Napoli, Raspadori l'uomo della provvidenza. Ma con l'ombra del mercato
Ancora una volta l'ex Sassuolo si conferma decisivo a partita in corso, stavolta battendo il Venezia. Ma a gennaio non è escluso un suo inserimento come pedina di scambio con Juve o Roma
Napoli, 30 dicembre 2024 – Anche il Napoli ha il suo 'Signor Wolf': proprio come il personaggio del celebre film 'Pulp fiction', a regia di Quentin Tarantino, Giacomo Raspadori risolve problemi e lo fa spesso a dispetto dei pochissimi minuti concessi sul rettangolo verde. Era successo a più riprese nella stagione dello scudetto, al punto da entrare di diritto negli highlights dei momenti salienti, ed è successo ieri contro il Venezia, match più complicato del previsto per gli azzurri nonostante i saggi avvertimenti della vigilia in conferenza stampa da parte di Antonio Conte, a sua volta allertato da quanto visto contro Inter e Juventus. In effetti, i lagunari anche al Maradona si presentano con l'abito più insidioso, quello che può diventare una trappola per la grande di turno. Se poi Filip Stankovic decide di indossare il mantello del supereroe e parare tutto ciò che arriva dalle sue parti, soprattutto a firma di Romelu Lukaku, allora l'operazione vittoria si fa ancora più complicata. Almeno fino all'ingresso in campo del jolly Raspadori, che con un colpo da tre punti lancia il Napoli in vetta dalla classifica insieme all'Atalanta: un ottimo modo per chiudere un 2024 nettamente spaccato in due per la squadra intera e per gran parte dei suoi protagonisti.
L'uomo della provvidenza
Impossibile dimenticare la disastrosa prima parte, quella vissuta con il tricolore cucito sul petto ma conclusa a un modestissimo decimo posto. Poi sulla panchina di Fuorigrotta è arrivato Conte e tutto è cambiato: gli eroi dello scudetto sono rinati e i nuovi arrivi dal mercato, pagati in tutto la bellezza di 150 milioni, hanno più o meno tutti apposto il proprio mattoncino alla causa, seppur con tempi, ritmi e velocità diversi. Una costante tra queste due ere geologiche, così vicine ma anche così lontane, c'è ed è Raspadori, riserva praticamente fin dal suo approdo nel capoluogo campano. Certo, complici le momentanee assenze dei titolari di turno o qualche esperimento tattico varato di tanto in tanto, ci sono stati frangenti nei quali il classe 2000 sembrava in rampa di lancio per un qualcosa di più. Invece no: ogni volta qualcuno, da fuori o già presente a Castel Volturno, rubava la scena all'ex golden boy del calcio italiano, che come gran parte dei giocatori insigniti di questa etichetta prima viene proiettato in alto e poi fatto atterrare senza paracadute. Succede così che mentre a qualche titolare viene perdonata più di una stecca, per Raspadori ogni presunto flop diventa un esame fallito, da punire con un altro giro bello lungo in panchina. Lo stesso Raspadori che però, quando entra in campo, sa essere più decisivo di chi magari sul rettangolo verde vi era entrato da titolare. In economica si parlerebbe di rapporto tra tempo e resa: approfondendo i dati di questa stagione, in 501' trascorsi in campo e spalmati in 12 presenze, il nativo di Bentivoglio ha firmato 1 assist e, appunto, 1 gol, quello di ieri dal peso specifico enorme. Nonostante un pizzico di sfortuna, soprattutto quando di mezzo c'era Lukaku, in molti hanno già etichettato quella sul Venezia la classica vittoria 'alla Conte': di misura, costruita nella ripresa e senza strafare a livello di gioco e sublimata da qualche mossa intelligente dalla panchina. Sarà così o forse no: fatto sta che il Napoli vince ancora e sale a 41 punti, agganciando l'Atalanta al primo posto (al netto delle partite in meno delle rivali, Inter in primis) e regalandosi una chiusura di 2024 con il botto tutt'altro che scontata, se si pensa a com'erano cominciati l'anno e anche questa stagione.
Pedina di scambio a gennaio?
Insomma, l'uomo della provvidenza Raspadori ancora una volta fa il suo dovere, confermandosi un fattore letale a partita in corso: un ruolo che nel calcio, specialmente qualora per una volta l'ingranaggio si blocchi, sa essere anche molto ingrato. Da qui la voglia del diretto interessato, esplicitata qualche settimana fa ai microfoni dei canali ufficiali della Nazionale, di cominciare a non accontentarsi più delle cosiddette briciole, andando a caccia quindi di un ruolo più congeniale a un giocatore talentuoso, giovane ma non più giovanissimo. Lo stesso Napoli, forse su indicazione dello stesso Conte, l'uomo che da giugno ha preso le redini in mano del quartier generale di Castel Volturno, sembra non considerare più l'ex Sassuolo un elemento inamovibile del progetto, preferendo vederlo come un'utilissima pedina di scambio. In effetti, lo scenario che sembrava profilarsi addirittura già per questa sessione di gennaio era proprio questo: Raspadori inserito in una trattativa per ammortizzare i costi. Le ipotesi di destinazione sul tavolo al momento sono, o forse erano, due: la Juventus per arrivare a Danilo o la Roma per regalarsi Lorenzo Pellegrini. Nel calcio però, si sa, tutto cambia alla velocità di luce e succede così che una rete possa ribaltare uno scenario che pareva già scritto. Mettere alla porta così l'uomo della provvidenza, capace di spezzare l'incantesimo di una partita dominata ma stregata (25 tiri, rigore compreso, contro 4, possesso palla al 67%, 75% nel solo primo tempo, 35 cross e 14 corner), potrebbe essere una di quelle mosse che, almeno a sentire le paure di Conte, potrebbe indebolire la squadra a gennaio. Con il rischio, beffa nella beffa, addirittura di rinforzare qualche diretta concorrente. Con il passare del tempo, forse anche al di là della rete di ieri, l'impressione è che l'unico elemento davvero in predicato di lasciare il capoluogo campano a metà stagione sia Cyril Ngonge, che a ben vedere già quest'estate è stato a un passo dallo svestire la maglia azzurra. Per gli altri le questioni eventualmente irrisolte o pendenti saranno rinviate a fine stagione, con la consapevolezza che intanto tutto potrebbe cambiare, in un senso o nell'altro. Specialmente quando di mezzo c'è Raspadori, l'uomo della provvidenza.
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