Inter-Napoli, la partita di Zielinski. E dei rimpianti Champions League
Le due formazioni che si sfidano domenica al Meazza a fine anno si passeranno il tricolore e anche il cartellino del polacco, ormai ai margini in azzurro
Napoli, 15 marzo 2024 – Napoli e Inter, due realtà tanto lontane quanto vicine. I riferimenti sono diversi e il primo va al recentissimo passato, con le dolorose eliminazioni dalla Champions League incassate per mano rispettivamente di Barcellona e Atletico Madrid ad aver guastato parte dei piani stagionali: sensazione che ovviamente si acuisce per gli azzurri, che dalla loro non hanno neanche la consolazione (mica poco) di uno scudetto sempre più vicino. Qui il parallelismo si estende a un passato dalle parti di Fuorigrotta un po' più remoto: un anno fa, di questi tempi, erano infatti i partenopei a comandare la classifica con un distacco già abissale sulle inseguitrici, preparandosi con largo anticipo a vivere la tanto attesa festa scudetto. In questa sorta di staffetta agrodolce tra campionato e Champions League, a fungere da trait d'union è Piotr Zielinski, che domenica sera al Meazza sfiderà il suo futuro, diventando quindi l'involontario emblema del sempre più probabile passaggio di consegne del tricolore tra Napoli e Inter.
Un addio tormentato
Il polacco, a partire dal prossimo 1 luglio, sarà un nuovo giocatore nerazzurro sulla base di un triennale con opzione per un ulteriore anno e dietro pagamento di uno stipendio da 4 milioni a stagione, più altri 4 milioni di commissione destinati all'agente. Insomma, un bel giro di denaro dal quale resta fuori il club partenopeo, che perde l'ennesimo pezzo da novanta della propria rosa da parametro zero. Stavolta però pare che Aurelio De Laurentiis le abbia provate tutte per impedire questa partenza che sarà dolorosa forse più sul piano economico che tecnico, con il classe '94 da tempo ormai fuori dalle rotazioni principali. Forse fin troppo: basti pensare all'esclusione dalla lista Champions League che ha di fatto privato il Napoli dell'apporto di qualità ed esperienza garantito da un centrocampista che fa della stoccata dalla medio-lungo distanza la sua specialità. Naturalmente dal quartier generale di Castel Volturno le smentite sulla tesi della ripicca sono fioccate, ma l'impressione è che dietro questa scelta, operata all'alba di febbraio, in pratica proprio nei giorni delle visite mediche e delle firme con l'Inter, ci fosse proprio la volontà di punire il ragazzo. L'esito del doppio confronto con il Barcellona avrebbe in realtà emesso un altro verdetto: questo Napoli, soprattutto in ambito internazionale e nei big match, ha ancora bisogno di Zielinski, che dal canto suo fino al 30 giugno continuerà a essere a tutti gli effetti un giocatore azzurro. De Laurentiis però, si sa, la pensa diversamente e senza neanche bisogno di scomodare eventuali teorie del complotto dietro all'accantonamento del polacco. Il patron ha infatti dichiarato di voler dare la precedenza, da qui a fine stagione, agli elementi già certi di far parte del progetto anche nel prossimo futuro e a quelli invece da valutare in ottica riscatto, con Walter Mazzarri prima e Francesco Calzona poi quasi costretti ad accodarsi a questo trend. Andando nello specifico, il posto in campo del promesso sposo dell'Inter è ormai appannaggio fisso di Hamed Junior Traorè, che a sua volta ha scalzato Jens Cajuste: entrambi, per motivi contrattuali diversi, nei prossimi mesi si giocheranno tanto del loro futuro in azzurro.
I parallelismi tra Napoli e Inter
Il presente sul pianeta Napoli a sua volta vede ormai Zielinski ai margini e lo stesso Napoli intento a leccarsi le ennesime ferite rimediate in stagione. La prima, forse anche la più dolorosa, è stata abdicare praticamente quasi subito dalla lotta scudetto, cominciando quindi a scucirsi quasi subito quel tricolore anelato e atteso per oltre tre decadi. Il contemporaneo crollo in campionato della Lazio, un anno fa la seconda della classe, ha contribuito ad avvalorare la tesi di chi ha sempre evidenziato le anomalie della scorsa stagione, troncata a metà dal Mondiale. In realtà, proprio l'Inter attuale interviene involontariamente a smentire questa teoria, non riuscendo a sua volta a confermare in ambito internazionale il dominio incontrastato in Serie A. E stavolta non c'è alcun Mondiale piazzato in pieno inverno a fungere da invito a nozze per i complottisti. Si potrebbe dunque discutere del livello di competitività del calcio italiano all'estero e farlo anche a dispetto del ranking Uefa che continua a sorridere al movimento nostrano nonostante la 'strage' nell'attuale Champions League. E si potrebbe anche confutare l'altra teoria, propugnata tra l'altro da molti presidenti dei principali club, che parla di un livello medio-basso in fondo alla classifica, tirando in ballo periodicamente la riforma che riporterebbe la Serie A a 18 squadre. Il trend degli ultimi due campionati, quello che curiosamente accomuna Napoli e Inter, parla invece di un torneo apertissimo e combattutissimo fino alla fine nella coda della graduatoria al quale fa da contraltare una lotta scudetto chiusa praticamente ben prima dell'arrivo della primavera. Insomma, le ultime due capoliste incontrastate dominano il campionato e macinano record su record, ma fuori dai confini nazionali non riescono a confermarsi. Questione di mentalità e abitudine ma anche di dettagli e fortuna, quelli notoriamente utili a contribuire alla genesi di un'intera stagione. Archiviata, tra mille rimpianti, la parentesi Champions League, Inter e Napoli si sfideranno in campionato proprio all'indomani della recente doppia delusione. Da una parte i nerazzurri proveranno a prolungare la striscia di vittorie di fila, avvicinando così ulteriormente lo scudetto a suon di altri primati da aggiornare, mentre dall'altra i partenopei, magari anche con un moto di orgoglio alla luce del tricolore ancora cucito sul petto, cercheranno di trovare un risultato di prestigio per continuare a credere nella rimonta Champions. L'inconsapevole fil rouge di tutto sarà proprio Zielinski che dunque, a meno di ribaltoni clamorosi anche solo da pensare al momento, sarà l'unico giocatore in campo a continuare a sfoggiare lo scudetto sul petto l'anno prossimo. Prima però per il polacco c'è da onorare l'ultimo spezzone della sua lunga epopea in azzurro. Sempre ammesso che per lui ci sia ancora spazio in campo, oltre a quello ormai consueto occupato in panchina.
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