Napoli, niente coppe europee: vantaggio o svantaggio? Intanto Conte studia le varianti tattiche

Dopo 14 anni gli azzurri sono fuori dai tornei continentali, come successe alla Juventus la scorsa stagione. Tra incognite e speranze, il tecnico salentino prova a sfruttare la settimana piena

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
18 settembre 2024
Antonio Conte (Ansa)

Antonio Conte (Ansa)

Napoli, 18 settembre 2024 – Non disputare le competizioni europee e in generale le partite infrasettimanali è un vantaggio o meno? Il dilemma non è inedito nel mondo del calcio e ogni anno, a seconda dei rendimenti delle varie squadre in esame, sembra prestarsi a diverse interpretazioni mai uniformi. L'ultimo caso proposto dalla Serie A riguarda la Juventus, che nella scorsa stagione si è ritrovata fuori da ogni Coppa per una sanzione comminata dalla Uefa nel luglio 2023 per la nota questione legata alle plusvalenze.

Le analogie con la Juventus

In molti, all'alba di quel campionato, posizionarono i bianconeri nelle primissime file (se non addirittura in pole position) di un'ipotetica griglia di partenza influenzata proprio dall'idea che non avere altri impegni avrebbe fatto concentrare tutte le risorse psicofisiche sul massimo torneo italiano. Invece, questo torneo la Juve lo chiuderà da terza e a distanza siderale (23 punti) dall'Inter campione, con la sola consolazione stagionale che sarebbe arrivata dalla vittoria della Coppa Italia, a sua volta preludio del burrascoso divorzio da Massimiliano Allegri. Oggi nella posizione degli acerrimi rivali c'è il Napoli, ma non per una sanzione Uefa, bensì 'soltanto' come conseguenza di una stagione deludente che dopo 14 anni di presenze di fila ha interrotto la striscia di partecipazione alle competizioni europee. La Juventus, invece, seppur al termine di un'annata senza sussulti, è tornata in Champions League, debuttando tra l'altro con il bel 3-1 rifilato al Psv Eindhoven che ha fatto di Kenan Yildiz il primo storico marcatore del nuovo format. Insomma, i ruoli si sono invertiti e, alla vigilia dell'imminente incrocio in campionato, il quesito torna in auge: senza impegni infrasettimanali, il Napoli ne trarrà beneficio oppure rischierà di vivere nell'ombra della luce altrui? La premessa è d'obbligo: almeno a parole, l'obiettivo stagionale fissato dagli azzurri è il ritorno in Champions League, per il quale potrebbe essere sufficiente entrare anche nelle prime 5. L'impresa, sempre sulla carta, non sembra impossibile e la stessa Juventus nello scorso campionato, seppur appunto nel totale livellamento verso il basso del proprio rendimento senza picchi, l'ha portata a termine. Quando però nel recente passato è stato toccato il cielo con un dito vincendo lo scudetto, non pensare a qualcosa di più è impossibile: specialmente se l'allenatore scelto per la panchina risponde al nome di Antonio Conte e se il marcato estivo è stato faraonico, con 149 milioni spesi tutti per accontentare il proprio tecnico. E qui si passa all'attualità e al Napoli, che dopo la falsa partenza di Verona ha ingranato le marce: tre, per la precisione, con Bologna, Parma e Cagliari tutte ko e una classifica, seppur molto parziale, che parla di secondo posto alle spalle della sola sorprendente Udinese. In teoria, come si suol dire in questi casi, nel lungo termine i veri valori delle varie squadre usciranno fuori e la graduatoria sarà plasmata su basi più attendibili, che a loro volta non escludono colpi di teatro duraturi, com'è stato per il Bologna l'anno scorso. Mentre i felsinei, a sorpresa, si qualificavano alla Champions League dopo 60 anni dall'allora Coppa dei Campioni, il Napoli si piazzava al decimo posto, consegnando al futuro mancanze, incognite, incertezze ma forse anche qualche insperata risorsa in più.

La settimana tipo di Conte

 A partire da questa settimana, la prima completa dopo la ripresa delle attività in seguito alla pausa per le Nazionali, Conte ha infatti varato il suo piano di lavoro standard per questa stagione, con l'eccezione dei periodi in cui tornerà di scena la Coppa Italia. E con la speranza della società e dello stesso tecnico salentino che questa tabella di marcia con così tanti slot liberi nel corso della settimana sia un'eccezione da relegare a quest'annata. Il primo punto all'ordine del giorno di Conte è stato battere sull'intensità delle sessioni per far lievitare ulteriormente la condizione fisica della squadra che, tra acquisti dell'ultima ora ed elementi fino a pochi giorni fa in giro con le proprie rappresentative, è ancora un cantiere aperto. Nel mirino la Juventus, la seconda gara esterna consecutiva dopo quella di Cagliari, ma anche il tris di gare consecutive che attende gli azzurri al Maradona: si comincia dal Palermo, giovedì 26 settembre ospite nell'ambito dei sedicesimi di Coppa Italia, e si arriva a Monza e Como, che costituiranno la seconda doppietta di gare interne di fila dei partenopei dopo quelle contro Bologna e Parma. Insomma, stavolta Aurelio De Laurentiis non avrà avuto modo e occasione di lamentarsi per il calendario, decisamente molto benevolo con il suo Napoli almeno per quanto riguarda il rush iniziale, quello sempre parziale ma che in un certo senso può scavare un solco nell'intera stagione. L'obiettivo degli azzurri, neanche tanto complicato, è arrivare alla seconda sosta del campionato con un en plein di successi al Maradona e magari non solo, con un occhio famelico al match dell'Allianz Stadium. Per farlo serve che tutti entrino in condizione proprio in questa settimana di lavoro pieno: tutti, anche chi come Romelu Lukaku sta già facendo faville, con 2 gol e 2 assist a referto in 102' in campo. Poi occorre che i volti nuovi si integrino al meglio o in maniera automatica o tramite qualche correttivo tattico. Parlare di problema di abbondanza è sempre fuorviante, ma di certo oggi il centrocampo azzurro straborda di quantità e di qualità e per vedere all'opera gente come Scott McTominay e Billy Gilmour, dall'inizio o a gara in corso, potrebbe servire una variante che potrebbe rispondere al 4-2-3-1 o al 4-3-3, il modulo più gettonato (e fortunato) dalle parti di Fuorigrotta. Non solo i volti nuovi scozzesi: un'altra risorsa da sfruttare è Giacomo Raspadori, che in Nazionale ha fatto vedere quello di cui è capace. Insomma, per Conte c'è tanto lavoro ancora da fare e anche tanta carne al fuoco. E pure molto tempo per fare tutto al meglio.

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