Napoli, Simeone: "Con Conte si lavora tanto, ma i risultati parlano per lui"

Ai microfoni di Radio Crc il Cholito elogia il suo allenatore, paragonato a papà Diego: "Entrambi vivono di calcio e questa cosa ci aiuta nella gestione delle partite. Ma è presto per dire dove potremo arrivare"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
16 ottobre 2024
Giovanni Simeone, attaccante del Napoli

Giovanni Simeone, attaccante del Napoli

Napoli, 16 ottobre 2024 – Pensando ai sacrifici fatti dal Napoli per accaparrarselo sul mercato dopo un lungo tira e molla con il Chelsea, difficilmente quest'anno, a meno di noie fisiche, Romelu Lukaku lascerà il suo posto al centro dell'attacco. Eppure, alle spalle del belga, la concorrenza non manca. Si parte da Giacomo Raspadori, che ogni volta che può dalla Nazionale prova a mandare un messaggio ad Antonio Conte: il fine è provare a guadagnare qualcosa in termini di minutaggio, specialmente preso atto che le voci di mercato che lo vedono nel mirino della Juventus sono destinate a rimanere tali. Si arriva a Giovanni Simeone, l'usato sicuro che prova a farsi trovare pronto quando chiamato in causa. E dire che in estate le strade del Napoli e del Cholito hanno rischiato di dividersi allorché molte squadre di fascia medio-alta, in Italia e non solo, avevano tentato il colpo. Invece niente da fare: il figlio d'arte è rimasto, con l'obiettivo di contribuire alla rinascita della causa azzurra, come confermato nel pomeriggio ai microfoni di Radio Crc.

Un'estate difficile prima della rinascita

Per il momento, i feedback raccolti sono ottimi: il Napoli si è presentato alla seconda sosta del campionato da primo della classe e con già un piccolo margine sulle altre, e Simeone nei pochi minuti passati in campo (233') ha già messo a referto 1 rete e 1 assist. Numeri e percentuali, appunto, da Cholito. "Non so se sia già possibile parlare di rinascita, ma di certo iniziare bene l'avventura con un allenatore capace e con tanta esperienza alle spalle ci ha dato forza e fiducia, così come lo ha fatto accogliere tanti giocatori importanti che infatti ci stanno già dando una grandissima mano. Aver iniziato bene è sicuramente la chiave del momento che stiamo vivendo". Insomma, a detta dell'argentino vale il proverbio 'chi ben comincia è a metà dell'opera': specialmente se poi alla guida del vapore, come in effetti affermato senza mezzi termini, c'è un allenatore non esattamente come gli altri. "Il punto centrale del pensiero di mister Conte è il lavoro. Per raggiungere ciò che ti chiede bisogna davvero lavorare tutto il giorno: è dura, ma nel momento in cui si entra nella sua mentalità anche il corpo si adatta rapidamente a questi comandi. All'inizio però è stato difficile, soprattutto nei ritiri". Non solo la fatica fisica, una componente fissa del modus operandi di Conte confermata anche da tanti suoi ex giocatori: tra le tante mansioni assegnate ai propri uomini ci sono anche consegne personali molto particolari. "Il mister vuole cambiare sempre lo stile in base alla qualità dei giocatori: ognuna è diversa dall'altra e lo stesso vale per le strategie della squadra, che sono molteplici, rendendoci quindi ancora più forti agli occhi degli avversari, che invece faticano a interpretarci e a prendere le contromisure. Per noi invece - continua Simeone - è una cosa bella e interessante, perché ci consente di cambiare, che è bello, e di sfruttare tutte le idee dell'allenatore".

La forza del Napoli: il gruppo, i singoli e Conte

Idee che sembrano aver rigenerato innanzitutto il reparto offensivo, uscito a sua volta rinforzato dal mercato grazie al colpo chiamato Lukaku. "Mi ha colpito molto: come calciatore lo conosciamo bene da anni, ma come persona direi che è un compagno di squadra intelligente e generoso, sempre disponibile con tutti. Tutto ciò, oltre che un grande giocatore, lo rende ancora di più un leader agli occhi dello spogliatoio". Non solo il belga, che di certo rinunciando due volte alla chiamata della propria Nazionale ha guadagnato ulteriore credito agli occhi dei compagni di squadre e della piazza: il mercato ha portato anche altri puntelli preziosi come David Neres, Scott McTominay e Billy Gilmour, non a caso prontamente citati ed elogiati dall'argentino. "Posso dire che sono arrivati qui con la forza e l'intenzione di dare una mano al gruppo". Insomma, bene i nuovi ma benissimo anche i vecchi, tra i quali spiccano i protagonisti dello scudetto di due stagioni fa che pian piano stanno ritrovando lo smalto dei giorni migliori. "Abbiamo una bella squadra, ma per tarare il nostro vero livello dovremo affrontare un range superiore di partite. Di certo siamo ancora in crescita e il mister ci aiuta in questo processo, facendosi piazzare sempre meglio in campo. Sulla forza dei singoli non ci sono dubbi, ma per arrivare lontano bisogna ragionare di gruppo". La mano di Conte, oltre che nel lavoro estivo e settimanale, svelato man mano dai diretti interessati, si sta vedendo anche nella gestione dei vari momenti delle partite. "Il mister è concentrato totalmente sul Napoli e in questo mi ricorda mio padre: entrambi pensano tantissimo al calcio e questo dà loro una visione totale di quello che può succedere in campo, specialmente dei vari momenti delle gare in cui bisogna attaccare o difendere". Insomma, Conte sembra il punto d'incontro tra il Cholo e il Cholito ma, ancora di più, l'allenatore giusto per riportare il Napoli ai vertici del calcio italiano ed europeo. "La nostra forza è il gioco di squadra, oltre all'unità tra chi è più impiegato e chi meno. Questo coinvolgimento generale potrà portarci lontano, anche se ancora non possiamo dire dove". Meglio dunque pensare al futuro a breve termine, che vedrà il Napoli domenica impegnato al Castellani di Empoli, un campo mai banale reso ancora più ostico dall'orario della partita (le 12.30). "Ci stiamo preparando bene fisicamente e tatticamente, perché sarà difficile giocare a quell'ora. A maggior ragione, sarà importante partire forte. Di fronte poi avremo una squadra forte su un campo per noi complicato ma - continua Simeone - a maggior ragione vogliamo dimostrare quanto stiamo crescendo nel contesto di un calcio in continua evoluzione e nel quale la tattica e l'aspetto fisico stanno diventando sempre più importanti. Tutto molto bello, ma penso che serva continuare a coltivare anche quel pizzico di fantasia, come i dribbling, che oggi invece vedo più sacrificato dal resto".

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