Napoli, colpo di scena tra i pali: Meret è sul mercato. Kepa l'alternativa

A sorpresa Conte boccia il portiere azzurro, che forse paga anche l'errore in amichevole contro il Girona: torna di moda lo spagnolo del Chelsea, già seguito in passato

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
7 agosto 2024
Alex Meret (Ansa)

Alex Meret (Ansa)

Napoli, 7 agosto 2024 – Nel momento del suo insediamento sulla panchina del Napoli e in quelli immediatamente successivi, Antonio Conte aveva stilato un elenco di intoccabili, provando così a facilitare (o forse inconsciamente a complicare) il lavoro di Giovanni Manna e degli altri uomini mercato del quartier generale di Castel Volturno. In questa lista e nelle successive bozze era sempre presente il nome di Alex Meret, indicato dal nuovo allenatore come il portiere del presente e del futuro di Fuorigrotta anche a fronte del rientro alla base di Elia Caprile, promettente giovane che ha sfruttato al meglio il suo anno di apprendistato a Empoli. Insomma, sospirone di sollievo in casa Napoli per un reparto, forse l'unico, già bello e finito e senza quindi la necessità di pescare sul mercato, con tutte le conseguenze e le incognite del caso. Certo, un dettaglio neanche da poco da sistemare sarebbe esistito comunque: Meret è tuttora legato alla maglia azzurra fino al 30 giugno 2025, data frutto del rinnovo-ponte siglato a ottobre 2022, quando l'iniziale scadenza cadeva addirittura poche settimane fa. Poi il club partenopeo, per la verità senza stupire nessuno e con una mossa d'obbligo per evitare di perdere il giocatore a zero, ha esercitato l'opzione per il prolungamento di un ulteriore anno, rimandando a tempi migliori i discorsi per il rinnovo definitivo, atto a suggellare una volta per tutte un rapporto da sempre in bilico. E invece, quasi come fisiologico prosieguo di questo trend, i tempi migliori per Meret non arrivano mai. Neanche ora che sulla panchina azzurra si è insediato Conte, colui che sembrava l'uomo della svolta della carriera del friulano.

Decollo e crollo di Meret

Carriera che, come in un curioso e quasi illogico ossimoro, per il classe '97 nel capoluogo campano è decollata e crollata contemporaneamente. Decollata, perché con l'azzurro chiaro del Napoli il friulano ha conosciuto quello più scuro della Nazionale, in precedenza sfiorato e toccato solo a livello giovanile e con tutte le incognite legate all'età e alla resa che si nascondono in questi casi, per un malcostume che poi sparisce quando il livello del club di appartenenza sale. E così è stato anche per Meret, entrato con pieno merito nella rosa dello scudetto della stagione 2022-2023, quella in cui la difesa del Napoli era sì di acciaio ma comunque tutelata, nei casi peggiori, dalla presenza nei pali di un portiere di tutto rispetto. Affidabiltà, esplosività nello stretto e sicurezza nelle uscite sono le qualità migliori dell'estremo difensore formatosi nell'Udinese e con un passato in prestito alla Spal, doti alle quali fanno da contraltare dei difetti atavici altrettanto noti: incertezze sporadiche al cospetto delle conclusioni dalla distanza, fragilità fisica e abilità non proprio spiccate nel gioco con i piedi e nella costruzione dal basso, oggi tanto cara agli allenatori. Un saggio di quest'ultima lacuna lo si è avuto anche nelle recente amichevole contro il Girona, quella che non passerà agli annali per la sua importanza sul piano dei risultati, tutt'altro, bensì forse per aver generato un effetto domino nel mercato del Napoli. In realtà, dietro al clamoroso ribaltone nei gusti operato da Conte ci sarà ben altro, covato probabilmente già nei due ritiri. Fatto sta che ad oggi Meret non convince più il tecnico salentino, il grande fautore della sua permanenza appena poche settimane fa. Ma si sa, nel calcio tutto cambia molto rapidamente, come proprio Meret ha assaporato più volte nella sua carriera e nelle tante fasi lunari (e lunatiche) che l'hanno caratterizzata. Da enfant prodige dei pali, posposto nelle gerarchie solo al totem Gigio Donnarumma, a eterna promessa mai totalmente mantenuta e, in quanto tale, fustigata in occasione di ogni errore (o presunto tale) a maggior ragione dopo aver raggiunto il tanto agognato ingaggio in un top team: il viatico che prima lancia e poi distrugge le carriere di molti giovani italiani non è inedito e ha colpito anche Meret, il cui ultimo jolly da giocare, chiamato Conte, non ha sortito gli effetti sperati. Con tutte le conseguenze del caso che scatteranno subito in sede di mercato.

Ritorno di fiamma per Kepa

La prima è che il Napoli potrebbe fiondarsi nella caccia a un nuovo estremo difensore: niente promozione da titolare dunque per Caprile, come ventilato da più fonti negli ultimi mesi. Non una bocciatura per l'ex Empoli: anzi, forse quasi una tutela per evitare un altro 'effetto Meret', tra aspettative alle stelle e stroncature al minimo passo falso. A prescindere da tutte le riflessioni e le dietrologie del caso, l'eventuale nuova scelta di Conte per i pali del suo Napoli risponde a un altro identikit: portiere esperto e con comprovata esperienza internazionale, utile nonostante l'assenza di competizioni continentali nel calendario degli azzurri in questa stagione arrivata alle prime battute. In realtà il tecnico salentino non si è limitato a indicare soltanto le caratteristiche richieste sul mercato, sbilanciandosi addirittura in un nome che dalle parti di Castel Volturno non è totalmente inedito: Kepa Arrizabalaga Revuelta, per tutti solo Kepa, già in passato finito a più riprese nell'orbita del Napoli quando c'erano da sostituire dei totem come Pepe Reina e David Ospina. All'epoca non se n'è fatto nulla, curiosamente anche 'a causa' di Meret, che oggi rischia invece di coprire la parabola opposta. C'è poi un'altra opzione: la permanenza del friulano, che in questo momento di mercato e di estimatori ne ha ben pochi. In questo caso il Napoli, sempre per assecondare le richieste di Conte, già piuttosto indispettito per la stasi che sta riguardando attacco e centrocampo, ha l'intenzione di procedere comunque all'acquisto di un nuovo portiere (magari proprio Kepa), relegando quindi il classe '97 a riserva. E Caprile? A quel punto potrebbe essere quest'ultimo a pagare lo scotto delle nuove direttive che arrivano dritte dritte da Conte, che prova a smuovere a suo modo le acque del mercato azzurro, ultimamente fin troppo piatte.

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