Napoli-Atalanta, Conte: "Loro un modello per noi. Obiettivi? Tornare in Europa"

Nonostante un primato sempre più solido, il tecnico azzurro ancora non parla di scudetto, pur non nascondendo l'auspicio: "Lavorando insieme e compatti possiamo andare lontano. Ma dovremo passare da un lungo processo di crescita"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
1 novembre 2024
Antonio Conte abbraccia i suoi giocatori

Antonio Conte abbraccia i suoi giocatori

Napoli, 1 novembre 2024 - La prima gara del ciclo terribile è andata in archivio con un 2-0 messo a referto in casa del Milan che forse nasconde fin troppo bene qualche difficoltà incontrata durante la partita. La seconda vedrà domenica 3 novembre l'Atalanta presentarsi al Maradona alle 12.30 per provare a fermare la marcia del Napoli e non solo per uno 'sfizio': con appena 6 punti di distanza dalla vetta, un'eventuale vittoria dei nerazzurri aprirebbe pensieri stupendi legati a un obiettivo fino a qualche anno fa inimmaginabile. Naturalmente, appunto, Napoli permettendo.

"Lobotka no, Gilmour sì"

I piani di Antonio Conte, presentatosi questo pomeriggio in conferenza stampa per introdurre l'ennesimo esame che aspetta i suoi azzurri, sono ben altri, pur con la consapevolezza che domenica il match sarà tutt'altro che agevole. "Affronteremo una squadra forte, che ha vinto l'Europa League battendo il Bayer Leverkusen, che non perdeva da tantissimo. E' una formazione da anni da Champions League, ed è giusto considerarla di quel livello. Merito del club ma anche di Gian Piero Gasperini, che poi è stato anche il mio allenatore". Conte approfondisce un aneddoto forse non noto a tutti. "Quando militavo nella Juventus lui allenava la Primavera e quando avevo qualche problema fisico chiedevo di giocare in quella categoria. Lo stimo molto: è un tecnico bravissimo e d'altronde non potrebbe essere così, altrimenti non avrebbe raccolto ciò che sta ottenendo. Sento dire che il Napoli potrebbe sottovalutare questa partita, ma in realtà, se di vede quello ottenuto da noi e da loro l'anno scorso, il rischio potrebbe essere più il loro. I nerazzurri avranno il pensiero della Champions League, noi no e come dico sempre da un lato è un vantaggio perché può ci si allenare per tutta la settimana, forse non in questa, ma è anche uno svantaggio, perché a livello di rosa significa che siamo più deboli". A proposito di svantaggi: nonostante l'ottimismo post diagnosi, il Napoli a quanto pare dovrà ancora fare a meno di Stanislav Lobotka, con Billy Gilmour chiamato quindi agli straordinari. "Sarà pronto per la prossima, perché è comunque in fase di recupero, anche se quello rimediato in Nazionale non si trattava di un problemino, come qualcuno aveva detto a suo tempo. Comunque con Gilmour siamo al sicuro. Come avevo già detto - continua Conte - era un mio cruccio, perché meritava di giocare e non riuscivo a dagli spazio per le prestazioni eccezionali di Lobotka. Ora che è capitata quest'occasione siamo tutti contenti: soprattutto il Napoli, che si ritrova un giocatore giovane e forte sul quale poter contare per molti anni". La vera forza degli azzurri, tuttavia, sembra un collettivo sempre più a immagine e somiglianza del proprio allenatore. "Io parlo sempre di 'lavori in corso', perché in così pochi mesi è impossibile che la squadra abbia assorbito tutto. Io comunque ho trovato un gruppo preparato e disponibile a lavorare insieme e questo accelera il processo ma, e spero di essere smentito, in questa situazione di ricostruzione c'è bisogno di affrontare un determinato percorso. Si può fare tutto - continua Conte - ma la mia esperienza mi dice che dobbiamo crescere senza fare salti multipli. Quindi, sperando sempre di sbagliarmi, tappiamoci le orecchie e continuiamo a lavorare: questo è un momento positivo, ma potrebbero arrivarne di negativi che non dovranno discostarci dal nostro percorso".

"L'Atalanta come modello"

 Insomma, tra pretattica, scaramanzia e voglia di togliere pressione alla propria squadra, forse tra le righe del Conte pensiero si intuisce quanto neanche lui si aspettasse da parte dei suoi una tale partenza: forse l'esame Atalanta casca a pennello per fornire e fornirsi un'altra fotografia del suo Napoli. "Non so se si può definire una partita da scudetto, ma di certo lo è tra due formazioni che vogliono andare in Europa: loro per la conferma, noi per il ritorno, magari già dalla porta principale, provando a rubare l'idea a qualcun altro. Di certo l'Atalanta dopo la vittoria dell'Europa League ha guadagnato ulteriore consapevolezza nei propri mezzi e anche il mercato li ha potenziati anno dopo anno. Per noi potrebbe essere un modello da imitare, perché sono cresciuti anche dopo cessioni importanti. Anche noi abbiamo perso dei giocatori ed è giusto ricordarlo, ma sono stati rimpiazzati bene". Tra i rimpiazzi ottimi a cui fa riferimento il tecnico salentino c'è Romelu Lukaku, il bomber di San Siro insieme a Khvicha Kvaratskhelia, uno che secondo radio mercato la prossima estate potrebbe anche andare altrove. Per il momento il Napoli si gode la nuova coppia del gol, resa ancora più letale da una difesa di ferro, la migliore del campionato. "All'inizio di questa stagione ci presentavamo con le 48 reti incassate l'anno scorso e all'epoca non bisognava dare la colpa solo ai difensori, così come oggi i meriti non sono solo del reparto arretrato. Tutti partecipano alle due fasi e lo si è visto anche dal primo gol al Milan, che nasce da una pressione alta a centrocampo, con un centrocampista che serve l'attaccante in pochi tocchi. La squadra ha ritrovato quella voglia di essere unita e compatta ed è per questo che i meriti li do a tutti. Ora però di fronte avremo un test molto probante, perché l'Atalanta ha il miglior attacco: il nostro primo pensiero - continua Conte - sarà fare gol e poi provare a non prenderlo, perché così la vittoria è sicura". Insomma, come da tradizione dell'allenatore in questione, per il calcio champagne ripassare un'altra volta. Poco male per una squadra e per una piazza che sembrano ormai essersi abituate a questa nuova filosofia, per certi versi all'antitesi rispetto ad altre gestioni precedenti: almeno finché il sogno scudetto sarà ancora così vicino come lo sembra oggi. "So solo che io e la squadra precedendo uniti e compatti possiamo costruire qualcosa di bello e di duraturo nel tempo. La condizione fondamentale sarà il lavoro, senza il quale è impossibile credere nei cosiddetti miracoli calcistici, che però ci sono sempre stati".

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