Napoli, rinnovo Osimhen: De Laurentiis non molla. Ecco la nuova proposta per il nigeriano
Il patron cerca di scacciare le sirene dell'Al-Hilal: sul piatto un ingaggio da doppia cifra e ben due clausole rescissorie
Napoli, 10 agosto 2023 – Aurelio De Laurentiis non lascia ma raddoppia: la minaccia portata dall'Al-Hilal sembra non aver scoraggiato il patron, che insiste per trattenere Victor Osimhen a ogni costo. E non è un modo di dire, come si evince dall'ultima offerta al vaglio per non privare il Napoli del suo bomber principe.
La genesi di un rapporto speciale
Ancora prima di snocciolare numeri e cifre, considerando il sensibile riavvicinamento in corso nelle ultime ore, viene quindi da pensare a una strategia da parte dell'entourage del nigeriano, che forse ha usato le sirene arabe anche per giocare al rialzo nella partita per il rinnovo. Se fosse così, alla fine la tecnica ha pagato, perché De Laurentiis sembra davvero disposto a tutto pur di far proseguire uno dei sodalizi più vincenti. Forse, esaminando il rapporto qualità-prezzo, non il più redditizio, perché il patron è solito pescare giovani talenti semisconosciuti e low cost e venderli a cifre esorbitanti dopo averli valorizzati al massimo. Invece Osimhen è un caso tutto particolare e lo è fin dall'inizio, con una spesa complessiva sborsata da parte del club partenopeo di 81 milioni. Non solo: dietro il maxi trasferimento dell'attaccante dal Lille al Napoli si è nascosto un contorno poco limpido che sarebbe emerso in una seconda fase in tutta la sua veemenza prima di dare adito a sospetti e indagini che, per il momento, per la verità sembrano non aver condotto a nessun punto. Insomma, al di là dei dettagli più o meno piacevoli della vicenda, è chiaro sotto diversi aspetti quanto Osimhen per De Laurentiis rappresenti l'anomalia per eccellenza: una (costosissima) scommessa vinta non prima di aver attraversato tante tempeste. Dalle suddette anomale manovre di acquisto ai tanti infortuni che hanno rallentato la prima parte dell'avventura in azzurro del nigeriano, fermato da acciacchi più o meno gravi e di vario genere: muscolari, legati al Covid (con tanto di sospetto di una condotta di vita in patria non proprio impeccabile) e, soprattutto, traumatici. Anche dopo anni le foto dell'impatto contro la testa di Milan Skriniar e quelle appena successive suscitano ancora un certo effetto. Guardandole, appare quasi impossibile pensare che a distanza di uno spazio temporale relativamente breve Osimhen sarebbe tornato in campo più forte di prima: una frase spesso abusata quando di mezzo ci sono infortuni seri ma, mai come in questo caso, veritiera. E' come se un impatto choc di quella portata avesse fatto maturare di colpo il giocatore e, soprattutto, il ragazzo: il vecchio Osimhen discolo e scorbutico in campo (e fuori) è stato presto sostituito da un nuovo Osimhen più continuo e disciplinato sul rettangolo verde (e non) e accessoriato di quella maschera che avrebbe presto assunto un significato più simbolico che protettivo. Proprio su questa superficie si è consumata l'apoteosi totale di quel sodalizio che De Laurentiis oggi lotta per prolungare a ogni costo: uno scudetto riportato in città dopo ben 33 anni nel segno proprio di Osimhen, il 'bomber mascherato' dal quale il Napoli vuole ripartire per confermarsi ai vertici.
L'ultima proposta di rinnovo
Tutto molto romantico, ma la dura realtà incombe: realtà che parla di un contratto in scadenza il 30 giugno 2025 che non consente alle parti di vivere con serenità l'immediato futuro, a cominciare da questa stessa sessione in corso. Se un mercato europeo piuttosto povero sembrava spianare la strada a un'estate serena nella quale cercare con calma l'accordo per prolungare il sodalizio, quello arabo ha invece cominciato a mettere nel mirino Osimhen con sempre più insistenza: specialmente dopo il gran rifiuto di Kylian Mbappé. Insomma, c'è chi dice no, come cantava Vasco Rossi. Potrebbe essere il caso dello stesso nigeriano, inserito però da Rudi Garcia nel pericoloso elenco dei giocatori fermi per 'infortuni di mercato': una mossa dialettica che ha messo l'attaccante spalle al muro e che potrebbe sortire presto gli effetti più o meno voluti. In questi casi, si sa, gran parte del potere sta nelle mani dei giocatori: specialmente se dall'Al-Hilal arrivasse un'offerta davvero irrinunciabile anche per il Napoli. Un presidente come De Laurentiis, anche per i motivi sopra esposti, non poteva e non può rimanere in attesa senza muovere un dito. Da qui il ritocco al rialzo della precedente proposta di rinnovo: l'idea è quella di fissare l'asticella dell'ingaggio a 10 milioni, raggiungibili tra parte fissa, bonus e diritti d'immagine, con quest'ultimo ambito che di solito resta appannaggio del club partenopeo. Non solo: per facilitare il futuro addio, che magari curiosamente potrebbe consumarsi già la prossima estate, De Laurentiis sta pensando di inserire nel nuovo contratto del nigeriano ben due clausole rescissorie, una valida per l'Europa e una per il resto del mondo. Insomma, lo scenario forse ideale per lo stesso Osimhen, un ragazzo ambizioso che sogna l'approdo in Premier League senza neanche nasconderlo troppo. In questa sessione di mercato dall'Inghilterra non si sono palesate offerte convincenti e che, soprattutto, includessero la partecipazione alla prossima Champions League, il vero pallino dell'attaccante: un altro tasto sul quale c'è grossa sintonia con De Laurentiis. Dunque, perché non tentare in coppia l'assalto alla competizione continentale più prestigiosa? Da qui l'idea di prolungare il sodalizio fino al 2026 o, addirittura, il 2027, con tanto di impennata nell'ingaggio per fugare qualsiasi pericolo di 'mal di pancia' odierno o futuro. Quando manca pochissimo all'inizio della stagione, altro motivo che sta spingendo le parti ad evitare un addio che sarebbe sanguinoso, lo scenario sembra roseo e fattibile. Certo, sull'agenda di De Laurentiis sono da inserire diversi altri appuntamenti con l'entourage di Osimhen per raggiungere un accordo che, al di là delle buone intenzioni, resta non semplicissimo da trovare. Eppure, per una volta il tempo diventa un alleato prezioso del club, di solito in questi casi la parte debole: forse non in un rapporto che fin dall'inizio si è presentato piuttosto diverso dalla norma.
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