Napoli, Lukaku-Kvaratskhelia è una coppia d’oro. E i numeri fanno già paura
Con 4 gol e 4 assist totali, i due assi azzurri stanno facendo le fortune di Conte, che in estate ha spinto forte per avere il belga
Napoli, 17 settembre 2024 – Da Edinson Cavani passando per Gonzalo Higuain, fino ad arrivare al ben più recente Victor Osimhen e giusto per citarne soltanto tre: la forza del Napoli di Aurelio De Laurentiis, tra le altre cose e al netto di qualche flop più o meno marcato, è sempre stata quella di valorizzare al massimo gli investimenti nel reparto avanzato, creando o rigenerando bomber che altrove non necessariamente poi si sarebbero riconfermati. Certo, esiste un'altra faccia della medaglia e parla di una coperta spesso corta perché, come proprio gli azzurri hanno capito nel recente passato, le fortune di una stagione ruotano intorno alla fase difensiva, il vero ago della bilancia nel lungo termine. Non a caso, il Napoli ha vinto lo scudetto nell'anno in cui la retroguardia, tra meriti dei singoli e meccanismi collettivi quasi perfetti, è stata un muro invalicabile e, sempre non a caso, è crollato qundo il passivo incassato a fine campionato parlava di 48 reti: un fardello, tra l'altro, che a mo' di monito esce spesso dalla bocca di Antonio Conte, un perfezionista della fase difensiva che dopo il poker calato in casa del Cagliari ha rimarcato con più ardore il 'clean sheet' messo a referto che il fatturato offensivo dell'Unipol Domus. Eppure, senza un attacco fecondo, notoriamente, la macchina Napoli si inceppa: un rischio che sembra scongiurato, almeno a guardare i primissimi feedback della nuova premiata ditta composta da Romelu Lukaku e Khvicha Kvaratskhelia che fa già paura.
I numeri della coppia Lukaku-Kvara
A parlare, seppur in un contesto ancora molto parziale, sono innanzitutto i numeri: 2 reti e 2 assist per il georgiano e 2 reti e 2 assist per il belga. Una differenza però c'è e attiene alle presenze in campo: 5 per il numero 77 e appena 2 per il numero 11, tra l'altro neanche disputate per intero (appena 102' trascorsi sul rettangolo verde). Insomma, ad oggi sembra più che altro Lukaku ad aver fatto bene a Kvaratskhelia e non il contrario, come si poteva invece immaginare alla vigilia della complessa operazione di mercato che ha coinvolto anche il Chelsea. Oppure forse la vera regia occulta è quella di Conte, che non a caso, per sua stessa ammissione, ha voluto il belga praticamente in ogni sua esperienza, con i risultati sotto gli occhi di tutti. A parte qualche lampo sparso qua e là, di fatto solo sotto la guida del tecnico salentino il possente bomber classe '93 ha dato il meglio di sé in fase realizzativa, ma non solo. In effetti, se i problemi offensivi del Napoli, ammesso che esistessero davvero anche nei frangenti più bui, avessero riguardato solo la macchina da gol, allora probabilmente oggi la punta centrale sarebbe ancora Osimhen, che però a sua volta da almeno un anno a questa parte aveva mostrato il proprio malessere nel continuare a vestire la maglia azzurra, con il sogno neanche tanto nascosto di migrare in una realtà più ricca e ambiziosa. La realtà e i desideri, si sa, non vanno spesso a braccetto e così il nigeriano ha realizzato solo parte del suo obiettivo e, per giunta, soltanto nelle ultime code del mercato: andare altrove, sì, ma non nella ricca Premier League né nel tanto agognato Paris Saint-Germain, bensì 'soltanto' al Galatasaray con la formula del prestito secco. Alla fine, pur con un importante asterisco legato a ciò che accadrà il futuro, con una clausola rescissoria attiva già a partire da gennaio, da questo affare tutti hanno avuto il proprio tornaconto. Il Napoli si è liberato di un ingaggio pesantissimo da 11 milioni netti che, senza la cessione, sarebbe rimasto in tribuna, lo stesso Osimhen ha ritrovato quindi il campo e la possibilità di mettersi in mostra nelle competizioni europee e Conte ha avuto Lukaku, l'attaccante dei sogni che in effetti era arrivato nel capoluogo campano anche prima del blitz dalla Turchia. Proprio Conte infatti, tra le righe già a partire dai primi giorni di ritiro estivi, aveva fatto intuire che per il suo 3-4-2-1 sarebbe servito un attaccante con caratteristiche diverse da Osimhen: meno individualista e più perno per la squadra, con mansioni quasi da pivot. Praticamente l'identikit di Lukaku, che per il momento ha risposto come meglio non avrebbe potuto a suon di gol e assist e di giocate di classe di cui sta beneficiando anche Kvaratskhelia, meno indolente e più concreto del recente passato.
I timori per il futuro
Un'altra costante all'ombra del Vesuvio riguarda la paura di vedere la squadra 'schiava' del proprio bomber. Qui tornano in ballo i già citati Cavani, Higuain e appunto Osimhen, i totem di un'intera formazione ai loro piedi che, non a caso, avrebbe risentito nel bene e nel male della vena delle varie punte. Passando a Lukaku, lo spauracchio sta già tornando in auge per diversi motivi più o meno oggettivi. Dal peso specifico assegnato al belga da Conte e dal campo, oltre a quello generale nel progetto, alle risposte a singhiozzo fornite dai sostituti in questi primi scampoli di stagione: qualche timore a lungo termine potrebbe nascere, a maggior ragione in caso di forfait dello stesso Kvaratskhelia, un giocatore che spesso incappa in noie fisiche. La palla, nel caso, passerà a Conte, mai come quest'anno dotato di una rosa lunga e profonda in ogni reparto: anche in quello avanzato, dove sono da citare i vari Giacomo Raspadori, Giovanni Simeone e pure Cyril Ngonge, che all'occorrenza può giocare da centrale. Certo, nessuno di loro è Lukaku e nessuno di loro ha le qualità di Lukaku, che pronti, via e sta subito rispedendo al mittente le perplessità legate al suo approdo in azzurro. Se poi anche l'imminente esame Juventus, forse il primo vero scoglio in stagione del Napoli, dovesse fornire buone risposte, allora un'intera piazza sarebbe già ai piedi del nuovo bomber, che per ora fa quello che meglio gli riesce: segnare, sì, ma anche far segnare.
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