Napoli, Giuntoli 'prigioniero' di De Laurentiis. Intanto ADL vede Garcia e sogna Zidane

Cala il gelo tra il presidente e il direttore sportivo, che aspetta ormai da mesi un incontro per cercare la via della partenza in direzione Juventus

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
9 giugno 2023
Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Napoli, 9 giugno 2023 - Già normalmente Aurelio De Laurentiis nei vari tavoli delle trattative si sente sempre la parte forte: figurarsi ora, dopo un'annata trionfale che ha dato ragione al patron su tutta la linea. Questa montagna da scalare sarà diventatà un Everest per Cristiano Giuntoli, che da tempo prova a chiudere la sua esperienza al Napoli. Ma senza successo.

Giuntoli in stand-by

Tra i due vertici della società partenopea è calato un silenzio molto diverso da quello che aveva avvolto l'atmosfera di Castel Volturno prima della famosa cena che decise di fatto il destino di Luciano Spalletti: stavolta è De Laurentiis a farsi desiderare e non si può neanche parlare di un comportamento casuale. In fondo, nulla di ciò che fa (o non fa) il patron è casuale: tutto ha una sua ragione, volta tra l'altro quasi sempre al bene della sua creatura. Stavolta tutto ruota intorno alla voglia di Giuntoli di passare alla Juventus: non esattamente una squadra come le altre all'ombra del Vesuvio. Il discorso vale anche per De Laurentiis, che per provare a tarpare le ali al proprio ds ha scelto una strada tutta particolare: evitare qualsiasi incontro o colloquio. Da circa un paio di mesi infatti l'ex dirigente del Carpi sta aspettando l'incontro risolutivo per dichiarare ulteriormente le proprie ambizioni e cercare una via di fuga: anche a costo di mettere sul piatto una cifra per liquidare un accordo valido fino al 30 giugno 2024. De Laurentiis, si sa, è uno degli ultimi romantici in tal senso: i contratti per il presidente hanno un peso che forse va anche oltre le firme apposte e le scadenze fissate. Specialmente quando non è lui a volerli interrompere in anticipo. Come se non bastasse, intanto il mercato in casa Napoli viene condotto dal patron in persona (non proprio una novità) e da Maurizio Micheli, il responsabile dello scouting che adesso sogna la scalata fino al ruolo di direttore sportivo. Una scalata più che possibile, se non fosse che quella casella nell'organigramma del Napoli è attualmente occupata da un certo Giuntoli, che aspetta di conoscere il suo destino: senza contare la stessa Juventus che, pur se travolta da problemi ben peggiori, ha intenzione di dare un'accelerata sul mercato, affidando per il momento le mansioni a Giovanni Manna. E poi? Impossibile ad oggi prevedere le mosse di De Laurentiis, che anche nella ricerca del nuovo allenatore, a dispetto della calma quasi olimpica mostrata in pubblico, sta procedendo più a tentoni che per logica. A detta del patron l'elenco dei candidati alla panchina azzurra, la più desiderata d'Europa, è lungo addirittura 40 unità, ma l'impressione è che nelle ultime settimane numerosi possibili nomi buoni si siano sfilati per diversi motivi. Restano in ballo però profili piuttosto suggestivi: si comincia da Rudi Garcia, incontrato addirittura a cena da ADL e si arriva a Zinédine Zidane, un vecchio simbolo di quella Juventus dove vorrebbe approdare Giuntoli. Un bell'incrocio di destini che potrebbe compiersi nel prossimo futuro oppure restare per sempre nella terra delle ipotesi, con i bianconeri costretti a ripiegare in maniera definitiva sulla soluzione Manna, Giuntoli obbligato a rispettare il contratto in essere fino al 2024 e De Laurentiis pescare un nome a sorpresa per la panchina senza non poter neanche più corteggiare Vincenzo Italiano, che dopo le due finali perse non ha voglia di lasciare la Fiorentina da 'perdente'. L'unica certezza è legata al timing: da qui a fine mese (o comunque prima della partenza per il ritiro di Dimaro) il Napoli conoscerà il suo nuovo allenatore.

Le dichiarazioni di Anguissa

L'estate di André-Frank Zambo Anguissa si preannuncia decisamente più serena e meno turbolenta: a lasciarlo intendere è stato il diretto interessato, intercettato dai microfoni di Marca. "Sono molto contento dello scudetto, che già l'anno scorso avevamo sfiorato. Per noi è stata un'annata incredibile resa possibile anche dal supporto dell'intera piazza, che vive per il calcio: ringrazio inoltre la mia famiglia e chiunque ci abbia aiutato a realizzare questo sogno". Parole da non leggere come una sorta di addio. Anzi: il camerunese vuole restare al Napoli, con cui è legato fino al 2025, salvo però ammettere che nel mercato può succedere di tutto. "Io in azzurro sto bene e spero di restare: il mio futuro è però nelle mani della società, che deciderà il da farsi. Preferisco però pensare al presente e continuare a dare il massimo: per il resto tutto può accadere". In effetti uno degli addii più dolorosi nel capoluogo campano si è già consumato: via Spalletti, l'artefice della cavalcata vincente. "La sua partenza mi ha reso triste: perdiamo un grande uomo e un eccellente allenatore, oltre a una bravissima persona che si prendeva cura di ognuno di noi. E' un tecnico che parla tanto con i giocatori grazie allo splendido carattere che si ritrova. Ci tocca mantenere il ricordo indelebile dell'impresa che ha compiuto - continua Anguissa - e rispettare la sua scelta, ma nessuno in effetti sa cosa sia successo realmente". Insomma, l'impressione è che chiunque raccoglierà il testimone di Spalletti non sia destinato ad avere vita facile, almeno all'inizio, anche nello spogliatoio azzurro, ancora devastato dall'addio del proprio condottiero principale. La vita però va avanti e prima o poi il Napoli troverà un nuovo allenatore. Già, ma chi? "Non commento le tante voci che stanno circolando in questi giorni. Il compito di scegliere il tecnico spetta alla società, che saprà sicuramente cosa fare: io preferisco concentrarmi sul campo". Campo che quest'anno, come sempre, ha emesso diverse sentenze: in Serie A un Napoli dominante, mentre in Champions League la musica è stata ben diversa. "Dopo l'eliminazione eravamo molto arrabbiati e tristi: sapevamo che in quel momento era sfumata la seria possibilità di approdare in finale. Ci dispiace perché potevamo fare sicuramente di più, ma ora è inutile pensare al passato: di sicuro in futuro proveremo a migliorare i nostri risultati in quella competizione".

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