Juventus-Napoli, Mazzarri: "Dobbiamo ritrovare compattezza. Problema fisico? No comment"
Il tecnico azzurro alla vigilia della sfida che può rilanciare le quotazioni dei partenopei: "Serve qualcosa di nuovo da parte di tutti: gli avversari ci conoscono bene"
Napoli, 7 dicembre 2023 - Il nuovo debutto con l'Atalanta aveva fatto urlare troppo presto alla guarigione del Napoli, caduto poi in casa contro l'Inter nel turno successivo: adesso sulla strada di Walter Mazzarri si staglia il mai banale match in casa della Juventus, in programma venerdì 8 dicembre alle 20.45. Per entrambe le squadre, come al solito, non si tratta di una partita come le altre: i bianconeri potranno momentaneamente effettuare l'ennesimo controsorpasso all'Inter, mentre gli azzurri avranno a disposizione un'occasione importante per rilanciare le proprie quotazioni per i piani altissimi della classifica proprio ora che, numeri alla mano, il discorso scudetto sembra già essersi complicato inesorabilmente. Il pensiero di Mazzarri al riguardo pare andare verso una direzione più a breve termine: senza dimenticare uno sguardo al recente passato.
"Più anima, meno gol subiti"
La sconfitta incassata al Maradona per mano dell'Inter, pesante più nel punteggio che per quanto riguarda il gioco sfoggiato in campo, ha lasciato qualche strascico nella testa del tecnico toscano, che ancora mastica amaro. "Da quando sono arrivato qua mi sono reso conto che paghiamo ogni episodio e che subiamo facilmente gol: urge intervenire. Voglio riportare la squadra al passato, quando aveva ben più equilibrio. L'ideale sarebbe attaccare bene come fatto nel primo tempo ma evitare di prestare il fianco a contropiedi del genere, quelli che ci hanno condannato alla sconfitta contro i nerazzurri ma che abbiamo sofferto anche nelle precedenti uscite". Insomma, per sognare in grande urge ritrovare vecchi automatismi. "Le formazioni di vertice hanno equilibrio, sono solide, prendono pochi gol per poi farne appena possibile, magari anche grazie alle grandi giocate che a noi riescono così tanto. Il mio compito è questo: fare in modo di prendere poche reti, per vincere quante più partite possibili. L'occasione buona per provarci è l'incrocio con la Juventus, una delle formazioni più prestigiose in Italia che sfiderà noi, i campioni in carica: sarà il match perfetto per far vedere certi progressi". Casomai mancassero motivazioni, Mazzarri carica a pallettoni il suo Napoli, che però ha bisogno di tornare ai fasti dei giorni d'oro anche dal punto di vista fisico. "Deontologicamente non posso parlare dello staff che ha preceduto il mio: non posso permettermelo per i colleghi ma neanche per me stesso, perché ho voglia di non ripetere gli errori del passato. Certe valutazioni è meglio che restino nello spogliatoio". Insomma, il tecnico toscano non dice nulla ma, così facendo, paradossalmente dice tanto. Se qualche eventuale problema fisico degli azzurri potrà essere corretto strada facendo, magari tramite un richiamo di preparazione, sul mordente e sulla tempra della squadra il lavoro è più delicato e certosino ma, a detta dell'allenatore, fondamentale per risalire la china. "Nel calcio contano i tempi di gioco ma anche l'anima e l'attaccamento alla causa. I ragazzi mi stanno facendo capire che stanno dando tutto e che credono nelle idee del proprio tecnico. Lasciamo perdere il passato: conta solo questo". Eppure, il tasto difesa per un tecnico in effetti notoriamente abbastanza difensivista come Mazzarri torna ancora prepotentemente in voga. "Il calcio è cambiato da quando ho iniziato, ma per quanto riguardo il Napoli posso agganciarmi a quanto visto l'anno scorso, quando la squadra giocava bene in avanti ma era anche corta dietro e brava a ripartire. Qualcosa si è già visto contro l'Inter in particolare nel primo tempo: abbiamo creato tanto - continua il tecnico toscano - e a fine primo tempo meritavamo di essere in vantaggio noi".
I singoli
A ostacolare la marcia del nuovo corso azzurro ci si mette un'infermeria sempre piena in particolare sulla corsia bassa di sinistra, dove è tuttora in corso un ballottaggio per tamponare la falla. "Penso che riproporrò Natan, perché ha fisico, ha gamba, è giovane, è intraprendente e mi dà più garanzie di Juan Jesus, l'altro profilo che può ricoprire quel ruolo. Per il resto so per certo che domani non avrò Mario Rui, che però potrebbe tornare in tempo per sfidare lo Sporting Braga: l'ultima parola però, come sempre, spetta allo staff sanitario". Poi c'è chi come Victor Osimhen ha lasciato alle spalle il suo infortunio: per trovare la forma dei giorni d'oro l'impressione è che ci sia ancora da aspettare. "Ci vuole pazienza e un po' di tempo: si tratta di un giocatore dalla stazza importante che, in quanto tale, necessita di tempo però tornare in forma. Eppure, sono convinto che contro la Juventus mi mostrerà dei segnali di crescita rispetto alle recenti uscite". Dall'attacco centrale agli esterni, con note più o meno dolenti: si comincia da un Khivcha Kvaratskhelia chiamato a tornare più incisivo, magari grazie a qualche accorgimento tattico speciale, a un Jesper Lindstrom che invece, in azzurro, incisivo non lo è ancora mai stato. "Una squadra che vince lo scudetto in effetti è più attenzionata da tutte le altre, che ne hanno studiato a fondo i precetti di gioco. Non escludo quindi qualche novità, con Kvara che potrebbe giocare più centrale per catalizzare gli sforzi delle difese, lasciando così più liberi altri giocatori, che a loro volta dovranno essere bravi a sfruttare gli spazi e le occasioni. Quanto a Lindstrom, finora ho visto qualche filmato dal suo recente passato la squadra precedente: lì era importante, mentre da noi entra in un sistema consolidato. Devo ancora capire dove può rendere meglio: finora è stato infortunato e non ho avuto molte possibilità di farlo, ma lo vedo sempre meglio". Restando in tema di singoli, all'ombra del Vesuvio cresce il partito delle 'vedove' di Kim Min-Jae, la cui assenza si è rivelata molto più pesante del previsto per l'intero reparto arretrato: un'assenza che Mazzarri vuole lenire. "Bisogna fare in modo di ritrovare l'atteggiamento giusto anche senza Kim, ma tutto passerà dal lavoro. Il processo è lungo e impegnativo per i giocatori ma anche per gli allenatori, specialmente per quelli che subentrano, che hanno bisogno di collezionare e analizzare tanti nuovi dati".
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