Mercato Napoli, i casi opposti di Osimhen e Di Lorenzo

Per il nigeriano, che con il suo stipendio pesa come un macigno sulle finanze del club, mancano le offerte, mentre il capitano è gettonato ma incedibile per De Laurentiis

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
7 giugno 2024
Giovanni Di Lorenzo e Victor Osimhen (Ansa)

Giovanni Di Lorenzo e Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 7 giugno 2024 – Nel calciomercato il rischio di fare i conti senza l'oste è spesso dietro l'angolo. Non di rado le società si lanciano in proclami, in un senso o nell'altro, destinati a essere sconfessati dai fatti reali, quelli che segnano la differenza sostanziale tra il chiacchiericcio da bar e le trattative vere e proprie. In casa Napoli ci sono due giocatori che, nel verso opposto, sembrano in procinto di sperimentare questa problematica, coinvolgendo di conseguenza anche il club e le sue aspirazioni. Si parte da Victor Osimhen, il 'sacrificato' di lusso designato per desideri propri e della stessa società per diversi motivi e si arriva a Giovanni Di Lorenzo, uno che invece avrebbe voluto cambiare aria prima di scontrarsi con il veto opposto dai piani altissimi del quartier generale di Castel Volturno.

Il caso Osimhen

Quando poco prima dello scorso Natale, dopo mesi e mesi di speculazioni dovute a una scadenza contrattuale troppo vicina, il Napoli e Osimhen si giurarono amore fino al 30 giugno 2026 ben pochi, tra tifosi e addetti ai lavori, videro il nuovo matrimonio soltanto sotto una lente romantica. Il vero scopo recondito di una firma attesa a lungo era tutelare tutte le parti in causa: il giocatore, tramite la clausola rescissoria da 120-130 milioni, non avrebbe visto mortificate dalle resistenze e dalle pretese di Aurelio De Laurentiis le sue aspirazioni di migrare presto in lidi a suo dire più ambiziosi e prestigiosi e lo stesso patron, in sede di mercato, avrebbe avuto la garanzia di incassare una bella cifra senza neanche inimicarsi troppo la piazza. Quest'ultima, nel frattempo, preso atto del crollo sempre più verticale della squadra, avrebbe avuto ben altri problemi al punto quasi da sperare nella cessione dell'idolo dello scudetto, che a sua volta, seppur sempre segnando con una certa costanza nonostante i continui ribaltoni sulla panchina azzurra, sarebbe incappato in diversi problemi fisici. Tutti questi fattori hanno contribuito a raffreddare il mercato intorno a Osimhen, che sogna la Premier League, piace al Paris Saint-Germain ma, a quelle cifre, realisticamente potrebbe finire solo all'Al Hilal. Se questa è l'estrema sintesi della vicenda vista dalla prospettiva del nigeriano, quella che narra il possibile De Laurentiis pensiero rischia di essere ancora più cruda. In caso di mancata cessione del proprio numero 9, infatti, il patron sarebbe costretto a trattenere lui, e non è detto che ciò avvenga con il reciproco sorriso sulle labbra, e soprattutto i 10 milioni netti di stipendio che incasserà per altri 2 anni. La variabile impazzita si chiama Antonio Conte, il fresco nuovo allenatore del Napoli che potrebbe cambiare le carte in tavola decidendo, magari, di blindare il numero 9, cosa finora per la verità non accaduta almeno nei colloqui preliminari con la società. La verità è che l'attaccante ideale del tecnico salentino risponde ad altri identikit: per la precisione, a quello di Romelu Lukaku, che intanto, a sorpresa, potrebbe rimanere al Chelsea per espressa volontà del nuovo allenatore Enzo Maresca oppure essere ceduto, ma stavolta solo a titolo definitivo e senza altri giri in prestito. Tanto per restare in tema di novità e variabili impazzite che, nel corso dei mesi, hanno scombinato i piani di De Laurentiis, un presidente notoriamente abituato ad avere tutto sotto controllo.

Il caso Di Lorenzo

Era difficile da prevedere anche il 'mal di pancia' di capitan Di Lorenzo, a maggior ragione dopo il maxi rinnovo firmato la scorsa estate fino al 30 giugno 2028 nonostante una carta d'identità non proprio verdissima. Curiosamente, a ricalcitrare maggiormente è uno dei pochi giocatori ad aver incassato la firma-premio dopo lo scudetto, quella che, sempre nei piani a volte troppo ottimistici di De Laurentiis, doveva servire a fare del terzino la bandiera del Napoli che è stato e che, soprattutto, sarebbe stato anche a distanza di tempo dalle feste e dai bagordi. Invece è successo l'esatto opposto: man mano che il tempo passava inesorabile, il legame tra Di Lorenzo e la piazza si sgretolava sotto i colpi di una stagione più complicata del previsto e di diversi errori personali del terzino che, al contrario di quanto sarebbe accaduto per altri giocatori, non avrebbero trovato la misericordia della tifoseria. A premesse del genere mancava solo il detonatore, che risponde al nome di Mario Giuffredi, il procuratore del capitano che, appena archiviata la stagione, non ha perso tempo e ha subito dichiarato la volontà del suo assistito di cambiare aria. Stavolta, a differenza di quanto sta accadendo per Osimhen, il mercato intorno a Di Lorenzo, che garantisce qualità, quantità ed esperienza, è piuttosto acceso e vivo, con Juventus e Inter tra le principali candidate iscritte all'elenco delle squadre interessate. E, sempre a differenza di quanto c'è da registrare per Osimhen, la volontà del Napoli e dello stesso Conte è di trattenere Di Lorenzo per farne il braccetto di una difesa a tre oppure un quinto a tutta banda e, soprattutto, il collante tra il vecchio ciclo e quello alle porte. La partita decisiva si disputerà presumibilmente con un incontro tra le parti, forse l'ultima occasione per provare a ricucire lo strappo che, a sua volta, alla luce di un contratto fortissimo (e senza clausole rescissorie) non significa cessione automatica. Tutt'altro, con De Laurentiis che si è espresso a chiare lettere ancor prima di annunciare l'ufficialità di Conte. Insomma, per il patron lo scenario di mercato attuale è al limite del paradossale: la cessione tanto auspicata di Osimhen, complici dei paletti piuttosto stringenti, sembra un miraggio, e quella da scongiurare di capitan Di Lorenzo fa paura. La situazione si presenta analoga anche dalla prospettiva dei giocatori, accomunati dalla volontà di migrare altrove ma, per ragioni diverse, 'bloccati' nel capoluogo campano, dove per il momento la nuova euforia portata da Conte sta annacquando qualsiasi problematica. Passata l'onda lunga iniziale, che verosimilmente si protrarrà fino alla presentazione ufficiale del tecnico salentino, per il Napoli sarà davvero tempo di provare a sciogliere i primi nodi del nuovo corso.

Leggi anche - Roland Garros, anche la coppia Paolini-Errani in finale nel doppio

Continua a leggere tutte le notizie di sport su