Tour de France 2023, le pagelle della tappa 20

Pogacar enorme, Ciccone nella storia. A Pinot manca solo il lieto fine

di ANGELO COSTA
22 luglio 2023
Tadej Pogacar

Tadej Pogacar

Roma, 22 luglio 2023 - La 20esima tappa del Toru de France 2023 è stata vinta da Tadej Pogacar. Lo sloveno è giunto primo al traguardo di La Belfort-Le Markstein, di 133,5 km, ma questo successo non gli basta per insidiare il leader Jonas Vingegaard, arrivato insieme a Pogacar in un gruppetto di cinque corridori. Il danese quindi conserva la maglia gialla di leader della classifica generale e domani concluderà la passerella per Parigi per aggiudicarsi il Tour.

Le pagelle di Angelo Costa

10 a TADEJ POGACAR

Annuncia di voler vincere per ringraziare i compagni per l’appoggio che gli hanno dato: da campione qual è, mantiene la promessa. Esulta come se avesse vinto il Tour e questo spiega quanto sia importante qualsiasi risultato si riesca a cogliere nella corsa francese. Nella sua gioia c’è anche la consapevolezza che il Taddeo della crono e soprattutto del col de la Loze era troppo brutto per esser vero: infatti, non era il vero Pogacar. 10 a GIULIO CICCONE

Va a prendersi i primi quattro gran premi della montagna, mantenendo a sua volta una promessa: arrivato in Francia per vincere una tappa e inseguire la maglia a pois, centra il secondo obiettivo, trentun anni dopo Chiappucci, che però aveva anche il merito di fare anche classifica. Grazie all’abruzzese che avrebbe dovuto fare il Giro e ha cambiato programma per il covid, l’Italia stasera salirà sul podio dei Campi Elisi: per un ciclismo malridotto come il nostro, troppa grazia. 9 a FELIX GALL

Vincitore della tappa più dura, si ripropone in quella sui Vosgi che a sua volta non è una passeggiata di salute: sull’ultima salita, quando i duellanti temporeggiano, torna davanti e prende la corsa in mano, coltivando una timida speranza di poter far centro. E’ solo un’illusione, ma lui in questo Tour si è dimostrato tutt’altro che un abbaglio. 8 a JONAS VINGEGAARD

Si limita ad amministrare la tappa, senza mai dare segni di affanno, senza buttar via una goccia di energia di troppo. E’ un po’ la sintesi del suo Tour, corso in modo chirurgico, pestando sull’acceleratore quando ce n’era bisogno: andando a sfidare Pogacar anche sull’ultimo traguardo in uno sprint dal risultato scritto rende onore al rivale più forte. 7 a THIBAUT PINOT

Corre sulle strade di casa, su salite che conosce a memoria, davanti alla sua gente, e non tradisce l’attesa: sulla penultima salita va all’attacco da solo, un po’ per vincere la tappa, un po’ per ringraziare i tanti che lo hanno sempre sostenuto e ancora lo sostengono. E’ un’uscita di scena da protagonista vero, quale è sempre stato: purtroppo la sua favola non riesce anche ad avere il lieto fine. 5 a DAVID GAUDU

Di quelli che finiscono in terra anche in una giornata così, a differenza di Kuss e Rodriguez è quello che deve recriminare più con se stesso che con la sfortuna: togliere una mano dal manubrio in discesa per sistemare la tasca posteriore è sempre un azzardo. Cambia poco per la sua classifica: chiuderà al nono posto dopo tre settimane in cui le sue promesse sono rimaste tali.

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