I favoriti dei Mondiali ciclismo 2023: la griglia di partenza. Italia spera con Trentin

Van der Poel in pole, Belgio a tre teste. Attenzione al circuito tortuoso (e al meteo)

di ANGELO COSTA
4 agosto 2023
Mathieu Van Der Poel (Ansa)

Mathieu Van Der Poel (Ansa)

Glasgow,, 4 agosto 2023 –  Mondiale di ciclismo su strada strano: stretto fra pista e mountain bike, sembra una delle tante gare in programma e non quella più importante della Disneyland iridata inventata dalla federazione internazionale. Mondiale meno facile di quanto non sembri: oltre alla distanza (271 chilometri), a render dura la gara saranno il tortuoso circuito finale, pieno di curve e dislivelli, e il clima autunnale, temperature basse e rischio pioggia. Mondiale aperto a tutti, in particolare ai big: a parte Vingegaard, i più forti ci sono tutti, ciascuno con altissime chance di centrare il bersaglio. Mondiale meno azzurro del solito: l’Italia arriva a fari spenti, senza vittorie nelle classiche, senza podi nei grandi giri, ma soprattutto senza un uomo da poter allineare alla nobiltà del momento.

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In pole

Mathieu Van der Poel. Ha passato il Tour a prepararsi, ha un percorso che gli sta di misura, è bravo a guidare nelle curve e a rilanciare. In più ha un conto aperto col mondiale, di fatto saltato un anno fa dopo i litigi e la denuncia per gli schiamazzi nel suo albergo alla vigilia: può bastare? Prima fila

Remco Evenepoel. E’ sceso dall’altura tirato a lucido: a San Sebastian lo ha subito mostrato. Ha un grande feeling col mondiale fin da dilettante, può vincere in più modi, anche se stavolta i rivali per attaccare da lontano o per la volata sembra averli anche in casa… Wout Van Aert. Uscito dal Tour in forma smagliante, galvanizzato dalla nascita del secondo figlio, si presenta per prendersi una rivincita con la storia e con chi gli rinfaccia di far collezione di secondi posti. Come Evenepoel, può frenarlo la concorrenza in famiglia. Seconda fila

Mads Pedersen. Anche lui si è collaudato con successo al Tour, anche lui è fatto per percorsi come questo. E ha pure il vantaggio di esaltarsi quando il clima è di quelli peggiori: un mondiale l’ha già vinto, sulle strade del Regno Unito, in un giorno di pioggia. Tadej Pogacar. Se ha deciso di presentarsi, significa che sente di essere da corsa: per tirare il fiato e guarire il polso c’è tempo. Non ha un percorso impegnativo come piace a lui, ma è bravo a render dura la corsa: è il modo migliore che conosce per suonare gli specialisti delle classiche. Terza fila

Jasper Philipsen. Rispetto al Tour, dove ha vinto quattro volate su cinque, ha più svantaggi che vantaggi: non potrà contare sull’apripista Van der Poel, tutti cercheranno di non portarlo allo sprint. Può rivelarsi un’arma tattica per il Belgio a tre teste, se si arriverà in gruppo la migliore. Christophe Laporte. E’ il meno considerato degli outsider, eppure percorso e clima gli strizzano l’occhio. Non si è segnalato molto al Tour, ma anche lui ne è uscito tirato al punto giusto: è uomo da fuga e da volata, giusto quel che serve in un mondiale come questo. Outsiders

Matteo Trentin. Della modesta spedizione italiana è l’uomo di maggior statura internazionale, oltre che di buona forma: può infilarsi in una fuga, può tentare la sorte anche in uno sprint ristretto. Su questo circuito ha vinto l’Europeo cinque anni fa, chissà se aiuta… Julian Alaphilippe. Arriva da un periodo con più ombre che luci e proprio questo deve mettere in guardia: il mondiale è una corsa strana, accende chi non ti aspetti. Specialmente se si tratta di uno che, vincendo la corsa iridata due volte in fila, ha già dimostrato di esser tra i più bravi a correrla. Alexey Lutsenko. Dopo aver inseguito la forma per un Tour intero, il kazako sembra aver ritrovato l’aspetto migliore di se stesso. Alla gamba abbina caratteristiche giuste per un tracciato come quello scozzese, che potrebbe premiare chi si muove da molto lontano.

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