Napoli, vicino il rinnovo di Osimhen: i dettagli e l'ombra di un addio comunque vicino

L'imminente firma fino al 2026 potrebbe non bastare per trattenere il nigeriano, che potrebbe salutare la prossima estate a fronte dell'offerta giusta

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
5 dicembre 2023
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 5 dicembre 2023 - Il rotondo tris inflitto dall'Inter, preceduto dal poker incassato in casa del Real Madrid in Champions League, tanto per restare in tema ludico, ha scoperto le carte: la guarigione del Napoli non è esattamente vicina. Eppure, qualcosa si muove. Innanzitutto in campo, con una squadra che è tornata ad avere le sembianze appunto di squadra. E poi fuori, con la macchina dei rinnovi che pare essersi riavviata dopo tanti mesi di blocco. Ad annunciarlo è stato Aurelio De Laurentiis in persona: con tanto di rassicurazioni sul fronte legato al futuro di Victor Osimhen, (ancora) vicino al prolungamento ma forse non alla risoluzione definitiva della situazione.  

I retroscena

Partendo dalle note liete, il nigeriano dovrebbe essere a un passo dal rinnovo fino al 2026 dell'attuale accordo in scadenza il 30 giugno prossimo. Il condizionale però è d'obbligo innanzitutto per la complessità di una vicenda che ha già vissuto diversi colpi di scena: il più clamoroso si è consumato dopo la festa scudetto, quella nella quale il patron aveva già annunciato la stretta di mano virtuale con il proprio bomber per chiudere la querelle prima dell'estate e prima dell'inizio del nuovo ciclo. Mai parole furono meno profetiche: la realtà avrebbe invece parlato di una brusca frenata arrivata proprio nella stagione calda che, chissà, magari ha influenzato anche i primi vagiti dell'avventura in panchina di Rudi Garcia. Non solo: in un certo senso l'intera squadra, a maggior ragione nella figura dei grandi protagonisti dello scudetto, potrebbe essersi sentita un po' tradita dall'apparente voltafaccia di De Laurentiis, con i rinnovi premio magari attesi e promessi e poi di fatto quasi mai arrivati. Anche in questo caso è impossibile non collegare qualche eventuale malumore del gruppo con i risultati sul campo dello stesso e in particolare di alcuni nomi grossi della passata stagione. Tra essi proprio Osimhen, protagonista da allora di una parabola in picchiata non tanto per quanto riguarda il rendimento sul rettangolo verde, che l'ha (quasi) sempre visto raccogliere buoni feedback anche nella tormentata era Garcia, quanto sul piano del rapporto sempre più teso con il club partenopeo. Il bubbone è esploso durante e dopo la gara di Bologna: prima il rigore fallito, quello che avrebbe regalato la possibile vittoria del Napoli al Dall'Ara, poi la sostituzione della discordia, con tanto di pubblica contestazione al tecnico francese per non aver varato le due punte insieme a Giovanni Simeone e infine, a distanza di settimane, il caso TikTok, con il profilo social del club a prendere in giro il proprio giocatore di punta per quanto successo nel capoluogo emiliano. Il resto lo ha fatto il grave infortunio muscolare occorso a un Osimhen abituato a cadere spesso in tal senso. I 48 giorni trascorsi lontano dal campo di gioco sembravano il momento ideale per riallacciare il discorso rinnovo e magari addirittura per mettere tutto finalmente nero su bianco. Invece no: il gelo tra le parti è proseguito fino alla schiarita dei giorni scorsi, quella che ha condotto all'annuncio di De Laurentiis. Una sorta di dejà-vu che stavolta, però, dovrebbe condurre davvero alla firma. Ma sarà, anzi, sarebbe davvero l'ultimo capitolo di quella che è diventata una saga?

Il rinnovo: i dettagli

In realtà, la situazione potrebbe essere più complessa di quanto l'inguaribile ottimismo dei tifosi possa suggerire. Un po' lo suggerisce la stessa, anomala, retroattività dell'accordo al quale ormai manca solo il crisma dell'ufficialità: il nuovo contratto, per quanto riguarda lo stipendio (10 milioni netti più bonus) partirebbe dallo scorso luglio, curiosamente il momento inizialmente fissato da De Laurentiis per far cominciare il ciclo tricolore dopo la festa. La nuova scadenza sarebbe il 30 giugno 2026: dunque, 2 anni in più rispetto a quella originale che oggi crea così tante angosce perché, in mancanza di rinnovo, significherebbe addio praticamente quasi certo la prossima estate. In realtà, anche qui, la situazione potrebbe essere decisamente più complicata. Innanzitutto perché nel nuovo accordo dovrebbe campeggiare una clausola rescissoria dal valore di oltre 100 milioni: una cifra monstre ma non impossibile per determinati club. Qui scatta la postilla che forse allarma maggiormente i tifosi: tra De Laurentiis e Osimhen (e il suo agente) dopo la firma scatterebbe un gentlemen's agreement per la cessione già la prossima estate in caso di corte serrata (e al giusto prezzo) da parte di una società di peso. Anche questo discorso va approfondito, proprio alla luce della presenza già di una clausola rescissoria: in realtà, quest'ultima avrebbe vigore principalmente per i club arabi, quelli della nuova El Dorado del mondo del pallone, mentre l'accordo verbale tra il patron e Roberto Calenda sarebbe il grimaldello per aprire la porta che condurrebbe ai top team europei, quelli chiaramente più ambiti dal giocatore. Insomma, comunque la si guardi, la situazione presenta diverse prospettive, ognuna delle quali non sembra il preludio a una permanenza ancora lunga di Osimhen all'ombra del Vesuvio. Probabile che, al di là dei freddi numeri, un ruolo importante nella vicenda lo giochino De Laurentiis e le sue prossime strategie: di mercato e non. Dopo questa in corso che, almeno in campionato, sembra una stagione di assestamento, Osimhen e l'intera piazza partenopea probabilmente si aspetteranno qualcosa di più che semplici mosse conservative per ridare verve al ciclo azzurro, che con lo scudetto ha chiaramente toccato il proprio acme. In questi casi, si sa, urgono diverse contromisure per ritrovare entusiasmo e fame. Nuovo allenatore, nuovi giocatori, nuovi stimoli e nuovi obiettivi: questo potrebbe essere il poker buono per convincere Osimhen a sposare ancora il Napoli al di là di ciò che sancirà il nuovo contratto, che come sempre nel calcio conta il giusto. Naturalmente, lo stesso nigeriano dovrà metterci qualcosa di più di suo, perché ormai diverse difese sembrano aver trovato i rimedi per limitare quello strapotere che aveva a lungo dettato legge. Strapotere del numero 9 e dell'intero Napoli, il binomio vincente che deve ritrovare se stesso per la gioia di un'intera piazza.

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