece al capolinea l'avventura nel capoluogo campano di Pierluigi Gollini, che dovrebbe tornare all'Atalanta senza passare dal riscatto: il ruolo di vice dei pali del Maradona dovrebbe andare a Elia Caprile, che intanto, restando in tema di prestiti, a Empoli ha fornito ottimi feedback. Sono al passo di addio anche Leo Ostigard e Juan Jesus: il primo ha rivestito l'ingrato ruolo di oggetto misterioso anche nell'anno di grazia dello scudetto, mentre il secondo, oltre a essersi reso protagonista di diversi svarioni difensivi, sembra anche in rotta con la parte dello spogliatoio sotto l'ala di capitan Di Lorenzo. Non esattamente dettagli. Altri comprimari come Pasquale Mazzocchi e Natan restano in bilico: ad oggi, paradossalmente, il primo ha più chance di continuare a vestire l'azzurro, sempre più sbiadito per il secondo, diventato suo malgrado l'emblema del mercato fallimentare di un'estate fa. Saluteranno Castel Volturno per fine contratto Piotr Zielinski e Diego Demme, con il secondo curiosamente già 'in vacanza' da gennaio, da quando cioè il club partenopeo non l'ha inserito in alcuna lista. Sono praticamente già alla porta Leander Dendoncker e Hamed Junior Traorè: il primo, in azzurro, non si è quasi mai visto, mentre il secondo paga il riscatto molto alto fissato dal Bournemouth e le scarse garanzie fornite sul piano fisico. Con ogni probabilità è arrivato a fine ciclo anche Giovanni Simeone, che reclama spazio, mentre la questione legata al futuro di Victor Osimhen è la più complessa e, paradossalmente, anche la più semplice. L'addio del nigeriano, infatti, può sbloccarsi in automatico grazie a una clausola rescissoria: il problema, ammesso che esista, riguarda la portata della stessa, per una cifra compresa tra 120 e 130 milioni. Se nessun top team si spaventerà, con il Paris Saint-Germain in pole position, sarà proprio la cifra monstre immessa nelle casse del club partenopeo, in mancanza della Champions League, ad alimentare un mercato tutt'altro che banale: il credito per lo scudetto è ormai finito e nessuna mossa potrà essere più sbagliata. Pena il rischio di 'buttare' un'altra stagione.

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