Napoli, alla scoperta di Natan: chi è il brasiliano erede di Kim
A sorpresa gli azzurri scelgono il difensore del Bragantino come sostituto del sudcoreano
Napoli, 5 agosto 2023 – Alla fine la montagna ha partorito: se un semplice topolino o una creatura ben più maestosa e rassicurante lo diranno solo il tempo e il campo. Per il momento il Napoli, in attesa che vengano espletate le ultime formalità prima del nero su bianco, tra cui l'arrivo in Italia in pompa magna del diretto interessato, può godersi il suo nuovo centrale difensivo in pectore: si tratta di Natan Bernardo De Souza, una sorta di carneade che sta ovviamente già attirato la curiosità di un'intera piazza, che sogna l'ennesimo colpo a effetto (e low cost) da parte di Aurelio De Laurentiis.
Chi è Natan
Nato il 6 febbraio 2001 a Itapecerica da Serra, nello stato di San Paolo e alto 188 cm, il nuovo stopper azzurro è figlio del sempre fecondo laboratorio del Flamengo, dove viene spostato al centro della retroguardia dopo un ottimo passato da terzino sinistro grazie a un piede mancino di tutto rispetto. Con la società di Rio de Janeiro arriva anche il debutto nel calcio dei grandi il 27 settembre 2020 contro il Palmeiras, in un match disputato dal primo all'ultimo minuto e terminato 1-1. Quello che sembra l'inizio di un sodalizio lungo e fortunato è invece il preludio alla trafila dei prestiti, con il primo approdo al Bragantino datato 15 marzo 2021: la formula è quella del prestito oneroso, dietro pagamento di 760mila euro, fino al 31 dicembre dello stesso anno. In realtà nel contratto era presente anche una clausola che avrebbe portato Natan a titolo definitivo nella nuova squadra al raggiungimento di 20 presenze stagionali: il prezzo fissato dalla postilla ammontava a 4,3 milioni. E' proprio questo lo scenario che si compie il 22 gennaio 2022, giorno in cui il Bragantino annuncia l'acquisto del cartellino difensore, pronto a legarsi alla nuova compagine fino al 31 dicembre 2025, con opzione per prolungare il sodalizio di un ulteriore anno. In realtà il rapporto lavorativo sta per interrompersi con largo anticipo grazie al blitz del Napoli, che nelle ultime ore ha impresso una forte accelerata per chiudere subito la questione. Uno scenario curiosamente difficile da prevedere se si pensa all'andamento lento che aveva caratterizzato la lunga caccia a un degno erede di Kim Min-Jae. Caccia che, è proprio il caso di dirlo, ha vissuto diverse battute più o meno a vuoto tra ammiccamenti non andati a buon fine, trattative vere naufragate e autentici due di picche. Nessuno saprà mai se Natan rappresenti davvero la prima scelta del club partenopeo o se invece per quest'ultimo il nuovo acquisto in pectore sia poco più di un ripiego: fatto sta che oggi, con le visite mediche ormai alle porte, qualsiasi discussione di questa portata è ormai vana.
I dettagli
Il brasiliano è atteso nelle prossime ore a Roma, dove sosterrà le visite mediche prima di raggiungere il resto della truppa azzurra, per la verità ancora mutilata da una preoccupante sfilza di infortuni, nel ritiro di Castel di Sangro. Non solo i consueti test di rito propedeutici all'ufficialità: prima della firma del classe 2001 il Napoli dovrà anche limare gli ultimi dettagli burocratici con il Bragantino. In realtà in tal senso è tutto fatto: il club controllato dal colosso Red Bull incasserà circa 10 milioni, mentre il difensore firmerà un quinquennale che ben testimonia la fiducia riposta da De Laurentiis sull'imminente suo nuovo acquisto. Il patron, che dopo il gran rifiuto di Kevin Danso era finito nel mirino di una parte della piazza che cominciava a non gradire la lunga impasse sul mercato, ha fatto la sua mossa: adesso la palla passa a Garcia, ma non solo. A detta di molti dietro l'exploit di Kim, oggi felicemente al Bayern Monaco, c'è la mano di Amir Rrahmani, il leader della retroguardia dal peso specifico piuttosto sottovalutato nel progetto azzurro. Il kosovaro, premiato dalla società con un rinnovo fino al 30 giugno 2027, con opzione per un'ulteriore stagione, è chiamato ora a confermare questa nomea che in realtà si era meritato già quando aveva provato a risollevare le sorti di Kalidou Koulibaly nell'ultimo tratto della sua avventura al Napoli. Il resto lo farà verosimilmente Juan Jesus, esperto connazionale di Natan, che a sua volta sarà chiamato a confermare nel calcio europeo quanto mostrato con ottimo profitto in patria: un passaggio mai banale e scontato. Non solo: il nuovo difensore azzurro dovrà confrontarsi con due (non uno) predecessori di livello mondiale cercando invece di non emulare il percorso fatto (finora) nel capoluogo campano da Leo Ostigard che, al netto della spiccata somiglianza fisica con Fabio Cannavaro, continua a convincere poco. A tal riguardo, con una stagione intensa e ricca di appuntamenti su più fronti da vivere senza potersi permettere il lusso di recitare il ruolo della sorpresa, l'attuale emergenza infortuni preoccupa non poco, sollevando la questione della reale qualità della rosa e in particolare delle seconde linee. Eppure, anche l'anno dello scudetto aveva visto diversi protagonisti della cavalcata vincente fermarsi a ripetizione a causa di guai fisici: le risposte partorite in quel momento dalle riserve erano state più che confortanti, ma forse da analizzare nel contesto di un campionato di grazia in cui ogni ingranaggio svolgeva alla perfezione la mansione per cui era stato creato a partire dall'estate. All'epoca a capo del vapore azzurro c'era Luciano Spalletti, un maestro nel plasmare gruppi coesi in cui ognuno finisce col rendere oltre ogni più rosea aspettativa. A Garcia, sempre a proposito di eredità pesantissime da raccogliere, il compito di emulare il suo predecessore e creare un roster unito e, soprattutto, ancora affamato in campionato e voglioso di migliorare il proprio cammino in Champions League. La missione si preannuncia difficile ma non impossibile: specialmente qualora dal mercato arrivassero i tasselli giusti per riempire i vuoti lasciati da determinati protagonisti dello scudetto. A Garcia e Natan il compito di non far rimpiangere rispettivamente Spalletti e Kim e di confermare la perdurante bontà delle intuizioni di De Laurentiis.
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