Ciclismo, Milan: "Punto a Milano-Sanremo, Gend-Wevelgem e Parigi-Roubaix"
Ai microfoni di Eurosport, il friulano parla dei suoi piani futuri: "Vorrei provare anche a vincere il Giro delle Fiandre, ma mi servirà prima fare esperienza"
Roma, 24 dicembre 2024 - Il ciclismo maschile italiano non sta attraversando la sua fase più rigogliosa, ma qualche segnale di rinascita comincia a intravedersi. Se per i Grandi Giri le speranze sono riposte principalmente in Antonio Tiberi, l'uomo designato alla caccia alle tappe e delle corse di un giorno è Jonathan Milan, intervenuto ai microfoni di Eurosport.
Le dichiarazioni di Milan
Il friulano ha in primis parlato della competizione interna con il fratello maggiore. "Inizialmente lui era più veloce di me. Poi ho trovato il modo di batterlo, affinando la tecnica che mi porto dietro ancora oggi per le volate. Comunque erano anni belli, perché ero inconsapevole di quello che stavo facendo e pensavo solo a divertirmi". All'epoca, e non si direbbe guardandolo oggi, il fisico non era il punto forte del corridore della Lidl-Trek. "All'epoca ero nella media, ma negli ultimi tre anni ho avuto una crescita impressionante: sono 18 centimetri più alto e quasi ogni mese ho dovuto cambiare scarpe". Insomma, un portento che nell'ultima stagione ha vissuto un exploit, e stavolta non nel senso fisico: 7 vittorie sulle 9 in totale degli italiani nelle gare World Tour la dicono lunga del peso specifico, in senso metaforico, di Milan nel ciclismo azzurro di oggi. "Questa annata così bella ripaga di tutti i sacrifici fatti e degli allenamenti intensi svolti. Divertirsi fa lavorare con più leggerezza, anche se per arrivare a questi livelli ho dovuto fare qualche rinuncia rispetto ai miei coetanei". A differenza di molti di essi, il friulano anziché andare magari in discoteca preferiva guardare su YouTube i video delle imprese di Peter Sagan. "Lo facevo quando ero più giovane: mi sono ispirato a lui e poi me lo sono ritrovato in gruppo". Non solo la strada: Milan è uno dei quattro moschettieri della pista azzurra, ambito nel quale ha raggiunto tantissimi allori nonostante non pochi ostacoli. "Prima dei Mondiali mi sono ammalato e ho fatto fatica a riprendermi in una settimana. Il fisico mi chiedeva di fermarmi, ma volevo ottenere risultati importanti e così è stato: ho battuto il mio record personale e quello di Filippo Ganna, oltre a portare a casa tante medaglie". Uno strapotere che nei prossimi anni, tornando alla strada, lascia sperare in tante cose interessanti nelle Classiche. "Nei piani ci sono Milano-Sanremo, Gent-Wevelgem e Parigi-Roubaix. Per un futuro più lontano tra le mie idee c'è anche il Giro delle Fiandre, e prima di provare a vincerlo voglio correrlo perché serve esperienza. In generale in queste corse occorre anche un po' di fortuna". Si chiude parlando delle Olimpiadi. "Le emozioni restano forti, anche se le immagini e i ricordi sono un po' vaghi. Abbiamo preparato ugualmente bene sia Tokyo sia Parigi, ma nelle ultime semplicemente i nostri avversari sono stati più forti. Ciò che rimane però sono i momenti bellissimi vissuti con i compagni".
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