Napoli, dal Sassuolo al Sassuolo: Osimhen cala il tris e suona la carica

Dalla tripletta che avviò la cavalcata scudetto a quella che rilancia le ambizioni di rimonta: gli azzurri sempre ai piedi del nigeriano, una macchina da gol con Calzona

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
29 febbraio 2024
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 29 febbraio 2024 – Dal Sassuolo al Sassuolo: il 29 ottobre 2022 il Napoli affrontava i neroverdi e Victor Osimhen firmava la sua prima tripletta in azzurro, dando inconsapevolmente il via alla lunga cavalcata scudetto dei suoi. Il 28 febbraio 2024, sempre contro il Sassuolo, il nigeriano trovava il suo secondo hat-trick in azzurro, provando a ridare linfa alla rincorsa Champions League. Insomma, nel frattempo è cambiato tutto: è cambiato il Sassuolo, passato dall'essere una squadra di media classifica con un occhio sempre proteso alle posizioni buone per la zona Europa ad una con un piede nel baratro della Serie B ed è cambiato lo stesso Napoli, che oggi ammira da lontano l'Inter intenta a scucirgli il tricolore dal petto, bruciando i record scritti l'anno scorso. Una costante però c'è ed è proprio Osimhen, che per il quarto anno consecutivo va in doppia cifra, confermandosi l'autentico trascinatore degli azzurri.

Osimhen chiama, Kvara risponde

Come al solito in questi casi il dibattito è acceso e si presta a due interpretazioni: il Napoli, a maggior ragione quello claudicante di quest'anno, è dipendente dal proprio bomber? I dati recenti sembrano spingere verso la teoria affermativa, con il numero 9 reduce da 5 gol fin dall'insediamento in panchina di Francesco Calzona: probabilmente più di una semplice coincidenza, a maggior ragione se si considerano i presunti acciacchi fisici di Osimhen, reduce dalle fatiche della Coppa d'Africa. Per provare a smentire questa tesi e quell'altra che parlava di un altrettanto presunto scarso feeling con il nuovo allenatore, il terzo stagionale, Khvicha Kvaratskhelia cerca di emulare il compagno di squadra fimando una doppietta di bella fattura, che concorre così a completare la goleada aperta da Amir Rrahmani. Paradossalmente, forse proprio la rete del kosovaro, il protagonista meno elogiato dell'intera serata, si presta a diventare il possibile manifesto del credo tattico di Calzona: manovra avvolgente che coinvolge ogni reparto nel segno di intensità e velocità di gioco e di pensiero. Curiosamente, proprio quel Rrahmani che a Cagliari aveva fatto una frittata cancellata dall'intervento provvidenziale dal VAR. Nel giro di pochi giorni il Napoli incontra un'altra pericolante della classifica e nel frattempo, tanto per restare in tema, cambia il mondo: dai tanti sprechi in zona gol dell'Unipol Domus, a maggior ragione dopo l'uscita dal campo di Osimhen, al risultato tennistico maturato al Mapei Stadium, dove evidentemente né il campo né il vento hanno scontentato Calzona, come accaduto in Sardegna. Insomma, qualcosa del pensiero del suo predecessore Walter Mazzarri è rimasto nella testa del tecnico calabrese, che prova a suonare la carica anche in termini dialettici: la rincorsa per un posto nella prossima Champions League è complicata ma possibile, a maggior ragione in caso di filotto di vittorie. A tal riguardo, il verdetto emesso dal trittico sulla carta facile è a due facce: tra Genoa, Cagliari e Sassuolo il Napoli ha raccolto 5 punti. Un buon bottino ma lontano dall'en plein sognato da un'intera piazza per dare concretezza alla risalita.

L'incognita del calendario

Sempre prestando fede alle partite in programma nei prossimi turni, adesso il calendario metterà di fronte agli azzurri forse il momento della verità per capire la reale portata delle ambizioni Champions League. I partenopei, nell'ordine, affronteranno Juventus, Torino, Inter e Atalanta: nel mezzo, giusto per movimentare ulteriormente le acque e per continuare a curare l'attuale edizione della competizione continentale più prestigiosa, anche il ritorno in casa del Barcellona, in programma il 12 marzo. L'ultima cosa di cui ha bisogno un Napoli che quest'anno è costretto spesso a navigare a vista è fissare una tabella di punti da racimolare: quanto accaduto con il cosiddetto trittico facile alle spalle può fungere da monito in negativo ma anche in positivo. In effetti, del Napoli formato Calzona si conosce ancora troppo poco per sbilanciarsi in previsioni e pronostici. Le certezze e le costanti sono poche per una squadra capace di tutto e del suo contrario, come già emerso sotto la gestione di Rudi Garcia: memorabili a tal riguardo gli exploit a Frosinone, Lecce, Verona e Salerno, oltre quello interno contro l'Udinese. Una delle missioni più urgenti per Calzona è proprio ritrovare lo spirito corsaro del Napoli: a tal riguardo, i feedback raccolti a Reggio Emilia, nel segno di un 6-1 anche stretto a livello di fatturato offensivo, sono ottimi. Certo, non sempre sulla strada degli azzurri ci sarà Ruan Tressoldi, il difensore del Sassuolo suo malgrado diventato l'emblema dell'annata disastrosa dei suoi e ormai ogni settimana il bersaglio via social di insulti dai propri tifosi e da quelli avversari: altro che gli improperi raccolti da Juan Jesus dopo l'errore di Cagliari all'ultimo respiro nella marcatura su Zito Luvumbo. Eppure, qualora il Napoli dovesse ritrovare gli automatismi dei giorni d'oro, avvicinandosi a quanto sciorinato un anno fa di questi tempi, diverse difese avrebbero problemi a trovare le dovute contromisure. Insomma, tutto è ancora pienamente nelle mani degli azzurri e stavolta a rincuorare un'intera piazza non sono soltanto la matematica e le sue combinazioni possibilistiche. I messaggi lanciati dal Mapei Stadium alle rivali sono tanti (ben più dei 6 gol a referto) e pesantissimi: del Napoli dominatore dello scorso campionato esiste ancora più di qualche traccia e stavolta l'effetto nostalgia, tentato senza fortuna con Mazzarri, c'entra ben poco. A proposito di nostalgia per i bei tempi che furono: uno degli acuti più alti della scorsa stagione è indubbiamente il 5-1 rifilato al Maradona a una Juventus che all'epoca, all'alba di gennaio, come tutte le altre inseguitrici cullava ancora sogni di rimonta. Anche in questo caso è cambiato il mondo per entrambe, con i bianconeri comunque tuttora impelagati in un complicatissimo inseguimento all'Inter schiacciasassi. Gli azzurri invece sono da tempo fuori dai giochi scudetto, ma contro i rivali di sempre, in una sfida ovviamente mai banale, possono lanciare un altro messaggio: il Napoli è vivo e vuole tornare ai piani altissimi della classifica.

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