Napoli, Meret a due facce: l'infortunio è alle spalle, ma il rinnovo è lontano

Il friulano ha bruciato i tempi dopo il guaio muscolare dell'Allianz Stadium e si candida per Empoli, dove potrebbe toccare anche a Neres dall'inizio. Ma la situazione contrattuale preoccupa

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
10 ottobre 2024
Alex Meret, portiere del Napoli

Alex Meret, portiere del Napoli

Napoli, 10 ottobre 2024 - Alla voce delle cose semplici e lineari della vita e dello sport non c'è in alcun modo il rapporto tra Alex Meret e il Napoli, tormentato fin dagli esordi tra infortuni, concorrenza sempre serrata, grandi parate alternate a interventi un po' così e un contratto di fatto mai solido. Non a caso, neanche l'ultimo rinnovo, siglato a ottobre 2022, è servito a chiudere sul nascere qualsiasi discussione sul futuro: un futuro che ad oggi, senza un'ulteriore firma, vedrebbe il legame terminare il 30 giugno 2025. Un epilogo che tutti vogliono evitare: a cominciare dal club partenopeo.

Fumata grigia per il rinnovo

Il momento buono per cominciare a parlare seriamente della questione sembrava proprio questa sosta, ma i primi colloqui tra Giovanni Manna, direttore sportivo del Napoli, e Federico Pastorello, procuratore del friulano, non hanno dato gli esiti sperati. La fumata non è stata nera ma neanche bianca: un grigio che rimanda il tutto a fine mese, quando le parti si riaggiorneranno per provare a venirsi incontro e quando, bruciando anche i tempi rispetto alla tabella di marcia inizialmente stilata, Meret dovrebbe tornare in campo dopo l'infortunio muscolare accusato all'Allianz Stadium. Se dal fronte infermeria arrivano buone notizie, pur con tutte le cautele del caso, quello contrattuale inquieta il quartier generale di Castel Volturno, che la prossima estate rischia di perdere a zero l'ennesimo giocatore di valore che, manco a dirlo, piace tantissimo alle rivali dell'alta classifica di Serie A. Insomma, un revival di quanto accaduto per Piotr Zielinski è ad oggi molto probabile. Ma cosa sta allontanando Meret dal Napoli? Di solito in questi casi al centro del contenzioso c'è lo stipendio, il cuore pulsante di tutte le trattative di un calcio sempre più schiavo del denaro. Le rimostranze del classe '97, che attualmente guadagna 1 milione netto, sarebbero anche lecite se il suo ingaggio viene paragonato a quello di colleghi anche meno illustri e nemmeno nel giro delle rispettive Nazionali. Eppure, l'origine degli attriti tra Meret e il Napoli nasce intorno alla durata del contratto: il friulano, forse scottato dai rinnovi-ponte tutt'altro che risolutivi, chiede un triennale, con il club partenopeo che al momento non ha detto né sì né no. Se ne riparlerà appunto più avanti, ma quel che è certo è che in questi casi il tempo rema dalla parte del giocatore a discapito della società di appartenenza che, nel caso in esame, si è cautelata in tempi non sospetti mettendo le mani su Elia Caprile, che in queste settimane di assenza del titolare ha dimostrato di essere pronto per ricoprire un ruolo più importante della semplice riserva.

Le scelte verso Empoli: Neres in rampa di lancio

Per il momento in casa Napoli la priorità la ha il campo, e con una classifica che vede il primo posto in solitaria con già un piccolo buco tra sé e le altre non potrebbe essere altrimenti. Il prossimo esame da superare brillantemente sarà proposto dal Castellani di Empoli, un campo mai banale per gli azzurri, che spesso a quelle latitudini sono incappati in debacle clamorose. Non a caso, Antonio Conte sta già pensando alla formazione da schierare e lo sta facendo nonostante la schiera di giocatori via con le Nazionali e nonostante al match in questione manchi ancora una decina di giorni. Quello tra i pali non è infatti l'unico dubbio che assilla la testa del tecnico salentino, che dovrà decidere se lanciare subito il rientrante Meret, premiando quindi i suoi sforzi extra per recuperare dall'infortunio prima della tabella di marcia preventivata, o se continuare a dare fiducia a Caprile, l'ottimo supplente di queste settimane che al Castellani potrà far valere anche il fattore ex. Al vaglio c'è in particolare anche la posizione di David Neres, uno dei neoacquisti dall'impatto più devastante di tutti i principali campionati europei grazie a un bottino di 2 gol e 4 assist messi a referto in appena 139' in campo. Numeri che al brasiliano, letteralmente letale a gara in corso, sono valsi l'appellativo di 'spacca-partite': forse un ruolo che a lungo termine potrebbe stare stretto all'ex Benfica, non esattamente un giovanissimo alle prime armi, bensì un giocatore maturo e in cerca di quel rilancio con vista sul ritorno in Nazionale dopo oltre un anno di assenza. Senza contare la posizione dello stesso Napoli, che in estate ha sborsato la bellezza di 28 milioni di certo non per accaparrarsi una semplice riserva. Da qui l'idea generale di lanciare Neres dall'inizio nonostante le spiccate doti offensive che forse mal si sposano con il calcio estremamente tattico e impegnativo (in particolare per gli esterni) propugnato da Conte. Quest'ultimo sta sfruttando la sosta per indottrinare il brasiliano, che dal canto suo davanti, a destra, ha un rivale non da poco come Matteo Politano, non a caso elogiato dal proprio allenatore per la crescita esponenziale a livello tattico. E' pur vero che per giocarsi l'azzardo Neres dall'inizio, ammesso che sia tale, sarebbe meglio sfruttare questa fase (sulla carta) ancora semplice del calendario prima che all'orizzonte si aprano le porte al tour de force che impegnerà il Napoli tra fine ottobre e inizio dicembre. Per fortuna di Conte, chiamato a gestire i problemi di abbondanza, c'è ancora tempo per decidere il da farsi nel contesto di una formazione che, per il resto, sembra presto fatta. In effetti, squadra che vince non si cambia, e questa non è proprio una buona notizia per i rincalzi di una squadra che mai come quest'anno ha una panchina lunga e profonda senza neanche potersela giocare nel triplo impegno settimanale. Se ne riparlerà, nel caso, la prossima stagione. Per ora Conte deve valutare le migliori scelte possibili per regalare al Napoli un campionato di vertice: se per vertice si intende solo in senso metaforico o meno, come accade oggi con il primato in classifica, lo si scoprirà tra qualche mese.

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