Napoli, non solo Giuntoli: tanti gli addii del 30 giugno
Oltre al direttore sportivo, hanno salutato anche Ndombele, Bereszynski, Marfella e Gollini: quest'ultimo però può tornare
Napoli, 1 luglio 2023 - Qualche addio piuttosto pesante era stato messo da tempo in preventivo, mentre qualcun altro risulta all'apparenza quasi senza impatto nell'economia del progetto azzurro: fatto sta che il 30 giugno 2023, oltre ad avere segnato ufficialmente la fine della stagione che ha visto il Napoli trionfare in campionato, ha anche apportato cambiamenti non da poco nel disegno dell'organigramma del club partenopeo.
Gli addii ai piani altissimi del club
La partenza che attira gran parte delle attenzioni mediatiche è quella di Cristiano Giuntoli e non solo per la nuova destinazione, quella Juventus che di tanto in tanto continua a 'scippare' pezzi di prestigio all'acerrima rivale. L'epopea del direttore sportivo toscano è stata lunga 8 anni nei quali tutti, ma proprio tutti, gli obiettivi fissati da Aurelio De Laurentiis sono stati raggiunti: crescita del comparto sportivo del club, risanamento delle finanze (in particolari dopo la nefasta parentesi legata alla pandemia da Covid-19), valorizzazione della rosa e arricchimento della bacheca. Non male per un dirigente che, al momento del suo approdo dalla meteora Carpi, fu accolto con scetticismo nel capoluogo campano: il tutto nonostante la poderosa scalata messa a referto durante la sua gestione dal club emiliano, protagonista dell'epica scalata dalla Serie D alla Serie A nel segno di 4 promozioni in 5 anni. Insomma, la piazza partenopea era esigente anche prima dello scudetto: figurarsi ora e nell'imminente futuro. Evidentemente neanche la lezione impartita dallo stesso Giuntoli è servita: mai giudicare un direttore sportivo dal palmares, dal nome e dalle precedenti società di appartenenza. Il discorso si può estendere a maggior ragione ai giocatori, con lo scouting di elementi semisconosciuti, poco costosi ma estremamente qualitativi che è diventato presto il marchio di fabbrica dell'operato del dirigente toscano, il cui addio segue di poche settimane quello precedente di Luciano Spalletti: a Rudi Garcia il complicatissimo compito di non far rimpiangere il comandante dello scudetto, che insieme a Giuntoli ha formato una delle poche coppie in seno alla società partenopea a riuscire a oscurare il factotum De Laurentiis, non a caso al momento l'uomo mercato del Napoli. E poi? Possibile che Maurizio Micheli, oggi il responsabile dello scouting del club, possa essere promosso a ds: sempre con la supervisione - se non addirittura qualcosa in più - del solito ADL, che nelle ultime ore ha salutato anche Alessandro Formisano, l'uomo che negli ultimi 17 anni ha curato il marketing e la struttura commerciale del club partenopeo.
Gli addii dei giocatori
Non solo i piani altissimi dell'organigramma della società: il 30 giugno ha lasciato per strada anche dei protagonisti sul campo dello scudetto che a breve comparirà sulle nuove maglie probabilmente insieme a un nuovo sponsor, tanto per confermare l'aria di cambiamento e novità che sta avvolgendo il Napoli in ogni ambito e settore. Si comincia da Tanguy Ndombele, che torna mestamente al Tottenham dopo che il club partenopeo non ha esercitato il diritto di riscatto, fissato a 30 milioni: troppi per le casse di una società notoriamente molto attenta alle finanze e ai bilanci ma forse per qualsiasi altra compagine, specialmente se rapportati alla discontinuità mostrata sul rettangolo verde dal francese anche nella sua avventura in azzurro. Altrettanto 'fisiologica' la mancata conferma di Bartosz Bereszynski, che rientra alla Sampdoria mentre Alessandro Zanoli compirà la tratta opposta per fine prestito. In questo caso la questione è ancora più semplice: il polacco, oltre ad avere un'età troppo avanzata per i parametri del Napoli, sempre attento a mantenere la sua rosa giovane e fresca, era stato preso a gennaio per garantire un cambio pronto ed esperto da fornire a Spalletti, mentre il talento di scuola Carpi (pupillo proprio di Giuntoli) è stato mandato a farsi le ossa in una realtà con diverse ambizioni stagionali. Insomma, tutto è andato secondo i piani, anche se a detta di molti Zanoli forse avrebbe avuto tutte le carte in regola per restare in azzurro e scrivere così il suo nome nel roster della formazione che ha vinto lo scudetto. L'impresa è riuscita a Davide Marfella: per molti uno sconosciuto, per i tifosi più attenti invece il terzo portiere del Napoli che ha vinto il titolo. Appannaggio del club partenopeo c'era un'opzione per prolungare il contratto che non è stata attivata, con Nikita Contini che invece rientra alla base, con l'obiettivo di restare, dopo il prestito alla Reggina. Proprio il reparto dei portieri è al momento quello più sguarnito, con il solo Alex Meret certo della permanenza. Per il momento infatti anche Pierluigi Gollini ha lasciato il capoluogo campano. Appunto: per il momento. Il Napoli non ha esercitato il diritto di riscatto del cartellino del classe '95 dall'Atalanta, ma tra i due club sono in corso dei dialoghi serrati per riaprire i discorsi: a tal riguardo, alla luce dell'intenzione di tutte le parti in causa di giungere a un esito positivo della trattativa, la fumata bianca non sembra lontana. Se quello di Gollini alla maglia azzurra ha tutta l'aria di essere un semplice 'arrivederci', per tanti altri protagonisti (più o meno di spicco) dello scudetto nella giornata del 30 giugno è arrivato il momento dell'addio, aprendo di fatto delle voragini nella rosa che andranno colmate nella sessione di mercato ufficialmente iniziata da poche ore. A tal riguardo, adesso le priorità nel quartier generale di Castel Volturno sono altre: si comincia dalla spasmodica ricerca di un degno erede di Kim Min-Jae, che nei prossimi giorni passerà al Bayern Monaco, che proprio in queste ore sta iniziando le pratiche per completare l'operazione e si arriva alla complicatissima partita legata al rinnovo di Victor Osimhen. Il tutto senza più poter contare sul contributo quasi invisibile ma prezioso di Giuntoli, un altro tassello del Napoli campione d'Italia che saluta a distanza di poche settimane dalla festa. La palla passa a De Laurentiis, chiamato a rispondere con qualche colpo di teatro dei suoi a chi ipotizza, con timore o con soddisfazione, un ridimensionamento del progetto.
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