Napoli, Natan e Cajuste si presentano: "Qui per aiutare la squadra"

Arrivati in azzurro quasi da semisconosciuti, i due nuovi acquisti promettono il massimo apporto alla causa

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
17 agosto 2023
Jens Cajuste (Ansa)

Jens Cajuste (Ansa)

Napoli, 17 agosto 2023 - In attesa che il mercato si sblocchi e viva un'altra folata nel segno di qualche altro rinforzo, con Gabri Veiga in cima all'elenco presente sul taccuino di Mauro Meluso, il Napoli introduce alla stampa coloro che hanno già da tempo raggiunto Rudi Garcia: è il caso di Natan e Jens Cajuste, che nel pomeriggio si sono raccontati davanti a microfoni e taccuini.

Le dichiarazioni di Natan

Il primo a essere sbarcato nel capoluogo campano in ordine cronologico è stato il difensore brasiliano, che ha mostrato una personalità importante fin da subito. Come? Scegliendo il numero 3, quello appena lasciato libero da Kim Min-Jae, il giocatore che di fatto sostituisce. "In realtà si tratta di un numero che mi piace e che usavo nelle giovanili: non posso dire che si tratti di una scelta voluta per provare a imitare Kim, che è un grandissimo difensore che rispetto". Insomma, va bene avere carattere ma forse non fino al punto di spingersi a voler subito provare a rimpiazzare colui che è stato il miglior stopper della squadra nell'anno dello scudetto e forse addirittura dell'intero campionato. Eppure, da parte del classe 2001 qualche altro segnale di una personalità forte si è comunque palesato presto. Si comincia dall'entrata tutt'altro che soft su un giocatore del calibro di Victor Osimhen praticamente nel giorno del suo primo allenamento in azzurro e si arriva al difensore al quale l'ex Bragantino ha dichiarato di ispirarsi. "Mi piace Thiago Silva: è lui il mio modello in quanto a velocità e grinta. Si tratta delle caratteristiche sulle quali ho cercato di lavorare per favorire la chiamata di un grande club europeo, che poi si è rivelato essere il Napoli. Sono forte anche nelle coperture e nella tecnica, ma ovviamente c'è sempre un certo margine di crescita su cui intervenire". Crescita che potrebbe passare anche dall'aiuto di veterani del calibro di Juan Jesus e Mario Rui, con quest'ultimo che non entra nella questione soltanto per una mera questione di lingua. "Mi stanno aiutando molto sia in campo sia fuori. Quanto al rettangolo verde, posso dire che all'occorrenza posso giocare anche terzino sinistro: si tratta di un ruolo che mi piace molto". Mathias Olivera e lo stesso Mario Rui sono quindi avvertiti. Naturalmente, a parte le dichiarazioni ambiziose e l'inserimento positivo in un gruppo collaudato e reduce dall'apoteosi scudetto, per Natan a breve i primi veri riscontri arriveranno con il debutto in Serie A, un palcoscenico mai semplice e banale per chi viene da altre realtà. "Il calcio italiano è forte, tecnico e abbastanza difensivo: per chi gioca nel mio ruolo venire qui è stimolante". Stimolante ma forse non proprio semplice: a cominciare dall'ambientamento. "Sto studiando la lingua anche per parlare di più con il mister, con cui finora purtroppo ho avuto poche occasioni per confrontarmi. E' un peccato perché so che migliorerò grazie ai consigli suoi e del suo staff". Tra le lacune emerse finora studiando il profilo di Natan, a dispetto di una fisicità imponente, c'è il colpo di testa, un fondamentale invece molto gettato dai difensori azzurri. E non solo, come dichiarato proprio dal diretto interessato. "Per ora non ho segnato molti gol così, ma spero di riuscire a invertire il trend: magari già a partire da quest'anno. Inoltre, probabilmente devo migliorare nella pressione alta e nella velocità: sono sicuro che riuscirò ad adattarmi al meglio". Infine per il brasiliano arriva il momento di una prima breve fotografia di ciò che lo ha colpito del pianeta Napoli. "Mi piace la tifoseria, che è molto appassionata, ma anche il gruppo, che mi ha accolto alla grande: non vedo l'ora di debuttare al Maradona".

Le dichiarazioni di Cajuste

 Il microfono passa poi a Cajuste, arrivato in azzurro per allungare le rotazioni a centrocampo. Ma forse non solo, come fortemente auspicato dal diretto interessato, che comincia innanzitutto a illustrare le sue qualità, palesando una grande duttilità. "Mi piace giocare in diverse posizioni: da centrale e da interno in egual misura e mi sento forte in entrambe le fasi. Mi metto a disposizione del mister, che deciderà dove collocarmi". Lo svedese non nasconde l'emozione per un'avventura accolta con il massimo entusiasmo. "Per me è un onore essere qui, nella squadra campione d'Italia nella quale arrivo con tutta l'umiltà possibile per aiutare un allenatore di questa caratura". Insomma, Garcia ha fatto colpo sul classe '99, che si dice pronto a scendere subito in campo: magari anche già sabato. "Sono felice di essere qui, dove mi sento solo un ingranaggio nel contesto di una grande macchina. Accumulare minuti tanto per farlo non è il mio obiettivo: io sono qui per aiutare la squadra e per farlo mi adeguo sempre a ciò che dice il mister". Non solo Garcia: a Cajuste è piaciuto anche il gruppo nella sua totalità. "Fin dal primo giorno mi hanno impressionato tutti: qui ho trovato un livello che non avevo mai visto in carriera. Sono stato molto colpito dagli allenamenti, ma avevo seguito la squadra già l'anno scorso in particolare in Champions League. Non mi aspettavo di essere qui, in un centrocampo così forte sia nei titolari sia nelle seconde linee. Approdare in questa squadra è stata la decisione più semplice della mia vita: arrivo in una grande città, con tifosi fantastici e potrò lavorare con uno staff di altissimo livello, nel contesto di un gruppo fortissimo". Insomma, tutto va ben oltre ogni più rosea aspettativa di Cajuste, che però non nasconde qualche timore reverenziale verso la nuova realtà. "In carriera ho affrontato l'Atalanta: fu una gara molto difficile che mi fece capire quanto il livello della Serie A, un campionato molto tattico, sia più alto di quello della Ligue 1". Infine una curiosità legata a un aneddoto di vita. "Ho cominciato a giocare a calcio in Cina, dove la mia famiglia si era trasferita e, curiosamento, il mio primo amore è stato il basket".

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