Napoli, c’è la pista Adama Traoré se esce Lozano

Il gigante spagnolo, che a breve si svincolerà dal Wolverhampton, potrebbe sostituire il messicano, in scadenza nel 2024

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
12 giugno 2023
Adama Traoré (Ansa)

Adama Traoré (Ansa)

Napoli, 12 giugno 2023 - Il Napoli e il mercato degli svincolati: un rapporto mai nato che quest'estate potrebbe invece vivere un nuovo capitolo nel segno del colpo Adama Traoré. Sempre ammesso che l'attuale stasi che regna a Castel Volturno non finisca con il paralizzare anche il mercato azzurro.

L'identikit di Traoré

Senza un allenatore e con un ds che cerca ormai da mesi di chiudere la sua avventura all'ombra del Vesuvio, il rischio in effetti c'è. Una garanzia però per la squadra che ha vinto il campionato appena concluso c'è ed è bella grossa: Aurelio De Laurentiis, che mai come ora sta gestendo quasi nell'intera totalità le vicende legate al suo club. E stavolta, alla luce proprio delle caselle vacanti in seno all'organigramma, risulta difficile non condividere il decisionismo del patron. Il punto è che anche un uomo di polso come ADL, quando si tratta di mercato, si trova a dover gestire eventi non facilmente controllabili: specialmente quando di mezzo c'è un giocatore di un certo peso che tra poche settimane si svincolerà. Nel caso di Traoré il riferimento al peso non è causale. Il gigante spagnolo il prossimo 30 giugno chiuderà la sua avventura con il Wolverhampton e lo farà nel segno di un rendimento che forse non è mai stato all'altezza delle aspettative legate a un giocatore che, non a caso, aveva colpito anche il Barcellona. Guai però a pensare al classe '96 come a una montagna di muscoli adatta più a smuovere fisicamente i difensori che a produrre un calcio di qualità: per smentire subito questa teoria basti ricordare l'ingresso, seppur a singhiozzo e senza grossi picchi verso l'alto, nel giro di una Nazionale notoriamente 'giochista' come quella spagnola. Merito di una buona tecnica individuale che, unita a un'esplosività nello stretto e a campo aperto e a un destro al fulmicotone, fa di Traoré un calciatore offensivo potenzialmente devastante. Non solo: il ragazzo di origini maliane garantisce anche una grandissima duttilità che gli consente di giostrare praticamente in ogni zona d'attacco, con una speciale predilezione per la fascia destra. Quella fascia destra che quest'estate a Napoli potrebbe vivere diversi scossoni.

Lozano in uscita

Oltre a Kim Min-Jae, ormai virtualmente - a meno di colpi di scena - quasi un giocatore del Manchester United, in uscita dai cancelli di Castel Volturno c'è Hirving Lozano, che con Traoré in effetti, ruolo a parte, condivide qualcosa. Ovviamente non la stazza, bensì il non aver mai pienamente mantenuto le aspettative riposte da un'intera piazza fin dal momento del suo acquisto. Il nastro va riavvolto fino all'estate del 2019, quando il Napoli prelevava il messicano dal PSV Eindhoven per 38 milioni più bonus: non esattamente una cifra esigua, specialmente per un presidente come De Laurentiis che notoriamente non ama fare mai il passo più lungo delle gamba. Una delle poche eccezioni è stata rappresentata proprio da Lozano, individuato come il funambolo perfetto per dare smalto all'attacco azzurro e complicare la vita delle difese avversarie. Del messicano si parlava da tempo come di un giocatore dall'impatto devastante fin dal momento dell'acquisto. La teoria è stata confermata anche dalle sue prime battute al Napoli, con il memorabile gol all'esordio contro la Juventus. Purtroppo per il club partenopeo, anche le altre dicerie che ruotavano intorno a Lozano si sono rivelate fondate: discontinuità in campo e fragilità fisica, giusto per citarne un paio. Insomma, niente che potesse reggere il confronto con José Maria Callejon, il precedente padrone della fascia destra di Fuorigrotta. Non è un caso che di fatto tutti gli allenatori passati negli anni dalle parti di Castel Volturno non abbiano mai intravisto un titolare inamovibile in Lozano, al quale è stato spesso preferito Matteo Politano a dispetto di caratteristiche tecniche molto diverse. Insomma, al di là dell'inizio boom, tra Lozano e il Napoli la scintilla forse non è mai totalmente scoccata e oggi, con un contratto in scadenza a giugno 2024, la resa dei conti sembra vicinissima. Il messicano rischia di essere il primo (o al massimo il secondo) azzurro a lasciare il capoluogo campano nella sessione di mercato alle porte: la destinazione forse sarà quella Premier League a lungo auspicata dal diretto interessato, che in attesa di saperne qualcosa in più del suo futuro si allena con il Pachuca, la squadra dove è cresciuto. La soluzione low cost, almeno sul fronte cartellino, per ridare linfa alla corsia destra si chiama Traoré, ma solo a condizione di non temporeggiare troppo spianando così la strada agli altri club interessati al colpo a parametro zero. In un secondo momento ci sarebbe poi da discutere dello stipendio dello spagnolo: difficile, se non impossibile, che il Napoli voglia avvicinarsi ai 4,5 milioni attualmente guadagnati da Lozano, a testimonianza dell'intenzione di continuare - nei limiti del possibile e senza intaccare la crescita della squadra - nel processo di abbattimento del monte ingaggi. L'unica eccezione potrebbe essere rappresentata da Victor Osimhen, che nei prossimi mesi (e sempre a meno di offerte monstre) potrebbe essere convocato negli uffici di Castel Volturno per cercare di prolungare il sodalizio vincente. Chissà che le risorse per quest'eventuale operazione non arrivino dalla trama intrecciata tra Lozano e Traoré: il primo esce e libera il posto al secondo, che verosimilmente si accontenterebbe di uno stipendio inferiore. Perché in effetti lo scudetto del Napoli affonda le sue radici anche in quest'estrema progettualità di De Laurentiis, l'uomo che non lascia nulla al caso anche (se non soprattutto) nella cura di queste manovre che solo all'apparenza sembrano minori. Neanche un presidente illuminato come ADL può tuttavia avere ogni cosa sotto il proprio controllo: nel caso di Traoré, da battere ci sono una folta concorrenza e l'incedere del tempo. Senza contare le intenzioni del diretto interessato, che potrebbe preferire l'approdo in una squadra con qualche certezza in più alla luce di un allenatore già presente in pianta stabile: praticamente, ad oggi, non il Napoli.

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