Ciclismo, Vingegaard sulla caduta del 2024: “È stata più grave di quanto la gente pensi”

Il danese parla dell'incidente accaduto al Giro dei Paesi Baschi: “Tornare in tempo per il Tour, arrivare secondo e vincere una tappa è stato un miracolo”. Carapaz: “Corsa Rosa? Ricordi bellissimi”

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
7 marzo 2025
Jonas Vingegaard

Jonas Vingegaard

Roma, 7 marzo 2025 - La nuova stagione si è aperta con il successo alla Volta ao Algarve e quindi, apparentemente, con il solito spartito: eppure, Jonas Vingegaard si porta ancora dietro le conseguenze di quanto accaduto la scorsa primavera al Giro dei Paesi Baschi.

Vingegaard: “Sette costole rotte e polmoni erano perforati”

Di quella maxi caduta che avrebbe di fatto cambiato il copione dell'intero 2024 di molti corridori si è detto molto, ma per il danese non abbastanza per dipingerne la vera gravità. "Il mio incidente è stato peggiore di quanto molti possano pensare". Si apre così l'intervento di Vingegaard ai microfoni di Eurosport per rievocare i 12 giorni di ricovero a Vitoria successivi a una caduta che avrebbe potuto avere conseguenze anche più serie, nonostante un bollettino già pesantissimo.

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"Mi sono rotto sette costole, lo sterno, la mia clavicola era fratturata in tre o quattro punti diversi, mi sono fratturato un dito ed entrambi i miei polmoni erano perforati: l'infortunio è stato veramente grave e, proprio per questo, sono orgoglioso di aver recuperato in tempi brevi, riuscendo a prendere parte al Tour de France. Già solo partecipare è stata una vittoria: conquistare il secondo posto e vincere una tappa è stato qualcosa di incredibile".

Proprio per questa partenza ad handicap del 2024 in molti, a prescindere dalle proprie preferenze personali, aspettano la prossima Grande Boucle per rivivere l'ormai consueto duello con Tadej Pogacar ad armi pari, con Remco Evenepoel, a sua volta reduce da un inverno molto complicato, come possibile terzo incomodo.

Carapaz: “Corsa Rosa? Ricordi bellissimi”

Al via del Tour de France dovrebbe esserci anche Richard Carapaz, ma non con le stesse velleità di vittoria che avrà qualche settimana prima al Giro d'Italia. "La Corsa Rosa mi fa tornare in mente ricordi bellissimi e ritornarci quest'anno sarà uno dei miei principali obiettivi: ho 31 anni, avrò altre chance per vincere, ma voglio cominciare a giocarmi al massimo questa del 2025. L'inverno è andato bene e durante ogni sessione di allenamento, anche in Ecuador, il mio pensiero era tutto rivolto al Giro d'Italia. Quando ho iniziato a correre da bambino, quella è stata la prima corsa che ho seguito. Mi piace lo spirito che vi si respira e, inoltre, è stato il primo Grande Giro nel quale ho raccolto ottimi risultati. Tante persone nel mio Paese condividono questa passione e si organizzano per seguire la corsa: tutto ciò aumenta le mie motivazioni di riportare a casa la maglia rosa".

L'impresa, nonostante al via di Durazzo manchino i fuoriclasse di spicco, non si preannuncia così semplice. "Ci saranno Primoz Roglic, Juan Ayuso, i gemelli Yates e tanti altri. La competizione sarà serrata ma è normale per una corsa del genere. Anche per questo motivo, sarò accompagnato da una squadra di alto livello, con la quale abbiamo già studiato il percorso, a partire dall'inizio in Albania. Come sempre però - conclude Carapaz - il Giro d'Italia si deciderà nella terza settimana, che sarà durissima".

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