Napoli, buone notizie dall'infermeria per Barcellona: Calzona ne recupera tre

In Spagna il tecnico azzurro potrà contare su Cajuste, Rrahmani e Ngonge: prezioso in particolare il ritorno dello svedese, che allunga le rotazioni a centrocampo

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
10 marzo 2024
Jens Cajuste (Ansa)

Jens Cajuste (Ansa)

Napoli, 10 marzo 2024 - Tolte le illusioni estive e quelle delle primissime battute di un campionato aperto da un calendario piuttosto agevole, sostanzialmente il Napoli campione d'Italia in carica non è mai stato concretamente in lotta per difendere il titolo. Eppure, quando ieri sera la vittoria dell'Inter a Bologna, dove finora si era imposto solo il Milan e per giunta alla prima giornata di campionato, ha sancito la matematica fine delle ipotetiche e teoriche chance di confermare il tricolore cucito sul petto nel capoluogo campano un sussulto c'è stato: forse un moto di orgoglio al contrario per questa stagione così tribolata che, a suo modo, sta intaccando anche quella passata e la prossima tra pensieri retroattivi su ciò che è stato e altri futuri su ciò che potrà essere a partire dalla prossima estate, quando a Castel Volturno potrebbe cambiare tutto, a cominciare dal direttore sportivo. Via, con ogni probabilità, l'etereo Mauro Meluso e dentro forse uno tra Igli Tare e Frederic Massara per avviare la rivoluzione atta a riportare gli azzurri in alto e comunque ben lontano dallo status attuale, con la vetta della graduatoria lontana addirittura 31 punti. Non solo: anche le posizioni buone per la prossima Champions League, nonostante la frenata del Bologna quarto, restano lontane, a maggior ragione se si considerano gli impegni ancora da disputare di Roma e Atalanta e quello già alle spalle del partenopei per la giornata in corso, con il pareggio interno rimediato contro il Torino a rivelarsi quasi inutile per continuare a sognare la rimonta. Eppure, qualche raggio di luce per Francesco Calzona, a sua volta incerto del suo destino a fine anno, c'è e per giunta con vista Barcellona: tre recuperi importantissimi dall'infermeria.  

I tre recuperi

  Il più prezioso, più per ragioni numeriche che tecniche e qualitative, è quello di Jens Cajuste, senza il quale viceversa il Napoli, per una questione di liste, sarebbe volato in Spagna praticamente con soltanto tre centrocampisti a disposizione: Stanislav Lobotka, André-Frank Zambo Anguissa e Hamed Junior Traorè. Invece lo svedese pare in predicato di tornare in gruppo dopo la distrazione al semitendinoso che comunque dovrebbe pregiudicarne l'impiego dall'inizio: nell'ottica di una partita che potrebbe durare anche più di 90' anche solo l'idea di avere un elemento in panchina disponibile all'uso senza magari dover ricorrere alla carta di emergenza Leo Ostigard, uno che Rudi Garcia, ormai una vita fa, immaginava anche mediano davanti alla difesa nel suo ipotetico 4-2-3-1, aiuta tanto anche psicologicamente. Ostigard a sua volta sollecitato e in preallarme a causa dell'acciacco muscolare, stavolta di portata ben più leggera, che contro la Juventus, uno dei pochi ricordi dolci di questa stagione, aveva fermato Amir Rrahmani: il kosovaro, tenuto a riposo contro il Torino, è a sua volta in procinto di riprendersi il suo posto a comando di una retroguardia che soffre meno del recente passato ma che palesa sempre determinate amnesie, in particolare sui piazzati. Dal centrocampo alla difesa fino ad arrivare all'attacco, dove il Napoli potrà contare di nuovo su Cyril Ngonge, l'acquisto di gennaio finora più funzionale, oltre che più costoso. Il belga, prelevato dal Verona forse più con un occhio al futuro che pensando all'immediato, ha smaltito il fastidio muscolare che l'ha tenuto ai box nelle scorse partite, quelle nelle quali comunque gli azzurri hanno confermato che tra i tanti problemi stagionali più o meno conclamati non c'è la fascia destra. Matteo Politano ne resta il padrone assoluto, ma alle sue spalle si confermano qualcosa in più di valide alternative il jolly Giacomo Raspadori e proprio l'ex Hellas, mentre Jesper Lindstrom continua a mostrarsi qualche passo indietro agli altri.

I rimpianti in prestito

Si resta in casa Verona per approfondire un tema solo sfiorato nel capoluogo campano, dove notoriamente i titoloni li catalizzano i nomi altisonanti: a maggior ragione se appartenenti a giocatori stranieri. Nella squadra di Marco Baroni, comunque impelagata in una complicatissima lotta per non retrocedere, si sta facendo le ossa in prestito Michael Folorunsho, che a suon di gol sempre pesanti e mai banali sta tenendo a galla i suoi dimostrando di poterci stare, eccome, in Serie A: il tutto a 26 anni, età nella quale di norma i giocatori sono già considerati quasi 'anziani' e comunque già fatti e finiti. Coetaneo del ragazzo di scuola Lazio è Walid Cheddira, che al Frosinone forse sta invece faticando di più a trovare spazio e reti rispetto alle aspettative. Si scende a livello anagrafico per Gianluca Gaetano, ma si sale inesorabilmente analizzando il fatturato delle prestazioni fin dall'approdo a Cagliari, con il classe 2000 che in 5 presenze, valide per un totale di 356' in campo, ha già messo a referto 2 gol: lo stesso fatturato raccolto in azzurro in 31 apparizioni e 498' sul rettangolo verde. Insomma, i tanto criticati procuratori a volte hanno ragione quando puntano il dito sulla scarsa fiducia, accompagnata da un minutaggio ancora peggiore, riservata ai giovani, 'ostaggio' di squadre che li lasciano andare via solo in prestito. Ne sanno qualcosa anche Alessio Zerbin e Alessandro Zanoli, forse coloro che finora stanno faticando di più lontano da Fuorigrotta, con il primo incredibilmente scaricato dopo la fantastica doppietta di Supercoppa contro la Fiorentina. C'è invece uno spiraglio maggiore di futuro in azzurro per Elia Caprile, che l'anno prossimo, in caso di addio di uno tra Alex Meret e Pierluigi Gollini, potrebbe diventare il nuovo portiere di riserva. Discorsi prematuri. Prima il Napoli dovrà terminare la stagione in corso, magari regalandosi qualche scenario positivo attualmente quasi impronosticabile e poi, probabilmente con un nuovo direttore sportivo, si aprirà la questione mercato, che a sua volta ha grane ben più importanti da risolvere che pensare ai giovani (o presunti tali) attualmente a brillare in prestito in giro per l'Italia e a fungere quasi da monito sulle tante scelte, estive ed invernali, forse prese troppo a cuor leggero ancora sull'onda lunga di uno scudetto da ieri sera matematicamente destinato a volare altrove.

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