Napoli, contro la Juventus si rivede il 4-3-3: la difesa brilla ancora ma l'attacco fatica
All'Allianz Stadium torna in auge il modulo dello scudetto: Conte è soddisfatto e ringrazia anche il mercato e gli innesti a centrocampo
Napoli, 22 settembre 2024 - Se è vero che si torna sempre dove si è stati bene, allora per il Napoli la casa continua a chiamarsi 4-3-3, il modulo che a sorpresa Antonio Conte ha lanciato dall'inizio all'Allianz Stadium, nel mai banale incontro con la Juventus. Qualche scampolo con il 'nuovo-vecchio' schema si era già visto a Cagliari, come ammesso dal tecnico salentino a margine dello 0-0 finale che non passerà di certo alla storia per lo spettacolo offerto: in quell'occasione però, con la partita già ampiamente incanalata sui binari azzurri ben prima del rotondo poker finale, ogni giudizio rischiava di rimanere sospeso fino a un esame più probante. Detto, fatto, perché la Juventus, seppur ancora in fase di rodaggio e alle prese con il 'solito' settembre di Thiago Motta all'insegna del 'risultato con gli occhiali' (anche un anno fa a Bologna gli 0-0 di fila furono tre nel primo mese autunnale), resta la Juventus: specialmente a domicilio, in una casa che Conte conosce bene in ogni veste possibile. Da calciatore ad allenatore, per poi tornare varie volte da avversario e con diverse accoglienze: l'Allianz Stadium regala sempre emozioni forti al neo allenatore azzurro, e chissà che ieri i sussulti più forti non siano arrivati proprio dai saluti cordiali con il suo ex tifo nel contesto di una partita invece bloccata su entrambi i fronti.
Le note liete
Non è un caso che, a parte l'ordinaria amministrazione o poco più, il lavoro scarseggia per i due portieri. Anzi, per i tre portieri, perché il forfait nel corso del primo tempo di Alex Meret spiana la strada al debutto con la nuova maglia di Elia Caprile: a tal riguardo, buona la prima dell'ex Bari ed Empoli, per la verità sollecitato solo per sbrogliare qualche matassa in uscita e per provare ad avviare la costruzione dal basso in una gara in cui a farla da padrone, per la verità, è stata invece più che altro la voglia delle due squadre di annullarsi a vicenda. E così è stato, per la maggiore soddisfazione sicuramente di Conte, che allunga a 4 la striscia di risultati utili di fila, aperta da 3 vittorie consecutive. Non solo: il vero tarlo del tecnico salentino, si sa, è la fase difensiva, praticamente la principale ragione della virata verso la retroguadia a tre. L'altro motivo, confessato sempre dall'allenatore nel dopopartita, attiene a un mercato che nella prima fase aveva di fatto privato il Napoli di grandi scelte all'altezza del centrocampo, costringendo dunque ad imbottire le altre zone del campo. Invece, l'arrivo di Scott McTominay e Billy Gilmour e il reintegro in rosa di Michael Folorunsho hanno sparigliato le carte, regalando al tecnico un'inattesa abbondanza all'altezza della mediana da provare a sfruttare subito in nome di muscoli e qualità. Il connubio funziona e così gli azzurri mantengono ancora la porta inviolata e praticamente perforata una sola volta nelle ultime 4 partite e per giunta su rigore contro il Parma: un dato che, a onor del vero, beneficia anche del supporto fornito dalla Dea Bendata in diverse occasioni. Contro la Juventus non c'è neanche bisogno dell'intervento dei pali e della traversa, perché tiri dalle parti di Meret prima e Caprile poi non se ne vedono. Anzi, alla fine della fiera su un'ipotetica bilancia dei rimpianti forse pesa di più la chance sciupata da Matteo Politano quando stavano già scorrendo i titoli di coda del primo tempo. Forse la punizione per i bianconeri sarebbe stata troppo severa e il premio altrettanto eccessivo per gli azzurri, che scoprono subito le doti da 'tuttocampista' di McTominay, una dinamo instancabile capace nel corso della stessa partita di fare da mezzala, da mediano e pure quasi da trequartista: praticamente tutto ciò di cui aveva bisogno il centrocampo del Napoli, specialmente dopo l'addio di Piotr Zielinski. Insomma, una bella iniezione di fiducia in vista del trittico alle porte al Maradona tra campionato (contro Monza e Como) e Coppa Italia (contro il Palermo giovedì prossimo): un tris che, se completato, presentarà all'alba della seconda sosta il Napoli davvero con l'abito delle occasioni buone, quello finito in soffitta l'anno scorso.
Male Kvara e Lukaku
Proprio sul discorso sartoriale Conte insiste spesso, perché a suo dire gli azzurri dovranno saper cambiare veste spesso nel corso della stagione a seconda dell'avversario e del campo di turno. Il tecnico salentino è stato accontentato anche all'Allianz Stadium, dove il Napoli ha saputo difendersi bene accentuando la sterilità offensiva che sta tarpando le ali alla Juventus negli ultimi tempi. Parlando solo di ieri, lo stesso però si può dire a parti invertite: anche la Juventus ha spento le bocche da fuoco del Napoli. Per la prima volta nella sua avventura in azzurro Romelu Lukaku non incide né in fase realizzativa né per quanto riguarda la costruzione del gioco, che latita anche dalle parti di Khvicha Kvaratskhelia. Quest'ultimo, per la verità, non è nuovo a steccare un big match, portandosi quindi dietro ancora qualche traccia di quella brutta diceria che lo dipinge come un giocatore decisivo solo contro formazioni non di vertice. Per il momento al Napoli va bene questo trend, specialmente se si pensa ai prossimi avversari all'orizzonte: poi, eventualmente, ci sarà tempo per tirare a lucido il georgiano anche in vista degli scontri diretti. Per Conte la priorità attuale era ed è serrare le fila dopo i 48 gol incassati l'anno scorso, con la consapevolezza che nel lungo periodo è proprio la fase difensiva a risultare più decisiva nelle sorti di una stagione. In effetti per ora così è e se i feedback emessi dalla retroguardia sono ottimi anche dopo il cambio modulo, allora la soddisfazione, più che moderata come affermato al termine della gara contro la Juventus, diventa più marcata. Per la gioia di Aurelio De Laurentiis, notoriamente un grande estimatore di quel 4-3-3 che nel recente passato ha fatto le fortune del suo Napoli.
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