Napoli, restyling della difesa: Hermoso a un passo. E per Buongiorno si mobilita Conte
Entra nel vivo il mercato degli azzurri per rinforzare la retroguardia, con il tecnico salentino già impegnato in prima persona per accelerare le trattative
Napoli, 9 giugno 2024 - La presentazione ufficiale a stampa e tifosi ancora non c'è e potrebbero servire più di due settimane per averla, ma intanto Antonio Conte, oltre ad essere già entrato nelle simpatie della piazza nonostante il suo fortissimo passato a tante bianconere, comincia già a lavorare concretamente per il Napoli. Il primo mattoncino, per la verità, era arrivato con la 'semplice' firma, la medicina buona, insieme al tempo, per lasciarsi rapidamente alle spalle un'annata deludente come quella ormai in archivio: merito anche di Aurelio De Laurentiis, che non ha perso tempo per regalare e regalarsi il nome altisonante buono per riconquistare un po' del credito perso nella scorsa stagione. Il verdetto definitivo, ovviamente, lo darà solo il campo, dove i veri protagonisti saranno i giocatori. Lo stesso Stanislav Lobotka, intercettato nei giorni scorsi dal ritiro della sua Slovacchia, ha ammesso che nel recente passato anche un allenatore del calibro di Pep Guardiola avrebbe fatto una brutta figura nella gestione degli azzurri. Una confessione che serve a scagionare i vari Rudi Garcia, Walter Mazzarri e Francesco Calzona e anche a prendere in mano le redini delle proprie responsabilità in vista del futuro. Insomma, un ottimo viatico per il nuovo ciclo alle porte, che avrà bisogno della rinascita di coloro che già militano nel Napoli e dell'arrivo di linfa fresca dal mercato. E qui torna in ballo Conte, più operativo che mai nonostante l'insediamento uffiicale sia avvenuto di fatto meno di una settimana fa: qualora il Napoli alla fine dovesse spuntarla davvero nella corsa ad Alessandro Buongiorno, una bella fetta di meriti andrebbe davvero al proprio nuovo allenatore.
L'incontro Conte-Buongiorno
In poche ore hanno infatti già fatto il giro del web le immagini che immortalano l'incontro avvenuto tra Conte e il difensore del Torino qualche giorno fa: probabilmente il 6 giugno, quando il classe '99, inserito da Luciano Spalletti nell'elenco dei 26 che saranno protagonisti nell'avventura a Euro 2024, si stava godendo qualche ora di libertà nel capoluogo piemontese, dove risiede anche il nuovo tecnico del Napoli. Tra un accorato scambio di saluti reale e qualche virgolettato più o meno fantasioso o più o meno verosimile, a seconda dei punti di vista, quel che è certo è che Buongiorno a Conte piace tanto quanto già piacesse ai piani alti del quartier generale di Castel Volturno. Insomma, una delle testimonianze di quanto il matrimonio tra Conte e il Napoli stia nascendo sotto una buona stella arriva dal mercato, dove finora tra le parti si è registrata un'aderenza praticamente totale. Parlando di Buongiorno però la questione non può essere analizzata escludendo il Torino, una realtà ambiziosa che quest'anno ha anche sfiorato la qualificazione alla Conference League, lottando per qualche giornata proprio contro il Napoli per l'ultimo treno buono per l'Europa: alla fine, in ottica classifica, l'hanno spuntata i granata, arrivati noni davanti agli azzurri, decimi, grazie agli scontri diretti, ma la sconfitta in finale di Conference League della Fiorentina contro l'Olympiakos ha spento sul nascere qualsiasi velleità continentale. Non solo i recenti risultati, incoraggianti ma non sufficienti a placare la delusione di una piazza che ormai da troppi anni aspetta il tanto atteso salto di qualità: lo stesso Urbano Cairo, un osso molto duro sul mercato, ha più volte blindato il proprio gioiello. Lo ha fatto concretamente la scorsa estate, con un corposo rinnovo fino al 30 giugno 2028, dietro pagamento di un ingaggio da 900mila euro a stagione, e si è ripetuto nei mesi successivi con le parole, togliendo a più riprese il difensore dal mercato per farne l'emblema del Torino del presente e del futuro. Il problema, per Cairo e per l'intero Torino, è che nel frattempo il rendimento di Buongiorno è cresciuto a dismisura, attirando tante pretendenti, che potrebbero addirittura aumentare dopo gli Europei, che sembrano disposte a ritoccare verso l'alto l'attuale ingaggio. Tra esse, manco a dirlo, svetta il Napoli.
L'offerta del Napoli e la chance Hermoso a zero
Un po' come fatto per Conte, il club partenopeo vuole giocare d'anticipo per evitare brutte sorprese: dall'inserimento di altre società all'aumento vertiginoso del prezzo del cartellino di Buongiorno, attualmente fissato a 40 milioni. La prima offerta presentata a Cairo parlava di 35 milioni di parte fissa più 5 milioni di bonus: vicina al bersaglio ma non ancora sufficiente per chiudere la partita, che potrebbe essere più in discesa per quanto riguarda la quadra da trovare con Buongiorno e i 900mila euro di stipendio attuali facilmente superabili da un club come il Napoli, che intanto continua a guardarsi attorno per puntellare la difesa. Se Buongiorno e i suoi 25 anni compiuti lo scorso 6 giugno, il probabile giorno dell'incontro (fortuito) con Conte, rappresenta l'investimento per il presente e per il futuro, il quasi 29enne Mario Hermoso, vicino a svincolarsi dall'Atletico Madrid, potrebbe costituire l'occasione low cost per fornire alla retroguardia un rinforzo di esperienza e personalità. Anche su questa trattativa, vicina alla chiusura, c'è la mano di Conte, che ha forzato la mano affinché la fumata bianca, sulla base di un triennale, arrivasse a stretto giro di posta. E, a meno di colpi di scena, così sarà: Hermoso, di professione difensore centrale ma capace di giostrare anche a sinistra, è a un passo dal vestirsi di azzurro. Merito di Conte, appunto, ma forse anche dell'immutato appeal del Napoli nonostante un anno in purgatorio senza la vetrina continentale: basti pensare che sullo spagnolo si era fiondata con forza anche la Roma, che gli avrebbe offerto un giro in Europa League. Se questi sono i riscontri che arrivano dall'esterno, quelli che provengono da Fuorigrotta hanno un sapore leggermente diverso: Giovanni Di Lorenzo, il capitano separato in casa che non ti aspetti, continua a voler cambiare aria, così come Victor Osimhen, intorno al quale per ora tutto (o quasi) tace. Nel mezzo c'è Khvicha Kvaratskhelia, allettato dall'idea di diventare ancora più centrale nel progetto ma, al tempo stesso, non totalmente indifferente alle sirene di mercato arrivate finora alle sue orecchie.
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