Napoli, il sogno resta Conte. Ma crescono le quotazioni di Calzona

Il principale obiettivo di De Laurentiis per la panchina è il tecnico salentino, ma l'attuale allenatore potrebbe guadagnarsi la conferma con un buon finale: nel mirino la continuità contro Frosinone ed Empoli, con vista sulla Roma

di GIUSY ANNA MARIA D’ALESSIO -
10 aprile 2024
Antonio Conte (Ansa)

Antonio Conte (Ansa)

Napoli, 10 aprile 2024 - Dalla C di Calzona alla C di Conte: il destino della panchina del Napoli rischia di correre sulla testa lettera, che racchiude il presente e il futuro auspicato da Aurelio De Laurentiis, che per continuare a coltivare il proprio sogno è disposto a fare follie. Gli ostacoli però non mancano. Si comincia dal rischio, classifica alla mano piuttosto probabile, di non riuscire a centrare la qualificazione alla prossima Champions League: un deterrente in sede di calciomercato ma anche nei complicati incastri legati alle vicende di bordocampo. Si passa poi alla parte economica, a sua volta correlata ai fatti del campo: per strappare il sì del corteggiatissimo Antonio Conte potrebbe non bastare l'assegno da 8 milioni, per i prossimi 3 anni, preparato da ADL, che come sempre potrebbe stupire magari nel segno di una scelta low cost. Si arriva quindi a Francesco Calzona, il tecnico più ad interim di tutti i suoi predecessori in azzurro e forse dell'intera Serie A che però va a caccia di quella continuità nella coda del campionato che, chissà, potrebbe cambiare le carte in tavola.  

Calendario alleato

  Il primo assist all'allenatore calabrese, reduce dal convincente poker di Monza in cui si sono messi in mostra praticamente quasi tutti gli assi della rosa, lo offre il calendario, che nel prossimo turno metterà il Napoli di fronte al Frosinone. Certo, i due precedenti in stagione accendono la spia rossa sui ciociari, che in campionato, tra l'altro proprio nella gara di esordio, complicarono non poco la vita all'allora squadra di Rudi Garcia e che in Coppa Italia si sarebbero addirittura imposti, sempre al Maradona, con un pesantissimo poker. Se questo è il passato, il presente parla di una formazione in piena lotta per la salvezza che, in quanto tale, in questa parte finale del torneo venderà cara la pelle per ogni singolo punto. In ballo per il Napoli c'è qualcosa di ben più importante della vendetta sportiva per quanto accaduto nei precedenti incroci con il Frosinone: vincere consentirebbe agli azzurri di mettere nel mirino quella continuità che finora, con la sua mancanza, è stata una delle principali nemiche in stagione. In caso di fumata bianca nel lunch match del prossimo turno, il Napoli potrebbe centrare un prezioso tris di vittorie contro l'Empoli, a sua volta impelagato nelle zone meno nobili della classifica, con il tutto che potrebbe fungere da ottimo biglietto da visita in vista della gara interna contro la Roma, una delle ultime chance per riaprire i giochi nella parte alta della graduatoria. L'ultima volta che dalle parti di Fuorigrotta è stato fatto questo ragionamento è arrivata una sonora sconfitta, quella contro l'Atalanta, che però oggi sembra in leggera flessione. Insomma, riuscire in questa fase del torneo a inanellare una striscia di successi di fila potrebbe avere un peso doppio per tutti. Innanzitutto per lo stesso Napoli, matematicamente non ancora tagliato fuori dalla lotta per la prossima Champions League. La condizione però è procedere a ritmo serrato e praticamente senza potersi più concedere il lusso di neanche mezza battuta a vuoto: è notoriamente il triste destino di coloro che inseguono. A tal riguardo, la media punti di Calzona, dopo un buon campione di partite disputate, comincia a essere incoraggiante al punto da aprire già uno spiraglio per qualche rimpianto per una scelta, quella del terzo cambio in panchina, forse tardiva. Per il momento il tecnico calabrese veleggia a un ritmo da 1,7 punti a partita contro l'1,10 di Walter Mazzarri, che dopo un inizio rincuorante nel segno, con tanto di ammissione, della copia fedele del 4-3-3 di Luciano Spalletti aveva virato sul consueto 3-5-2, mandando probabilmente ancora di più in confusione la squadra. Non solo la media punti: con Calzona è cresciuto anche il fatturato offensivo, passato da una media di 0,70 a 2,15 gol a partita, cancellando così l'inquietante dato della precedente gestione del 60% delle gare concluse senza segnare.

L'alternativa (di lusso) Conte

  Qualora neanche questa crescita generale degli azzurri dovesse bastare per scalare verso le posizioni buone per l'Europa o per convincere comunque De Laurentiis a dare continuità al progetto tecnico, l'alternativa (extra lusso) è sempre lui, Conte, che si sta progressivamente sfilando dalla corsa alla panchina della Juventus. Insomma, buone notizie per ADL, che però per far avanzare la propria candidatura deve profondere sforzi non da poco. Oltre all'aspetto economico legato al contratto, non da poco specialmente in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions League, c'è quello, sempre connesso alle finanze, inerente al mercato. Un profilo blasonato come quello di Conte richiederebbe un budget importante, oltre ad avere praticamente carta bianca nella scelta dei giocatori: probabilmente anche in quella del possibile erede di Victor Osimhen, una delle partite più delicate che il Napoli giocherà in estate. Il tutto con buona pace del direttore sportivo: di quello attuale, Mauro Meluso, ma soprattutto di quello in pectore, Giovanni Manna, venendo quindi meno al (buon) proposito di ridisegnare l'organigramma del club in maniera più equa e democratica. Stavolta però l'accentratore non sarebbe più De Laurentiis, bensì un allenatore quasi manager come Conte, il nome scelto per rilanciare anche mediaticamente il progetto Napoli dopo la deludente stagione da campioni d'Italia. L'esperimento di scegliere un profilo altisonante era stato già tentato, senza esito, con Carlo Ancelotti, ma in quel caso si trattò probabilmente di una virata quasi di pancia per 'punire' Maurizio Sarri. Stavolta dietro i piani del patron ci sono mesi e mesi di riflessioni che solo i fatti del campo, forse, potrebbero ancora cambiare. La variabile impazzita si chiama Calzona, che con un colpo di coda potrebbe convincere De Laurentiis a continuare a battere la strada della continuità, la stessa che il Napoli cercherà in campo per risalire la china e chiudere in crescendo. La prima tappa si chiama Frosinone, squadra che, dall'illusione di inizio stagione firmata Garcia alla debacle in Coppa Italia, rievoca ricordi agrodolci.

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