Napoli, ennesimo tentativo di De Laurentiis per Conte ed altro no. I retroscena

Il patron insiste per avere il tecnico salentino, che continua a rispondere picche. Intanto sfuma Dragusin, mentre si continua a trattare per Samardzic

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
9 gennaio 2024
Antonio Conte (Ansa)

Antonio Conte (Ansa)

Napoli, 9 gennaio 2024 - Nella vita quasi nulla è casuale: men che meno nel calcio. L'avvistamento di Antonio Conte allo Stadio Olimpico Grande Torino, teatro della clamorosa debacle (l'ennesima stagionale) del Napoli per mano dei granata padroni di casa, sottintendeva un ammiccamento, anteriore e a maggior ragione posteriore alla sfida, da parte di Aurelio De Laurentiis, disposto a tutto pur di portare sulla panchina azzurra il suo pupillo principale. Oltre che in campo, con i risultati sotto gli occhi di tutti, il vento pare essere cambiato anche fuori, con l'appeal del patron e dello stesso club partenopeo ridotto quasi ai minimi storici.  

Il nuovo tentativo per Conte

  Il riferimento va anche al mercato, che in questo momento vede il Napoli campione d'Italia in carica incapace di pareggiare l'offerta del Tottenham per Radu Dragusin (30 milioni, bonus inclusi) e di attrarre quest'ultimo sotto le proprie grinfie come probabilmente sarebbe accaduto un anno fa di questi tempi, con la squadra lanciatissima verso il trionfo in campionato. In realtà, anche in piena euforia scudetto gli azzurri avevano incassato parecchi no, soprattutto con riguardo a una panchina rovente sulla quale nessuno voleva sedersi per evitare di entrare nel pericolosissimo confronto a distanza con Luciano Spalletti: per informazioni chiedere a Rudi Garcia, riabilitato dal rendimento raccolto finora dal suo successore Walter Mazzarri e chiaramente crocifisso ben oltre le sue stesse responsabilità. Qui si torna alla stretta attualità, con l'ennesimo contatto tra De Laurentiis e Conte che ha partorito l'ennesima fumata nera. Stavolta il patron aveva tentato un approccio diverso, più soft, mettendo sul piatto innanzitutto un contratto di 6 mesi che in realtà avrebbe fatto da antipasto alla costruzione di un progetto ben più a lungo termine: 3 anni e mezzo con un ingaggio da 8 milioni a stagione, con annessi benefit a partire da subito (e neanche tanto consueti a Castel Volturno) come la piena libertà sul mercato, a cominciare dalla sessione in corso e l'aggiunta nell'organigramma del club di uomini fidati come Gianluca Petrachi come direttore sportivo e del suo braccio destro Gabriele Oriali. Niente da fare, neanche a fronte di un'altra concessione non proprio familiare per De Laurentiis, abituato a ingabbiare per bene i propri dipendenti (soprattutto quelli più redditizi): il presidente del Napoli aveva infatti anche studiato la possibilità di concedersi reciprocamente la chance di lasciarsi prima del tempo senza neanche il bisogno di apporre clausole rescissorie e cavilli vari al contratto, per evitare i velenosi strascichi (giuridici e non) creatisi con altri tecnici. Anche in questo caso la risposta di Conte, l'allenatore libero più corteggiato del momento, è stata picche. Per i più maliziosi dietro a tutti questi no ci sarebbero le sirene di altre piazze reputate al momento più 'semplici', con il Milan in pole. Per gli altri è invece impossibile concepire un connubio simile tra due personalità così forti: senza dimenticare che nel passato, recente e non, diversi tecnici avevano giù rifiutato la panchina azzurra proprio per eludere l'ingombrante presenza di un 'padre padrone' come De Laurentiis e la contemporanea e quasi scontata assenza di una figura dirigenziale intermedia, con i direttori sportivi che a Castel Volturno spesso ricoprono un ruolo meramente di facciata.

No Dragusin, sì Perez

  Giusto per non smentire questa nomea, ADL mantiene il punto e decide di non revocare il ritiro indetto fino al derby contro la Salernitana, in programma sabato al Maradona, per punire e responsabilizzare i giocatori dopo la pessima prestazione di Torino, quella che più di tutte in stagione ha scoperchiato i limiti più caratteriali che tecnici della squadra campione d'Italia. Da qui la presa di posizione di De Laurentiis, che gli altri jolly tipici di questi casi in effetti li ha giocati tutti: gratitudine, alibi arbitrali e cambio di allenatore. La svolta non è arrivata. Anzi: alla fine il rendimento del Napoli è calato ulteriormente fino all'attuale nono posto, insidiato da vicino proprio dal Torino. Insomma, al momento per gli azzurri non è in pericolo la sola zona Champions, di fatto alla portata solo durante la tanto criticata gestione Garcia, ma l'intero accesso alle prossime competizioni europee. Un aiuto potrebbe arrivare dal mercato: possibilmente un aiuto vero, non come quello fornito da Pasquale Mazzocchi allo Stadio Olimpico Grande Torino. La pista più calda rimane quella che conduce a Lazar Samardzic, col quale apparentemente resta in piedi l'accordo trovato nei giorni scorsi sulla base di un ingaggio da 3 milioni lordi fino al 30 giugno 2029. I problemi, ammesso che siano davvero tali, stanno insorgendo con l'Udinese, che dopo un iniziale ammorbidimento delle proprie pretese, con i bonus scesi da 5 a 2 milioni a fronte dei 20 milioni di parte fissa, sta tornando a impuntarsi, tornando alle richieste iniziali. Non solo: lo stesso Napoli rischia di complicarsi da solo la vita provando a inserire nella trattativa il cartellino di Nehuen Perez, il nuovo profilo individuato per provare a rinforzare il tormentato reparto arretrato. Oltre alla difesa c'è da puntellare anche il centrocampo, dove il solo Samardzic non basterebbe né numericamente né tecnicamente: in queste ore si sta registrando un ritorno di fiamma per Antonin Barak, un altro vecchio pallino del quartier generale di Castel Volturno, nonché un rinforzo di esperienza per provare a innestare personalità in una zona del campo che ultimamente appare in balia degli avversari. Il ceco in realtà fu vicino a vestirsi di azzurro nell'estate 2022, quando il blitz della Fiorentina rovinò i piani di De Laurentiis, che oggi torna alla carica cercando ancora una volta di ridurre la spesa con qualche contropartita tecnica: il prescelto è Diego Demme, che però ormai non interessa più ai viola. Chissà che non tornino utili i soliti Alessandro Zanoli e Leo Ostigard, passati dall'essere tra i prospetti più interessanti della rosa ai jolly prescelti da ADL per cercare di ammortizzare ogni uscita. Proprio lo stesso ADL che, a parti invertite, in ogni trattativa non chiede nient'altro che soldi cash.

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