Napoli, Stellini: "Con Conte si sta bene, ma mai comodi"

Il vice parla del rapporto con il tecnico azzurro: "Con lui bisogna sempre farsi trovare pronti e lavorare sodo. Chi dei nostri può allenare in futuro? Direi Di Lorenzo, Simeone e Zerbin"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
9 gennaio 2025
Cristian Stellini insieme al tecnico Antonio Conte

Cristian Stellini insieme al tecnico Antonio Conte

Napoli, 9 gennaio 2025 – Nella sua esperienza al Napoli lo si è visto per la prima volta davanti a microfoni e taccuini dopo il successo in casa della Fiorentina, e non per motivi belli: la notizia della scomparsa del piccolo Daniele aveva gettato tutto il mondo partenopeo (e non solo) nello sconforto, soprattutto Antonio Conte, che aveva deciso di non presentarsi ai consueti impegni post partita. Eppure, nonostante le poche apparizioni mediatiche, il legame tra il tecnico salentino e Cristian Stellini è di lunga data e proprio il diretto interessato ne ha parlato nel pomeriggio ai microfoni di Radio Crc.

Le dichiarazioni di Stellini

"Stiamo lavorativamente insieme da 15 anni e con lui si sta molto bene, ma mai comodi. Bisogna sempre farsi trovare pronti, lavorare sodo e avere grande rispetto per tutti e quest'ultimo è l'aspetto principale che tendo a guardare". Questo è l'incipit della chiacchierata di Stellini, che parla poi di come il ruolo del vice sia cambiato negli ultimi anni. "E' una figura che si è evoluta molto. Io ho smesso di giocare nel 2010 e da quel momento gli staff sono cambiati molto: sono più numerosi e ogni componente ha una sua funzione specifica. Il vice è diventato una figura tramite tra l'allenatore e appunto il resto dello staff. Lo stesso mister oggi ha più cose a cui pensare, tra cui anche gli aspetti mediatici, e quindi spende più energie rispetto al passato, quando il suo entourage era molto più ristretto e le mansioni dell'allenatore molto più ridotte. Io, per esempio, con Conte ho iniziato proprio come collaboratore tecnico e analizzare le nostre partite e gli allenamenti è tuttora l'aspetto che mi è più caro e sul quale mi concentro di più". La chiacchierata si sposta proprio sulla preparazione delle gare da parte del tandem Conte-Stellini. "In ogni sessione c'è una parte alla quale il mister è molto legato, relativa alla tattica e alle esercitazioni che lui ama seguire. Oggi altre fasi sono curate dai collaboratori, quindi noi dobbiamo inserirci, sapendo appunto che lui ha una parte tutta sua che è il punto centrale dell'intero allenamento. Facciamo meeting e ci confrontiamo sul da farsi e per coordinarci meglio e - continua Stellini - più ci si avvicina alla gara e più il mister entra in gioco in modo determinante, perché lui è la chiave di tutto". In effetti, fin dalle prime partite del suo Napoli si è evinto quanto Conte sia un fattore per una squadra che, non a caso, spesso accelera nella ripresa. Già, ma chi in questo Napoli potrebbe un domani ripercorrere le orme del tecnico salentino, a maggior ragione ora che sta inconsapevolmente facendo questo apprendistato al suo servizio? La risposta multipla di Stellini, tra certezze lampanti e qualche sorpresa, emette vari verdetti. "I giocatori che abbiamo avuto in passato e che poi sono davvero diventati allenatori sono quelli che hanno manifestato più interessein ciò che facevamo, ad esempio facendo domande o prendendo appunti. Oggi questa tipologia di giocatori è in netta ascesa, perché il calcio è cambiato e loro stessi sono desiderosi di apprendere qualcosa di più di questi cambiamenti. Nel Napoli, Giovanni Di Lorenzo è un ragazzo che conosce il calcio e che è molto interessato a farlo sempre di più. Giovanni Simeone, invece, è attento alle dinamiche del gioco e non solo a quelle relativa alla fase offensiva, che ovviamente lo riguarda da vicino. Per intelligenza e capacità di comunicare, secondo me anche Alessio Zerbin un giorno potrà diventare un allenatore".

Le dichiarazioni di Conte jr

Non solo Antonio: parlando della famiglia Conte e dello staff del Napoli, tra le figure professionali emerge anche Gianluca, il fratello minore del tecnico, nonché capo match analyst, intervenuto a sua volta ai microfoni di Radio Crc in questo pomeriggio tutto dedicato all'approfondimento dei retroscena e di maestranze sulla carta più in ombra e sottovalutate. "La match analysis è molto importante per studiare un avversario e per trovare le strategie giuste per metterlo in difficoltà. Viene suddivisa in due parti: match studio e team studio. Il primo riguarda il post match, e quindi vengono analizzati pregi e difetti della partita disputata, mentre il secondo attiene allo studio del prossimo avversario, con un focus sulle fase di possesso e non possesso". Conte junior spiega più nel dettaglio le mansioni sue e del suo entourage. "Facciamo anche un'analisi dei singoli avversari e così ogni giocatore è preparato ad affrontare un singolo avversario. Il calcio moderno è fatto di tanti duelli individuali e quindi proviamo a predisporre ogni giocatore a conoscere pregi e difetti di chi ha di fronte. Per questo questo, ci basiamo su analisi specifiche e video di alta qualità in modo che ogni giocatore sa a cosa andrà incontro durante la partita, anche sul fronte individuale. Non trascuriamo nulla e grazie ad analisti come Giuseppe Maiuri ed Ettore Prota lavoriamo ancora meglio, cercando di trovare le giuste strategie per mettere in difficoltà gli avversari senza trascurare nulla per avvicinarci all'eccellenza che chiede il mister. A lui forniamo quante più informazioni possibili, a maggior ragione qualora fosse richiesto qualche approfondimento con video o analisi sugli avversari. Tutto lo staff predispone la preparazione alla gara nei minimi dettagli per cercare di entrare anche nella testa dell'altra squadra, studiandone le eventuali contromosse per non farsi trovare impreparati". Infine, un consiglio da parte di Conte junior a chiunque voglia intraprendere questa strada affascinante ma sicuramente complessa. "Bisogna avere tanta passione per questa professione. Io sono ancora allenatore Uefa Pro e quindi lavoro anche in campo e so che la match analysis richiede tanto tempo e impegno, perché bisogna stare a stretto contatto con l'allenatore per procurargli le immagini giuste e i video giusti. All'apparenza sembra semplice, ma non lo è, ed è importantissima l'esperienza che si accumula nel tempo".

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