Napoli, Anguissa: "Conte chiede tanto e da me vuole più gol"
Il camerunese, a segno contro l'Udinese, parla ai microfoni di Radio Crc anche del prossimo impegno degli azzurri: "Sfideremo il Genoa di Vieira, tecnico che mi piace molto"
Napoli, 17 dicembre 2024 - Come spesso succede nel calcio, quando c'è una mezza goleada, specialmente se in rimonta, i principali allori vanno a chi ha aperto le danze e a chi ha messo la freccia del sorpasso: per chi invece ha 'solo' avuto la bravura di apporre la classica ciliegina sulla torta di gloria ce n'è ben poca. Parlando del recente successo del Napoli in casa dell'Udinese, nell'ultimo ambito rientra André-Frank Zambo Anguissa, che nel pomeriggio si è raccontato ai microfoni di Radio Crc.
Dall'Udinese al Genoa (passando per Vieira)
La chiacchierata del camerunese parte proprio dalla coda, un sigillo che ha solo confermato la crescita esponenziale di un giocatore che sta tornando ai livelli dell'anno dello scudetto. "Quel gol è una giocata che proviamo in allenamento, così come tante altre cose. Sono contento di aver segnato e di aver contribuito alla vittoria. Quando gioco non penso a fare gol: è più importante che la squadra vinca. Oggi il ruolo del centrocampista deve fare tutto ciò che io provo a fare e lo stesso mister mi dice che posso segnare pure otto gol a stagione. Per me, ripeto, non è la priorità, che va al benessere della squadra, ma se succede sono felice". E chissà che non possa succedere ancora contro il Genoa, il prossimo avversario degli azzurri. "Non posso dire come sarà la partita di sabato, perché mi preoccupo solo di quello che dobbiamo fare noi. Sarà importante restare concentrati sulle nostre giocate e su ciò che il mister ci chiede sull'assetto tattico, perché sarà questo che potrà cambiare il corso del match. Dovremo essere focalizzati su di noi stessi, per decidere noi come far andare la partita. Da questo punto di vista - continua Anguissa - posso dire che il Napoli deve essere una squadra capace di vincere contro chiunque e quella di sabato sarà una delle sfide che proveremo a vincere". Insomma, almeno a sentire il classe '95, gli azzurri hanno già assorbito bene gli effetti della doppia botta inflitta dalla Lazio, che in tre giorni si è presa prima i quarti di finale di Coppa Italia e poi i tre punti in campionato. Tutto ciò fa parte del passato, così come lo fa la trasferta fortunata di Udine: ora davanti c'è il 'nuovo' Genoa targato Patrick Vieira, uno che nei decenni scorsi è stato uno dei centrocampisti più forti in circolazione. "Avendolo conosciuto a Londra, mi piace molto come uomo. All'epoca era l'allenatore del Crystal Palace e voleva portarmi lì. Mi piace parlare con lui, perché ha tante idee, e oltre che come allenatore lo apprezzo come persona. E' bravo e sarà un piacere rivederlo sulla panchina del Genoa, ma ovviamente spero che alla fine la spunteremo noi".
Alla scoperta del gioco di Conte
A sorpresa Anguissa rileva anche un retroscena di mercato del suo passato: quello ben più recente del Napoli parla di un cammino eccellente in campionato in cui però non sono mancati degli inciampi, per demeriti propri ma forse ancora di più per meriti degli avversari del momento, dei quali parla il camerunese provando a dire la propria opinione senza però sbilanciarsi. "A dirla tutta io preferisco vivere il calcio che guardarlo: gioco partita dopo partita e non mi interessa quello che fanno le altre squadre. Per fare un esempio, non ho guardato le partite di Inter e Atalanta: gioco per vincere le nostre e vedere a fine campionato dove saremo arrivati. Ovviamente, insieme al mister e al suo staff guardiamo i video per preparare le partite e anche tramite questi dati penso ci siano molte formazioni forti. L'Atalanta sta facendo benissimo, l'Inter è forte e lo sono pure Milan e Juventus. Ma non le guardo, non posso mentire. Penso che oggi il Napoli sia l'unica squadra che conta e che può vincere: il resto non mi interessa". La filosofia di Anguissa non è proprio comune in un calcio sempre più mediatico e trasversale. E com'è invece quello di Antonio Conte? "Il mister mi chiede di non essere pigro. E' un allenatore fantastico e non posso dire nulla di diverso. Vuole sempre il massimo dalle nostre prestazioni. Per il resto, le sue richieste tattiche variano in base alla partita e agli avversari. Da me vuole personalità e un buon lavoro tecnico. Bisogna avere la qualità giusta per fare ciò che chiede l'allenatore: era così con Luciano Spalletti ed è così ora. Conte, come detto, vuole che segni di più e la testa in questi casi può aiutare. Il resto varia da partita a partita". In realtà, il lavoro di Anguissa è prezioso anche in fase di ripiegamento e come schermo di una difesa che continua a subire poco o nulla, confermandosi il punto di forza dell'intero Napoli. "Il mister pensa molto all'aspetto difensivo, ma come collettivo e non solo come reparto. E' tutta la squadra che difende insieme e che attacca insieme. La sua filosofia è sempre stata questa e noi, partendo dal portiere fino alla punta centrale, proviamo ad accontentarlo". Se poi in cabina di regia c'è Stanislav Lobotka, l'impressione è che tutto diventi più facile. "Lo amo anche come persona. Non parla mai, è tranquillo e fa trasparire queste cose anche in campo. Non ha mai paura di fare giocate che molti non farebbero. Ci troviamo a occhi chiusi ed è facile giocare con giocatori così accanto: siamo tutti amici - ammette Anguissa - ma con lui il rapporto è speciale anche sul rettangolo verde". Se questo è il 'vecchio', il nuovo risponde al tandem scozzese composto da Scott McTominay e Billy Gilmour che sta già convincendo appieno. "Sono due giocatori veramente forti e due bellissime persone, e per me il lato umano conta tanto. Entrambi vengono da un altro campionato: Gilmour ha bisogno di giocare di più, mentre di McTominay abbiamo già visto che può essere decisivo in tanti modi e momenti. La nostra vera forza - conclude Anguissa - è che ci aiutiamo tutti l'un l'altro".
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