Juventus-Napoli, Conte: "Bello tornare allo Stadium, ma noi cerchiamo altre risposte"

A due giorni dal suo ritorno a Torino, il tecnico salentino pone l'accento sulla voglia di rivalsa di entrambe: "Loro partono da un'altra base, ma noi siamo pronti a sporcarci ancora l'abito"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
19 settembre 2024
Antonio Conte (Ansa)

Antonio Conte (Ansa)

Napoli, 19 settembre 2024 – Nel gergo degli allenatori, si sa, la partita più importante è sempre la successiva, a prescindere dalla competizione e dalla caratura dell'avversaria di turno: quando però il calendario del Napoli di Antonio Conte propone all'orizzonte la Juventus, allora l'asticella si alza davvero in ogni senso possibile, così come la tensione. Per smorzarla, o forse semplicemente per portare avanti il trend che dura da inizio stagione, Conte anticipa ancora la conferenza stampa di presentazione del match dell'Allianz Stadium, in programma sabato 21 settembre alle 18.

Il passato alla Juventus e il ricordo di Schillaci

Se per gli azzurri l'incontro con i bianconeri non è mai come gli altri, figurarsi per chi quei colori li ha vestiti e difesi prima da calciatore e poi da allenatore. "E' inevitabile che sia così, la mia storia parla chiaro: 13 anni da giocatore della Juventus, di cui sono stato anche a lungo il capitano e nei quali ho vinto praticamente tutto. Ho avuto la possibilità di allenare quella squadra per 3 anni in un periodo difficile del club e ho aperto il ciclo dei 9 scudetti vinti. Faccio parte della loro storia: a qualche giocatore può succedere, ma può anche succedere di decidere di rimanere anche dopo il ritiro, come fatto da me, che quindi in questo mi sono distaccato da bandiere dei club che hanno fatto altre scelte, lasciando tutto". Dopo questo lungo excursus quasi dal sapore autocelebrativo, Conte ci tiene però a ribadire quale sia il suo presente. "Oggi però alleno il Napoli dopo che già avevo avuto l'onore di difendere altre piazze. Ci sarà soddisfazione a tornare in quello stadio, di cui ho assistito anche all'inaugurazione, e sarà bello farlo rivedendo i tifosi, che durante la pandemia non c'erano, così come sarà entusiasmante in un futuro molto lontano tornare al Maradona da avversario". Proprio al mondo bianconero (e non solo) è legata la figura di Totò Schillaci, al quale il tecnico salentino dedica un toccante pensiero. "A soli 59 anni è venuto a mancare un uomo che incarnava i valori di chi ce l'ha fatta partendo dal basso. Sono molto dispiaciuto di quello che è successo, io che ho avuto la fortuna di giocarci insieme alla Juventus quando avevo 21 anni e lui era già affermato". Dopo un momento di emozione, si torna al presente e al calcio giocato, con il Napoli chiamato a confermare, ancora in trasferta, quanto di buono fatto vedere a Cagliari. "Per tutte le squadre, dopo un mercato così lungo, c'è un periodo di assestamento. Alcuni giocatori sono arrivati da poco e altri sono andati subito via con le Nazionali. Stiamo lavorando sodo per trovare la quadra, cercando di unire la caccia ai punti, pesantissimi e in palio ogni partita, alla necessità di fare anche belle prove. Mi aspetto continuità e ulteriore crescita sotto tutti i punti di vista, senza pensare a quello che abbiamo fatto nell'ultimo match, perché ogni nuova sfida sarà un ulteriore test. Sento parlare di esame chiave - continua Conte - ma anche Cagliari lo è stato per tanti aspetti, come il campo e l'ambiente difficili. Ogni partita è un esame, a volte più difficile, a volte meno difficile: sta a noi affrontare tutto con la massima serietà possibile".

Juve e Napoli, voglia di rivalsa

Parlando della Juventus, anche a livello di suggestioni ambientali la parola esame calza a pennello nonostante per entrambe le rivali di scena sabato all'Allianz Stadium questa appena cominciata sia la stagione del rilancio dopo un passato complicato: rilancio costruito attraverso la strada del mercato, con i bianconeri dominatori incontrastati di questa graduatoria grazie ai 200 milioni spesi e gli azzurri appena secondi con i 149 milioni sborsati da Aurelio De Laurentiis nell'ultima sessione. "Ci si augura che questa sfida possa contare qualcosa per entrambi, ma è presto per dirlo. Partiamo da basi diverse: il Napoli l'anno scorso è arrivato 18 punti dopo la Juventus, ma chiaramente anche loro hanno voglia di rivalsa. Loro non si accontentano di arrivare terzi a distanze siderali dall'Inter, così come noi non possiamo fare lo stesso con le milanesi. Le basi sono diverse, ma spero che possiamo tornare a casa con più consapevolezze". Non solo i freddi numeri del mercato: la rinascita del Napoli sta passando anche dal lavoro certosino di Conte, che in estate ha plasmato un 3-4-2-1 che comincia a pagare i suoi dividendi. Eppure, come ammesso a più riprese dallo stesso allenatore, non è detto che gli azzurri nel corso della stagione indossino lo stesso abito tattico. "Come ho già detto, bisogna essere pronti a sporcarsi e penso che su questo si basi la fortuna delle grandi squadre. Penso anche all'Inter, che ieri è andata a casa del Manchester City e lo ha fatto alternando momenti in cui ha sfoderato un grande calcio ad altri in cui ha sofferto. L'anno scorso il Napoli pensava spesso solo ad attaccare, perdendo equilibrio e senza neanche la ferocia di voler riconquistare la palla appena persa: sono tutte cose che non possiamo permetterci e sulle quali stiamo lavorando". Napoli che, dopo lo scorso mercato, è cambiato tanto anche a livello di fisicità collettiva. "E' un aspetto importante nel calcio di oggi, nel quale un giocatore deve essere forte, veloce e resistente. Noi, come squadra, dovremo avere le stesse qualità: forza, velocità e resistenza, ma ci stiamo ancora lavorando". Infine, il quesito del momento che mette allo specchio, a ruoli invertiti rispetto all'anno scorso, proprio Juventus e Napoli: non disputare le competizioni europee è un vantaggio o meno? "Sono sincero: ci sono pro e contro. Per chi come me arriva in un nuovo club è importante lavorare nel corso della settimana perché c'è bisogno di tempo e giocare ogni tre giorni non aiuta. Però - ammette Conte - senza Coppe si abbassa la competitività della rosa sia a livello di qualità sia di quantità della stessa".

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