Calciomercato Napoli, non solo Mazzocchi e Samardzic: piacciono Dragusin e Luvumbo

De Laurentiis tenta di calare il poker di mercato per rianimare gli azzurri dopo il torpore degli ultimi mesi

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
4 gennaio 2024
Radu Dragusin (Ansa)

Radu Dragusin (Ansa)

Napoli, 4 gennaio 2024 - Dall'immobilismo totale estivo alla fretta quasi frenetica invernale: nel giro di pochi mesi sul pianeta Napoli è cambiato tutto sia in campo, con il rendimento sotto gli occhi di tutto che ha di fatto già mandato all'aria gran parte degli obiettivi stagionali, sia fuori, con i piani altissimi della società intenti a cercare di correggere le brutture dei mesi scorsi dando una grande accelerata sul mercato, con un poker di nomi nella testa di Aurelio De Laurentiis per rilanciare le quotazioni della sua creatura.

Mazzocchi a un passo

Il primo dell'elenco, Pasquale Mazzocchi, è in realtà già un giocatore azzurro in pectore, con le sole formalità delle visite mediche di rito da espletare. L'iter è iniziato ieri e verosimilmente terminerà nelle prossime ore: poi, alla corte di Walter Mazzarri, arriverà un terzino destro esperto e duttile che all'occorrenza può anche spostarsi a sinistra o alzare il proprio raggio di azione in un eventuale (e sempre più probabile) utilizzo della difesa a tre. Il nome dell'ormai ex giocatore della Salernitana è balzato da pochi anni agli onori della cronaca, ma il profilo in esame non è di certo quello di un elemento giovane. Mazzocchi viaggia infatti verso i 29 anni, stagliandosi così come un colpo anomalo nel contesto della gestione ADL, quella illuminata e sempre votata alla caccia dei giovani talenti. I tempi cambiano e, con essi, cambiano le contingenze. Non a caso, dopo essere stato a lungo una delle rose più giovani del campionato, il Napoli ha vinto lo scudetto allorché è lievitata l'età media, facendo intuire a De Laurentiis quanto la presenza di diversi senatori nel roster sia importante, per non dire fondamentale. Adesso però la musica è cambiata e sia i suddetti senatori sia i più giovani tra le fila azzurre hanno subito un netto cale generale. Idee tattiche ormai trite e ritrite e note a tutti gli avversari, forma fisica carente e motivazioni ridotte all'osso dopo mesi e mesi di festa e tripudio: pensare che il solo mercato possa sistemare tutte queste situazioni è fin troppo ottimistico anche per De Laurentiis e i suoi slanci. Da qualche parte però l'operazione risalita dovrà pur cominciare, con la zona Champions League nel mirino per evitare che la stagione apparentemente di transizione attuale infici pesantemente anche la prossima, con tutte le conseguenze del caso. La prima, la più lampante: l'ammanco della pioggia di milioni che l'accesso alla competizione continentale più rappresentativa porta con sé, con conseguente depauperamento delle ambizioni estive sul mercato. La seconda, forse ancora più pericolosa in ottica futura: i 'mal di pancia' che potrebbero scattare tra i big della rosa, costretti a saltare un giro nella vetrina extralusso della Champions League. Da qui l'urgenza di tentare la risalita: per farlo il solo Mazzocchi, ovviamente, non basta.  

Nodo Samardzic e obiettivi Dragusin e Luvumbo

  Non a caso, il Napoli sta tallonando con insistenza Lazar Samardzic, un obiettivo di vecchia data tornato concreto dopo la nota bagarre estiva tra Udinese e Inter. Passano i mesi e il serbo rischia di tornare al centro di un altro caso di mercato grazie all'inserimento della Lazio, che in queste ore sta provando il blitz a sorpresa prima della zampata definitiva di De Laurentiis. Ma cosa manca per il nero su bianco? In realtà, dopo l'ottimismo iniziale, l'affare ha subito una frenata a causa dell'insorgere di problemi tra le parti sul piano economico, con il Napoli che vorrebbe inserire contropartite tecniche (come Alessio Zerbin) per ridurre la spesa cash, quantificata presumibilmente in 20 milioni di parte fissa e 5 milioni di bonus, incontrando però il secco no dell'Udinese. Poi ci sarebbero dei problemi anche tra il club partenopeo e lo stesso Samardzic, con la sua ingombrante famiglia che rischia di tornare alla ribalta: il nodo, manco a dirlo, è sempre quello ormai consueto nel capoluogo campano dei diritti di immagine, oltre ad alcune commissioni che ruotano intorno al trasferimento. Al momento l'ottimismo resta predominante ma, a prescindere dalle sensazioni, il Napoli prova a non farsi fagocitare dalla sola oasi Samardzic, cercando di guardarsi attorno anche per altri obiettivi. Due su tutti, di cui uno per l'immediato e un altro per giugno. Il primo risponde al nome di Radu Dragusin, uno dei difensori rivelazione di questa prima parte di stagione. Tutto sembrava fatto tra il Tottenham e il Genoa, non nuovo a vendere i propri gioielli nella sessione invernale: poi qualcosa è andato storto, spianando così la strada all'ipotesi della permanenza in rossoblù del romeno oppure del blitz di un'altra società, con il Napoli a tentare il colpo anche per dare nuova linfa al reparto arretrato dopo il lungo stop occorso a Natan, a sua volta mai realmente convincente del tutto. Curiosamente, oltre al cash (circa 20 milioni), sul piatto c'è il cartellino di Leo Ostigard, una sorta di cavallo di ritorno che il Genoa ritroverebbe dopo aver lanciato nel grande calcio: l'alternativa al norvegese, non esattamente il giocatore più valorizzato in azzurro neanche a fronte della cura scudetto, è Alessandro Zanoli, già in predicato di sbarcare sotto la Lanterna ma con la semplice formula del prestito secco. Dal rossoblù del Genoa a quello del Cagliari, che nella sua travagliata prima parte di campionato finora ha messo in mostra pochi talenti: tra essi c'è Zito Luvumbo, un attaccante brevilineo capace di creare il panico nelle difese avversarie e, all'occorrenza, anche di finalizzare l'azione. L'operazione sembra non complicata in vista di giugno ma forse anche per l'immediato, con l'angolano che potrebbe sostituire il partente Matteo Politano, sempre più tentato dalle sirene dell'Al-Shabab. Qui si torna all'idea di De Laurentiis di ringiovanire la rosa provando ad acquistare talenti in erba ma comunque più o meno già avvezzi alle insidie della Serie A. Una rivoluzione a detta di molti tardiva e da iniziare mesi fa invece di cullarsi sugli allori dello scudetto.

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