Napoli, rivoluzione Manna in stile Juve: da Conte ad Allegri, fino ad Under-23 e Gasperini

Il prossimo direttore sportivo del club partenopeo pianifica un piano quinquennale a forti tinte bianconere. E spunta anche il possibile ritorno di Kim

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
16 aprile 2024
Gian Piero Gasperini (Ansa

Gian Piero Gasperini (Ansa

Napoli, 16 aprile 2024 - Da una stagione quasi dichiaratamente non programmata e vissuta solo sulle ali dell'entusiasmo dello scudetto, prima di scoprire che il vento sarebbe ben presto cambiato, lasciando il Napoli in balia di onde avverse destinate a diventare una bufera, a un piano quinquennale per ricostruire dalle fondamenta il club: difficile immaginarsi un mea culpa a mezzo stampa di Aurelio De Laurentiis, ben più presente mediaticamente quando c'è da raccogliere lodi ed encomi, ma il lavoro a fari spenti per rigenerare la sua creatura dopo un'annata da dimenticare sembra promettente. Si parte dai quadri dirigenziali, dove sparirà Mauro Meluso, figura per la verità già piuttosto eterea, e comparirà Giovanni Manna, che a sua volta intanto si sta eclissando dal pianeta Juventus, oggi più vicino che mai nonostante la nota rivalità. Le novità attese a Castel Volturno e molto attinenti al mondo bianconero sono tante. In principio si parlava soltanto dell'interesse per qualche giocatore, con Matias Soulé, oggi in prestito proprio in quel Frosinone che domenica scorsa ha esacerbato la frattura con il Maradona, in cima al taccuino del direttore sportivo in pectore degli azzurri, consapevole come pochi della necessità della sua quasi ex società di sacrificare almeno un giovane talento nell'ottica dei giochi di bilancio e nonostante la sempre più probabile qualificazione alla prossima Champions League. La situazione sembra farsi molto più profonda allorché la rivoluzione che ammicca alla Juventus tocca altri due punti.  

Allegri e Under-23

  Il primo è la panchina, con il ritorno di Massimiliano Allegri nel lotto dei papabili eredi di Francesco Calzona nonostante il precedente flirt non andato a buon fine: nel mirino di De Laurentiis, all'epoca, lo stile di gioco non esattamente offensivo del tecnico toscano, che in quella sorta di provino non aveva convinto neanche per il modus operandi nei confronti dei piani alti del club, da rimandare ovviamente proprio al patron. L'ADL-centrismo potrebbe essere vicino al capolinea spulciando in profondità dei piani di Manna, un giovane che, in quanto tale, appare un vulcano di idee proprio nella città del Vesuvio. La lezione imparata dalla sua esperienza a tinte bianconere conduce anche al miglioramento del settore giovanile, che può diventare un prezioso bacino dal quale attingere talenti da lanciare in prima squadra o da vendere sul mercato. In attesa della risalita della Primavera, attualmente impelagata nella seconda serie e a sua volta punta dell'iceberg di una sezione del club partenopeo da rifondare completamente, Manna pensa di creare l'Under-23 azzurra, da iscrivere alla Lega Pro già dalla prossima stagione. L'ambizione, magari a lungo termine, è riuscire nell'impresa finora fallita da tutti i direttori sportivi passati dalle parti di Castel Volturno nel ventennio targato ADL: creare un settore giovanile competitivo che possa avvicinare il Napoli agli altri top club italiani ed europei, avendo un impatto importante anche sul fatturato di una società finora obbligata a pescare i propri talenti dal mercato senza avere la possibilità di crearli da zero. Certo, le eccezioni non mancano, con l'emblema che è rappresentato da Lorenzo Insigne: praticamente una rondine che non ha fatto primavera né scuola, oltre ad accendere i riflettori su un altro presunto problema, quasi tipico, della piazza partenopea, cioè l'estrema severità verso i figli della propria città. Un problema al quale, eventualmente, Manna penserà in seguito: prima ci sarebbe da plasmare un'Under-23 che ovviamente accoglierebbe anche giocatori magari prelevati da altri club e da far crescere con tranquillità sotto la propria ala.

Tra Gasp e Kim

  Il bizzarro fil rouge con la Juventus prosegue nel segno di Antonio Conte, che rimane il preferito del quartier generale di Castel Volturno. Finora il feeling non è stato reciproco e neanche gli 8 milioni di ingaggio pronti a essere messi sul piatto da De Laurentiis potrebbero bastare per alimentare un rapporto complicato fin dalle origini: pare infatti che il tecnico salentino, per accomodarsi sulla panchina azzurra, chieda non meno di 10 milioni di stipendio, praticamente quello che il Napoli potrebbe risparmiare dalla probabile cessione estiva di Victor Osimhen. Non è detto però che ad ADL vada bene un tecnico così accentratore proprio ora che è al vaglio un restyling del club nel segno di una ripartizione più equa dei poteri. Non a caso, sta scalando rapidamente le gerarchie Gian Piero Gasperini, un altro allenatore legato a doppia mandata al mondo Juventus visti i precedenti da giocatore e quelli da tecnico delle giovanili. La recente impresa in casa del Liverpool ha fatto impennare le quotazioni di Gasp, il profilo ideale qualora il Napoli che sarà volesse ripartire dai giovani o comunque da giocatori fatti ma non ancora totalmente finiti. Poco male se per un po' dalle parti di Castel Volturno dovesse tornare in cantina il 4-3-3, il modulo dei sogni che in effetti pare aver esaurito la propria magia: tutto si può dire tranne che dietro la difesa a tre di Gasperini si nasconda un gioco poco spettacolare e scoppiettante. La speranza tacita di ADL, un classico in questi casi, sarebbe che insieme all'allenatore piemontese si muova anche qualche pezzo grosso dell'Atalanta, con i sogni di mercato che conducono principalmente a Teun Koopmeiners e Giorgio Scalvini. Quest'ultimo andrebbe a rinforzare una difesa che quest'anno, in particolare sotto la gestione Calzona, sta facendo acqua da tutte le parti. Non a caso, il reparto arretrato sarà quello più toccato in estate e non è detto che tutte le piste battute siano nuove. Nelle ultime ore sta infatti prendendo quota l'idea di un ritorno di fiamma con Kim Min-Jae, che dal canto suo al Bayern Monaco non ha mantenuto le aspettative. Insomma, ricongiungersi farebbe comodo a entrambi e forse allo stesso club tedesco, che lascerebbe andare via il sudcoreano solo in prestito per poi magari provare a dargli una seconda chance in futuro. Sempre con la speranza del Napoli che, nel caso, l'operazione non si riveli la più classica delle minestre riscaldate nel segno della nostalgia.

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