Napoli, il borsino dei prestiti: chi potrebbe restare e chi ripartirà

Ancora prima del mercato in entrata, il club valuterà i giocatori al rientro. Non ci sono invece chance di permanenza per Traorè, Dendoncker e Gollini

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
4 giugno 2024
Michael Folorunsho (Ansa)

Michael Folorunsho (Ansa)

Napoli, 4 giugno 2024 – Con l'imminente approdo in panchina di Antonio Conte, con la giornata di mercoledì che dovrebbe essere quella buona per la tanto attesa ufficialità, l'attenzione mediatica nel capoluogo campano si concentra sui nomi altisonanti che il nuovo corso potrebbe portare con sé, quelli buoni a far sognare a un'intera piazza una stagione ricca di soddisfazioni dopo quella deludente appena andata in archivio. In realtà, nonostante la prossima annata il Napoli sia destinata a viverla soltanto su due fronti, campionato e Coppa Italia, con quest'ultimo torneo che però partirà dai 32esimi di finale, molta cura verrà riservata anche alle cosiddette seconde linee, quelle che spesso finiscono col ricoprire un ruolo molto più importante di quanto inizialmente preventivato. Seppur con un'età media piuttosto elevata rispetto alla norma, per un trend figlio anche di un settore giovanile molto carente ben fotografato dalla Primavera ancora arenata nella seconda divisione, gli azzurri potrebbero immettere nuova linfa alla rosa senza neanche sborsare chissà quanto, facendo così felice anche un Aurelio De Laurentiis quest'estate più attento che mai alle finanze del suo club. L'ultima parola sui giocatori al rientro dai vari prestiti ovviamente spetterà a Conte, che a sua volta prenderà molte decisioni in base al modulo con cui sceglierà di vestire il suo Napoli.

I prestiti in entrata

Difficile immaginare il tecnico salentino mollare la sua amatissima difesa a tre per compiacere De Laurentiis, che a sua volta, dopo una stagione così sottotono, sembra disposto a mandare, momentaneamente o meno, in cantina il tanto caro 4-3-3. Insomma, stavolta a Castel Volturno avrà luogo davvero l'inizio di una nuova era e di mezzo non ci sarà un claim commerciale, bensì i reali fatti di campo. Possibile che il prossimo Napoli scenderà in campo con il 3-4-3, un modulo che darà ancora più potere alle ali, oltre a richiedere qualche innesto quantitativo e qualitativo in difesa: riguardo all'ultimo tassello, non a caso tutte le strade sembrano condurre ad Alessandro Buongiorno, intorno al quale potrebbe però aprirsi un'asta. Prima ancora però, come da copione del periodo, il club partenopeo dovrà decidere il da farsi dei prestiti. Si comincia dai giocatori che potrebbero essere riscattati o meno: ad oggi nessuno tra Hamed Junior Traorè, Leander Dendoncker e Pierluigi Gollini pare in procinto di sposare definitivamente la causa azzurra, lasciando rispettivamente Bournemouth, Aston Villa e Atalanta dietro pagamento di, nell'ordine, 18 milioni, 9 milioni e 4,5 milioni. L'unico ripensamento in casa Napoli potrebbe riguardare Traorè, ma ovviamente a cifre ben diverse da quelle pattuite lo scorso inverno che, non a caso, hanno progressivamente condotto all'accantonamento del giocatore proprio per evitare che scattasse l'obbligo. L'ivoriano è però un vecchio pupillo di De Laurentiis, anche se nel frattempo, per varie vicissitudini, le aspettative nate durante la sua fortunata esperienza al Sassuolo non sono state tutte rispettate appieno. Anche in questo caso, manco a dirlo, l'ultima parola spetterà a Conte, che notoriamente ha una certa predilezione per i giocatori dal fisico imponente.

I prestiti in uscita

Se questo è quello dei prestiti in entrata, quello dei prestiti in uscita propone uno scenario più interessante. Si parte dai pali, con Elia Caprile che, dopo l'anno di apprendistato vissuto con buon profitto all'Empoli, sembra in procinto di restare in azzurro per diventare il luogotenente di Alex Meret o magari anche qualcosa di più qualora i colloqui tra quest'ultimo, i vertici societari e il prossimo allenatore dovessero emettere una fumata nera. È invece più che probabile un altro giro in prestito per Alessandro Zanoli, che in realtà potrebbe anche salutare definitivamente in caso di offerta soddisfacente, e Giuseppe Ambrosino, insieme agli altri giovanissimi prodotti del vivaio, alcuni dei quali potrebbero giocarsi le residue chance di permanenza in ritiro a Dimaro.

Il discorso si fa ovviamente più intricato per altri profili differenti anche sul piano anagrafico: insomma, i cosiddetti giovani ma non più giovanissimi di cui forse il Napoli, nella scorsa stagione, si è sbarazzato (provvisoriamente) con troppa fretta. Sembra innanzitutto il caso di Michael Folorunsho, che alla soglia dei 26 anni avrebbe trovato la propria consacrazione al Verona prima addirittura di approdare in Nazionale, sperando ovviamente di non rientrare nei tagli che dovrà effettuare Luciano Spalletti. In ogni modo, a maggior ragione ovviamente in caso di ingresso nel lotto buono per Euro 2024, Folorunsho ha grosse chance di rimanere in azzurro per portare muscoli e gol a un centrocampo che nella stagione appena chiusa ha peccato sia in qualità sia in quantità. Per il coetaneo Walid Cheddira, di professione punta centrale, la situazione è più complessa, ma un ruolo da comprimario, a maggior ragione in caso di cessione di Giovanni Simeone, potrebbe essere alla portata: in effetti, con un bottino di 3 gol segnati in due partite giocate contro il 'suo' Napoli, il marocchino ha ampiamente avvalorato la sua candidatura nonostante l'infausta retrocessione del Frosinone. Il nuovo modulo in cantiere potrebbe remare dalla parte di Alessio Zerbin, che da ala pura, anche senza partire da titolare, potrebbe trovare spazio e mostrare quelle qualità che lo avevano inserito nel giro della Nazionale. Proprio il probabile varo del 3-4-3 potrebbe invece danneggiare Gianluca Gaetano, che dopo tanti esperimenti in varie zone del campo sembra aver trovato all'altezza della trequarti la sua isola felice, come lo sono state la Sardegna e in particolare Cagliari. La stessa scadenza del contratto, fissata al 30 giugno 2025, impone delle riflessioni più generali che potrebbero condurre anche alla cessione definitiva. L'alternativa, ovviamente made in Conte, sarebbe trasformare Gaetano in un interno, esperimento in parte già fatto, senza grossi riscontri, dalle parti di Fuorigrotta. Quel che è certo è che nell'estate della spending review dettata dalla mancata qualificazione alla Champions League, nonostante le voci che parlano di un budget shock da 200 milioni, ogni mossa di mercato sarà ponderata con l'obiettivo di non sciupare risorse interne che magari, strada facendo, potrebbero rivelarsi preziose.

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