Ciclismo, la delusione di Bennati dopo Europei e Mondiali: "Vedremo se continuare"

Dopo i flop nelle due rassegne il ct non ha nascosto l'amarezza, aprendo vari scenari per un movimento sempre più in crisi

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
2 ottobre 2024
Daniele Bennati (Ansa)

Daniele Bennati (Ansa)

Roma, 2 ottobre 2024 - Semplici parole a caldo frutto della fresca delusione o qualcosa di più, che possa aprire scenari diversi e per certi versi impronosticabili fino a poche settimane fa? La pessima prova ai Mondiali di Zurigo 2024, preceduta a sua volta dal pasticcio tattico agli Europei in Limburgo 2024 che aveva vanificando la giornata di lavoro al servizio di Jonathan Milan, spianando la strada alla beffa firmata Tim Merlier, ha lasciato pesanti scorie in casa Italia e in particolare nel ct Daniele Bennati, che con un post sulla propria pagina Instagram non ha nascosto un'amarezza che sembra il preludio di un terremoto.

Lo sfogo di Bennati

Ancora prima, a caldo, ci erano state queste parole durissime. "Quando le gambe non ci sono, il risultato è questo. Mi aspettavo di più, ovvio. Mi aspettavo che facessimo una gara più dignitosa. Non avevo consigliato a nessuno di andare dietro a Tadej Pogacar, che è di un altro pianeta. Volevo semplicemente che fossimo protagonisti a prescindere dal risultato. Se mi piacerebbe continuare? Vedremo se ci saranno le condizioni per farlo". Poi la rettifica, anzi, l'aggiunta: Bennati rincara la dose sulle sue pagine social, a testimonianza di un malcontento addirittura cresciuto a mente fredda. "Domenica, oltre alle gambe, è sicuramente mancata una bella dose di rabbia agonistica e di questo mi sento in dovere di chiedere scusa, anche a nome di tutta la squadra, ai tanti sportivi italiani arrivati a Zurigo per sostenerci con il loro calore e a chi ha fatto lo stesso davanti alla tv". In effetti, sul tracciato elvetico le bandiere tricolori erano numerosissime a caccia dei propri beniamini. Una caccia vana: a parte l'inserimento in fuga di Mattia Cattaneo e uno scatto di Andrea Bagioli, forse anche errato tatticamente (come sottolineato da Bennati, oggi seguire Pogacar è quasi un suicidio sportivo), il miglior azzurro al traguardo è stato Giulio Ciccone, 25esimo con un ritardo di 6'36''. L'altro capitano designato, Antonio Tiberi, ha invece concluso la sua prova iridata al 69esimo posto, con un gap di 17'39'': dietro ai suoi stessi gregari, quasi a voler sigillare il peggior risultato dell'Italia a un Mondiale dal 1950, quando addirittura nessun azzurro arrivò al traguardo.

I possibili scenari futuri

E ora? Seppur con qualche rincuorante segnale che arriva dalle categorie giovanili, il movimento ancora una volta deve riemergere dalle proprie ceneri. Come e con chi lo si vedrà più avanti: lo stesso Bennati, a caldo, avrebbe pensato alle dimissioni prima di prendersi del tempo. Tempo che fisiologicamente stringe, perché il 31 dicembre scadranno i mandati dei tecnici e a gennaio ci saranno le elezioni federali, con le candidature già annuciate del presidente in carica Cordiano Dagnoni e di Silvio Martinello. In attesa di capire cosa ne sarà del ruolo di ct e delle altre figure cardini del movimento, una casella da riempire c'è già: a livello femminile, il quasi ex ct Paolo Sangalli ha già preso la via della Lidl-Trek, dove sarà uno dei direttori sportivi.

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