Napoli, la rinascita di Anguissa tra campo e rinnovo

Il camerunese, sotto l'egida di Conte, è tornato ai livelli top. Il contratto scade nel 2025, ma esiste un'opzione per prolungarlo automaticamente: uno step da suggellare oltre i formalismi

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
13 ottobre 2024
André-Frank Zambo Anguissa (Ansa)

André-Frank Zambo Anguissa (Ansa)

Napoli, 13 ottobre 2024 - La seconda sosta del campionato ha disegnato per il Napoli uno scenario per ben più roseo di qualsiasi aspettativa ottimistica nata in estate fin dalla firma di Antonio Conte, il condottiero scelto da Aurelio De Laurentiis per inaugurare al meglio la nuova era nel segno della rivoluzione e della rinascita. Entrambi gli obiettivi, nella fotografia molto parziale che emerge finora dell'alba della stagione, sono andati a segno. Nel primo caso ha parlato, prima a livello mediatico e poi con i frutti raccolti finora in campo, un mercato faraonico da oltre 149 milioni, mentre nel secondo, forse quello ancora più delicato, serviva toccare i tasti giusti per rianimare gli eroi dello scudetto caduti in digrazia. In principio, quando ancora la bella stagione era nel suo pieno, c'era da risolvere il caso legato a Giovanni Di Lorenzo, rivelatosi poi poco più di una tempesta in un bicchiere d'acqua: il capitano non solo è rimasto, ma è diventato presto un pilastro del nuovo Napoli targato Conte, allenatore che pian piano ha fatto riemergere dalle ceneri gran parte del potenziale inesploso o ormai spento di una squadra che in un passato non lontanissimo aveva vinto il campionato. Non a caso, rispondono presente via via i vari Khvicha Kvaratskhelia, Alex Meret, Stanislav Lobotka, Amir Rrahmani, Matteo Politano e André-Frank Zambo Anguissa, tutti protagonisti di ieri, oggi e domani del Napoli. Tutti, sì, ma per qualcuno è ancora necessario un ulteriore step burocratico da compiere affinché il piano rinascita sia davvero completo. E' il caso di Meret e Anguissa, i cui contratti si avvicinano a una scadenza che oggi, proprio alla luce del rendimento tornato top, comincia a far paura.  

Il gol 'simbolo' contro il Parma

In realtà, il 30 giugno 2025 scadrà anche il contratto di Juan Jesus nel quale  è presente un'opzione di rinnovo biennale appannaggio del club partenopeo che per la verità al momento sembra destinata a essere cestinata per questioni extra campo che negli ultimi giorni hanno allontanato ancora di più le parti in causa. La stessa postilla figura anche nel contratto di Anguissa, croce e delizia del Napoli negli ultimi anni. Delizia, manco a dirlo, quando il camerunese, a suon di prestazioni di qualità e quantità, si è issato a emblema occulto dello scudetto. Croce, quando anche il classe '95, come tutti, è naufragato nell'anno più difficile: quello della conferma dopo aver toccato l'apice. Naufraga il Napoli e naufraga ovviamente anche Anguissa, come tutti i centrocampisti il vero termometro dello stato di salute di una squadra spesso senza vie di mezzo. Forse i limiti del camerunese, uno che in carriera avrebbe potuto raccogliere molto di più, risiedono proprio nell'incapacità di trascinare i suoi compagni fuori dalle secche, avendo invece la tendenza a seguire il cosiddetto flow del momento. Un esempio lo ha fornito la vittoria rocambolesca del Napoli sul Parma, forse una delle più importanti e sottovalutate di questa prima parte di stagione. In estrema sofferenza e sotto per il rigore trasformato da Ange-Yoan Bonny, diventato oggetto del desiderio sul mercato per il futuro, per gli azzurri sembrava profilarsi all'orizzonte un'altra stecca dopo quella del Bentegodi che aveva aperto la stagione nel peggiore dei modi: con l'aggravante in questo caso di fallire a distanza di settimane e per giunta in un Maradona appena tornato alleato e anche con l'uomo in più per l'espulsione del portiere ducale Zion Suzuki, rimpiazzato alla buona tra i pali da Enrico Delprato. Invece Romelu Lukaku bagna il suo debutto nel migliore dei modi: gol e carica suonata per i compagni in vista del maxi recupero ancora da giocare. E le cose sarebbero andate proprio così: su corner svetta Anguissa e firma un successo di vitale importanza in un momento in cui molti, tra alleati e avversari, aspettavano il Napoli di Conte al varco per intonare un altro precoce de profundis. Chissà se il trend degli azzurri sarebbe stato lo stesso senza quella vittoria all'ultimo respiro suggellata proprio dal redivivo Anguissa, uno da cui, appunto, non aspettarsi l'apposizione del primo mattone ma 'solo' l'opera di rifinitura finale. Comunque, mica poco.

Formalità rinnovo, ma...

Questo è Anguissa, nel bene e nel male, e al Napoli va benissimo così al punto che non dovrebbero esserci problemi né sorprese per far scattare l'opzione di rinnovo automatico prima del prossimo luglio, con le parti che dovrebbero quindi legarsi fino al 30 giugno 2027. Dunque, la situazione è ben più in discesa che quella legata al destino di Meret, che per restare in azzurro chiede almeno un triennale che in questo momento il club partenopeo non può e (forse) non vuole garantire. Eppure, si sa, in un calcio dove tutto cambia velocemente sotto l'impulso dei risultati, finché non ci sono le firme la prudenza è d'obbligo. Lo sa bene lo stesso Anguissa, prima oggetto misterioso nel momento del suo approdo dal Fulham, periodo in cui il diritto di riscatto fissato a 15 milioni appariva quasi come un salasso sproporzionato al valore del giocatore, e poi eroe dello scudetto, nonché simbolo di un centrocampo di quantità e qualità grazie al tandem vincente composto con Lobotka. Lo stesso slovacco è tornato sui suoi livelli abituali ma per tutti, dalla scorsa estate in poi, ci sono delle nuove insidie portate dal mercato: la coppia tutta in salsa scozzese composta da Scott McTominay e Billy Gilmour scalpita, oltre al 'figliol prodigo' Michael Folorunsho e a qualche altro tassello che sicuramente arriverà in caso di ritorno della squadra (almeno) in Europa. Da qui la necessità, proprio alla luce del rapporto creatosi in questi 3 anni intensi di gioie e dolori, di aprire un canale di dialogo ancor prima dell'opzione di rinnovo da far scattare automaticamente. Lo merita un Napoli che ha saputo far rinascere più volte il discontinuo Anguissa e lo merita proprio Anguissa, che a sua volta si è dato totalmente alla causa azzurra, senza cercare lidi più prestigiosi nei momenti di gloria o vie di fuga quando il mare era in tempesta. E lo merita Conte, che sicuramente si spenderà in prima persona per far proseguire un sodalizio tornato vincente anche grazie alla sua mano, finora miracolosa praticamente per tutti.

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