Napoli, non solo Osimhen: in bilico anche la permanenza di Simeone e Raspadori

Grandi manovre in attacco e pure a centrocampo, dove Dendoncker non sarà riscattato: ancora da scrivere il destino di Traorè, mentre Gaetano e Folorunsho potrebbero rientrare alla base

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
21 marzo 2024
Giovanni Simeone e Giacomo Raspadori (Ansa)

Giovanni Simeone e Giacomo Raspadori (Ansa)

Napoli, 21 marzo 2024 – L'attenzione, come sempre, la catalizza Victor Osimhen, dato per molti, probabilmente dalle stesse parti in causa, agli sgoccioli della sua lunga e soprattutto intensa avventura in azzurro, ma le situazioni da monitorare in casa Napoli in ottica estate sono state e molte riguardano proprio l'attacco: al di là di chi, eventualmente, raccoglierà la pesantissima eredità del nigeriano, anche le caselle dei rincalzi, più o meno di lusso, sono tutte da verificare, con almeno uno tra Giovanni Simeone e Giacomo Raspadori a rischiare il posto.

I due in bilico

Il più in bilico è l'argentino e la cosa stupisce poco: a pesare sono l'anagrafe, la scarsa compatibilità con il progetto, ben fotografata dal bottino magro raccolto quest'anno in termini di reti, e soprattutto i desideri del diretto interessato, che ora che l'onda lunga della festa scudetto si è esaurita reclama spazio. Gli unici sussulti della stagione del Cholito erano arrivati sotto la gestione di Walter Mazzarri, ma l'unica rete a referto in campionato risale alla precedente gestione: quella di Rudi Garcia, che oggi sembra (ed in effetti è) lontana ormai secoli. Da allora per Simeone tanta panchina e, quando in campo, prestazioni deludenti e non più connotate da quella che era considerata la migliore qualità del figlio d'arte: riuscire a incidere anche in pochi minuti sul rettangolo verde a suon di gol da rapace d'area, quelli cosiddetti facili che spesso, paradossalmente, rappresentavano il tallone d'Achille del Napoli, e sempre dal peso specifico alto. Nonostante la stagione in sordina, in effetti in sintonia con il resto della truppa azzurra, il Cholito ha ancora un discreto mercato in Serie A, con la Lazio che lo ha individuato come il profilo migliore per rimpiazzare il partente Ciro Immobile nel segno di un usato sicuro che possa comunque garantire un buon apporto in zona offensiva. Lo stesso Napoli sembra ben propenso a liberarsi di Simeone, uno tra i tanti giocatori ad aver esaurito il suo ciclo dopo la conquista del tanto agognato scudetto: una conclusione oggi evidentissima ma che in effetti, con il senno di poi, inutile e quasi deleterio nel mondo del calcio, era palese già all'indomani del tripudio tricolore. Il discorso è decisamente meno a cuor leggero per Raspadori, l'altro eterno precario dell'attacco azzurro. Si parte dal corposo investimento operato dal club partenopeo nell'estate 2022, quando nelle casse del Sassuolo furono versati ben 35 milioni per un giocatore che di fatto non sarebbe mai stato un titolare: il tutto per volere diretto di Aurelio De Laurentiis, che notoriamente quando si 'innamora' di un calciatore è disposto quasi a tutto. Difficile stabilire quanto il suddetto innamoramento sia stato ricambiato dal nativo di Bentivoglio, che in effetti il suo, più o meno, l'ha sempre fatto: mettersi a disposizione in diversi ruoli (tutti quelli offensivi, ai quali aggiungere anche degli sporadici esperimenti da mezzala) e provare a capitalizzare al meglio i pochi minuti trascorsi in campo a suon di gol. Il fatturato è a due facce: le reti non sono state molte, ma buone, con la Juventus a fare spesso le spese delle zampate last minute del classe 2000. Al di là del peso emotivo di reti del genere, quelle contro l'acerrima rivale, il rapporto tra le parti, tanto per restare in tema di metafore amorose, sta vivendo una crisi, forse la prima, bella profonda: il Napoli, per un'offerta superiore al prezzo d'acquisto, sacrificherebbe Raspadori, che dal canto suo preferirebbe trovare una collocazione fissa anche per non rischiare di uscire dal giro della Nazionale, per ora salvo. Teoricamente, quest'estate all'ombra del Vesuvio potrebbe liberarsi una bella casella in zona offensiva, quella di Osimhen, ma l'impressione è che difficilmente il Napoli voglia puntare su Raspadori come rimpiazzo interno nonostante il prolungamento del contratto fino al 2028 firmato appena pochi mesi fa. Men che meno, ça va sans dire, su Simeone.

Caos a centrocampo

Le porte non sono scorrevoli soltanto in attacco. Emblematico in tal senso è il caos che regna a centrocampo, dove ad oggi sono certi della permanenza i soli Stanislav Lobotka e André-Frank Zambo Anguissa: sempre a meno di offerte monstre che, età dei giocatori in questione alla mano, stavolta verrebbero prese in considerazione. Per il resto, tutto è destinato a mutare. Si parte dall'addio sicuro di Piotr Zielinski e da quello probabilissimo di Leander Dendoncker, che finora in campo si è visto appena 21': non esattamente un indizio sulla voglia del Napoli di esercitare il riscatto dall'Aston Villa dietro pagamento di 10 milioni. E' ancora più alta la somma da corrispondere eventualmente al Bournemouth per riscattare Hamed Junior Traorè: ben 25 milioni per evitarsi la fatica di cercare l'erede di Zielinski. Per ora l'ivoriano sta ben figurando ma forse non al punto da dimostrarsi meritevole di un tale esborso da parte di De Laurentiis, che sfoglia la margherita anche per quanto riguarda il resto degli acquisti invernali: Pasquale Mazzocchi e soprattutto Cyril Ngonge resteranno in azzurro ma probabilmente soltanto per occupare le posizioni di rincalzo in quello che sarà il prossimo progetto, nel quale dovrebbe rientrare dalla porta principale Gianluca Gaetano dopo gli ottimi feedback che arrivano intanto dal giro di prestito a Cagliari. Possibile la permanenza, sempre sulla carta non per diventare un titolarissimo, per Michael Folorunsho, che a sua volta a Verona sta mettendo in mostra il meglio delle sue qualità, attirando anche le attenzioni di Luciano Spalletti e della sua Nazionale. Insomma, dai giocatori in prestito giungono ottimi riscontri al Napoli, che allo stesso tempo assumono un retrogusto amarognolo pensando alle scelte prese per la stagione in corso, quella della resa anticipata dalla lotta per lo scudetto e anche un po' da quasi tutti gli altri obiettivi. In piedi resta soltanto la qualificazione alla prossima Champions League, a sua volta oggi una missione molto complicata. Inutile dire che in caso di fumata nera anche i discorsi legati al mercato potrebbero cambiare radicalmente.

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