Ciclismo, O'Connor: "Sono stato una delle rivelazioni dell'anno"

L'australiano, promesso sposo del Team Jayco AlUla, non nasconde la soddisfazione per i progressi del 2024: "Voglio confermarmi trovando un altro podio in un Grande Giro dopo quello alla Vuelta"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
7 novembre 2024
Ben O'Connor (Ansa)

Ben O'Connor (Ansa)

Roma, 7 novembre 2024 - Dopo una carriera nella quale è spesso mancato l'acuto buono, la stagione appena in archivio ha segnato la riscossa di Ben O'Connor: quarto posto al Giro d'Italia 2024, eguagliando così la medesima posizione del Tour de France 2021, ma soprattutto secondo posto alla Vuelta 2024 alle spalle di Primoz Roglic e medaglia d'argento ai Mondiali 2024 dietro a un certo Tadej Pogacar. Questo è stato il 'saluto' dell'australiano alla Decathlon AG2R La Mondiale Team prima dell'imminente avventura al Team Jayco AlUla, dove andrà a rimpiazzare Simon Yates (a sua volta passato alla Visma-Lease a Bike).

La rivelazione dell'anno

Chissà che l'aria di casa non faccia bene a O'Connor e alla stessa squadra oceanica, che pian piano sta provando a diventare sempre più competitiva: di certo ingaggiare uno dei corridori più maturati nel 2024 rappresenta un colpo non da poco, come confermato anche dal diretto interessato ai microfoni di Marca. "Forse per alcune persone sono stato la rivelazione della stagione: anche per chi aveva visto come lavoravo, e penso che loro siano i primi a essere felici della mia crescita. Già negli anni scorsi avevo raggiunto diversi obiettivi, ma nel 2024 ho toccato il mio massimo, che spero di mantenere nel 2025. Vorrei anche migliorare quanto ottenuto al Giro d'Italia, in modo da raggiungere due podi in due Grandi Giri. Non sarà facile, così come non lo sarà vincere una corsa a tappe di una settimana di livello World Tour, cosa che ho già sfiorato in passato". Le idee chiare non mancano a O'Connor che, complice un'età non più giovanissima, ha voglia di fare. "Corridori come me non possono aspettare tanto. Sono felice di aver firmato con il Team Jayco AlUla in modo da poter pianificare con largo anticipo la prossima stagione. Spero e penso di poter correre per un'altra decina di anni e durante questo lasso voglio ottenere il massimo, pur senza ossessioni. Passerò molto tempo in Europa e voglio godermelo, perché poi non sarà più così". Infine, un possibile pensierino anche sulle corse di un giorno. "Finora ho lavorato poco su questo tipo di gare, anche perché non ce ne sono molte adatte a me. Qualcuna però mi piacerebbe: penso al Giro di Lombardia e al Gp di Montréal, perché sono simili al Mondiale, il cui secondo posto di quest'anno mi ha dato fiducia".

L'onestà di Schmid

Poi c'è chi come Mauro Schmid è già nel Team Jayco AlUla, squadra con la quale è cresciuto molto. "Sia le vittorie sia le sconfitte ti rendono più forte. All'inizio ho dovuto fare i conti con un problema al ginocchio che non passava, poi sono guarito e ho vinto il campionato nazionale, impresa che avevo già sfiorato in passato. Anche dalla Vuelta ho imparato molto: ad esempio, ho capito che non sempre è utile partire all'attacco da solo senza aspettare gli altri". Lo spirito di sacrificio non manca allo svizzero, che ha un passato nel ciclocross, nella pista e nella mountain bike, ma non solo. "Ho lavorato come assistente in un'officina e lì ho capito una cosa importante: il ciclismo a volte è duro, ma lavorare lo è ancora di più".

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