Napoli, crisi in trasferta: a Cagliari l'ennesimo festival degli errori

All'Unipol Domus il solito Osimhen fa il suo prima degli sprechi di Politano e Simeone. Juan Jesus fa il resto, spianando la strada a Luvumbo: la zona Champions si allontana ancora

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
26 febbraio 2024
Cagliari-Napoli, Osimhen e i suoi rimpianti (Ansa)

Cagliari-Napoli, Osimhen e i suoi rimpianti (Ansa)

Napoli, 26 febbraio 2024 - Quando all'indomani dell'esonero di Walter Mazzarri, deciso di domenica mattina e formalizzato nella giornata di lunedì, a Napoli partì il toto-allenatore, in molti pensarono (a ben ragione) a un 'mister x': l'ennesima mossa della disperazione di Aurelio De Laurentiis si chiamava infatti Francesco Calzona, ct della Slovacchia, nonché ex vice di Maurizio Sarri, Luciano Spalletti ed Eusebio Di Francesco e di certo non proprio un nome di primissimo piano nel panorama degli allenatori. Il problema è che da allora, seppur in uno spettro di appena due partite, Calzona è diventato davvero 'mister x': per lui due pareggi, contro Barcellona e Cagliari, dal peso specifico ben diverso ma che fungono da termometro di una stagione complicata che non vuole proprio saperne di svoltare nonostante il terzo ribaltone tecnico.  

Il festival degli sprechi

  E dire che l'attuale 'pareggite' era cominciata già con Mazzarri, silurato dopo un incolore 1-1 (il primo di una serie di tre) contro il Genoa. Insomma, considerando anche l'intermezzo di Champions League, uno dei pochi sussulti degli ultimi tempi, il Napoli non perde ma non vince neanche più, con l'ultimo successo a referto datato 4 febbraio (contro l'Hellas Verona e tra l'altro con estrema fatica): da allora la forbice dalla zona Champions League si è dilatata ulteriormente, segnando un attuale -11 dal Bologna quarto (ma con una partita in più) e un -9 dall'Atalanta quinta, una posizione che potrebbe valere a sua volta l'accesso alla prossima competizione continentale più prestigiosa. Proprio gli asterischi tuttora presenti in classifica impediscono una stima reale della situazione: probabilmente si saprà qualcosa di più delle reali chance di rimonta degli azzurri solo dopo che tutti i recuperi della giornata 21 saranno stati disputati. A tal riguardo, il Napoli sarà di scena al Mapei Stadium contro il Sassuolo, una delle squadre più in crisi dell'intero campionato: qualora il successo non dovesse arrivare neanche al cospetto dei pericolanti neroverdi, freschi di esonero di Alessio Dionisi, rimpiazzato per ora da Emiliano Bigica, tecnico della Primavera, allora le possibilità di risalire la china si ridurrebbero ancora di più. Si tratta di discorsi prematuri. In fondo, la gara dell'Unipol Domus ha dimostrato che al Napoli non manca tantissimo per ritrovare la vittoria. Contro il Cagliari infatti sono stati fatali i dettagli dopo che gli episodi, in particolare nel primo tempo, avevano sorriso agli azzurri, graziati dal VAR in occasione dello sciagurato autogol di Amir Rrahmani e in generale dai tanti sprechi offensivi dei padroni di casa. Nella ripresa il trend cambia, con gli ospiti più determinati e bravi a capitalizzare al meglio la prima vera occasione con l'uomo preposto proprio a questa mansione: Giacomo Raspadori, più convincente da esterno che da centrale, apparecchia per l'incornata vincente di Victor Osimhen, che fin dal suo ritorno dalla Coppa d'Africa ha ripreso ha segnare con costanza, evidenziando la croce e delizia di un Napoli che si riscopre dipendente da un giocatore sul quale è impossibile fare pieno affidamento. Ancor prima delle sirene di addio per l'estate, a pesare sono le tante noie fisiche che da sempre assillano il nigeriano, non a caso costretto a lasciare anzitempo la sfida dell'Unipol Domus a causa di noie muscolari che però non sembrano particolarmente preoccupanti. Buone notizie per Calzona in vista del Sassuolo ma prima, senza il numero 9, a Cagliari gli azzurri hanno sciupato di tutto nel segno di un individualismo attualmente molto deleterio: tra Matteo Politano, Giovanni Simeone, Stanislav Lobotka, Leo Ostigard e Jesper Lindstrom il Napoli getta alle ortiche a ripetizione il colpo del ko prima che Zito Luvumbo, uno che piace parecchio in ottica mercato, firmi il definitivo 1-1 proprio sull'ultima palla della partita.

Crisi in trasferta

  Curiosamente, con Mazzarri erano gli azzurri a trovare spesso la rete in zona Cesarini, mentre del primo Calzona formato campionato la prima fotografia offerta è diametralmente opposta. Facile in questi casi puntare il dito sulla frittata difensiva che ha visto in Juan Jesus il principale colpevole a dispetto di decadi di esperienza nel mondo del calcio. Eppure, a ben vedere, il Napoli aveva cominciato a costruirsi con le proprie mani il disastro finale sciupando a ripetizione le chance per il raddoppio tra sciagurati colpi di punta, egoismi vari e sorrisini tra i propri avanti che denotavano l'insorgere di quella pericolosa sensazione che dà alle squadre la certezza di aver già vinto: pericolosa a maggior ragione quando di fronte c'è un Cagliari leader nei punti recuperati oltre il 90'. Insomma, cambia il tecnico ma non cambia lo scarso feeling del Napoli lontano dal Maradona, trend avviato da Mazzarri: fin dal ritorno dell'allenatore toscano in panchina, gli azzurri sono scivolati al 16esimo posto per rendimento esterno, con una media punti di 0,33. Allargando il dato all'inizio della stagione, i partenopei si piazzano invece appena giù dal podio delle migliori squadre corsare, con una media di 1,50 punti a partita: anche in questo caso al tanto vilipeso Rudi Garcia fischieranno parecchio le orecchie. Poi c'è un Maradona tornato più amico grazie a una media punti di 1,83 che va conteggiata a partire dall'esonero dell'allenatore francese. Insomma, Mazzarri aveva sistemato il rapporto tra il Napoli e l'impianto di Fuorigrotta, ma intanto aveva guastato il raccolto lontano dalle mura amiche. A Calzona, chiamato a fare da alchimista, il compito di provare a equilibrare questi due trend per regalare ai suoi quella continuità finora mai trovata in stagione. Per farlo, sempre per restare in tema di ricette difficili da bilanciare, sempre Calzona dovrà badare anche all'aspetto psicologico di un Napoli che vuole tornare 'giochista', andando spesso a caccia del numero da urlo (ogni riferimento alla puntata di Politano non è casuale), con il singolo a voler spiccare sul gruppo (idem, ma per Simeone), ma che in questo momento deve badare al sodo, dando la precedenza ai risultati, l'unico vero strumento per continuare a sognare la prossima Champions League. Per i lustrini, nel caso, arriveranno tempi più propizi.

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