Napoli, la lungimiranza di De Laurentiis: finanze sane per autofinanziare la rivoluzione

L'eccellente stato di salute delle casse del club partenopeo consente ampi margini di manovra in estate: a maggior ragione in caso di cessione di Osimhen e dei suoi 14 milioni lordi di stipendio

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
14 maggio 2024
Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Napoli, 14 maggio 2024 - La parte più ingombrante e mediaticamente attrativa della rivoluzione se la prende l'ormai certo cambio in panchina, con la ridda di nomi che vede continui ribaltoni nell'ottica dei favoriti del momento. Eppure, a prescindere da chi sarà l'erede del traghettatore Francesco Calzona, la stessa rosa del Napoli subirà profondi scossoni in tutti i reparti e lo farà nonostante di fatto mancherà la pioggia di milioni garantita dall'accesso alla Champions League: qui entrano però in gioco Aurelio De Laurentiis e le ricche finanze del suo club.  

Finanze al top

  A tal riguardo, cadono subito le voci che vedevano la società partenopea finita nell'orbita di qualche ricco sceicco arabo. In effetti, qualcosa potrebbe bollire in pentola ma 'solo' sotto l'aspetto di marketing e sponsor, con l'aggiunta di qualche eventuale amichevole di lusso. L'avventura nella Supercoppa di Riyad ha evidenziato quanto il brand Napoli sia ancora molto indietro rispetto agli altri top club italiani e ovviamente europei e di certo una stagione, la prossima, senza la vetrina della competizione europea più prestigiosa non aiuterà a rilanciare le quotazioni di una squadra che un anno fa ha toccato il cielo con un dito e che oggi ha dilapidato tutto il credito guadagnato anche a livello mediatico. Eppure, l'attualmente tanto criticato De Laurentiis, nonostante qualche decisione sul piano sportivo a dir poco discutibile, ha il merito di aver dotato il suo Napoli di una colonna vertebrale così forte da resistere anche (e soprattutto) nei momenti di tempesta: a parlare è il bilancio chiuso il 30 giugno 2023, che metteva in risalto un attivo di 79 milioni che tra poco più di un mese sarà peggiorato, ma neanche di molto. Mentre tante società agivano da cicale, la formica De Laurentiis ha messo da parte un tale gruzzolo da potersi permettere una rivoluzione capillare senza particolari bagni di sangue anche in mancanza della Champions League: a maggior ragione qualora il prossimo direttore sportivo Giovanni Manna riuscisse ad abbattere l'attuale monte ingaggi da 90 milioni.

Il sacrificio e gli intoccabili

  Molto, manco a dirlo, ruoterà intorno alle sorti di Victor Osimhen, che pesa ben 14 milioni lordi sulle casse del Napoli. La sempre più probabile cessione del nigeriano sarà una manna (e non solo per un gioco di parole) per il club partenopeo, che rischia (si fa per dire) di incassare dai 120 ai 130 milioni (oppure tra gli 80 e i 90 milioni con l'inserimento di una o due contropartite tecniche) e di liberarsi di uno stipendio monstre non più sostenibile. A quel punto, la società avrebbe la forza di muoversi con scioltezza sul mercato, piazzando addirittura più di una decina di colpi, e di blindare forse gli unici due azzurri oggi inamovibili: Stanislav Lobotka, il cervello del centrocampo, e Khvicha Kvaratskhelia, l'asso da ritrovare in campo. Magari anche grazie a quel rinnovo troppe volte rimandato, specialmente dopo la firma di Osimhen che potrebbe aver spaccato ulteriormente lo spogliatoio a partire dal post scudetto.

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