Napoli, idea Comuzzo per la difesa

Dopo il naufragio della pista Danilo, gli azzurri cercano il centrale della Fiorentina, valutato non meno di 40 milioni

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
29 gennaio 2025
Pietro Comuzzo (Ansa)

Pietro Comuzzo (Ansa)

Napoli, 29 gennaio 2025 - La caccia all'erede di Khvicha Kvaratskhelia, con Alejandro Garnacho sempre in cima ai pensieri del quartier generale di Castel Volturno a dispetto del proliferare di altre opzioni più o meno gradite e più o meno raggiungibili, ha un po' messo in ombra, almeno mediaticamente, quella che forse è la vera priorità del Napoli e soprattutto di Antonio Conte: un nuovo difensore centrale che possa essere qualcosa in più di una semplice alternativa anche ora che il recupero di Alessandro Buongiorno, ormai da giorni rientrato in gruppo, è quasi ultimato. La prima pista, in realtà in piedi fin dall'estate, conduceva a Danilo, il puntello di esperienza da strappare alla Juventus facendo leva su un contratto arrivato ormai agli sgoccioli. La data buona per aprire le danze sembrava l'immediato post scontro diretto, quello dello scorso turno che ha sancito il settimo successo di fila degli azzurri e la contemporanea resa definitiva dei bianconeri per i sogni di gloria legati al primo posto in classifica. Invece, a sorpresa, dopo la rescissione del contratto che lo legava alla Vecchia Signora il brasiliano sembra destinato a tornare in patria per chiudere la carriera. Un colpo di scena che, passando alle vicende di casa Napoli, pareva il presagio della fine della caccia a un nuovo difensore, resa a sua volta meno impellente dalla guarigione quasi completata di Buongiorno e dal rendimento ottimo del reparto arretrato durante l'assenza dell'ex Toro. Invece, tanto per restare nell'ambito dei ribaltoni inattesi, il club partenopeo individua subito il nuovo obiettivo.  

La base d'asta per Comuzzo

  Si tratta di Pietro Comuzzo, tutt'altro che messo sul mercato da una Fiorentina che vuole puntare in grande in questo campionato, ritrovando contro la Lazio quella vittoria che mancava da tempo, oltre a vedersi nel prossimo futuro in pianta stabile in lotta per le posizioni di vertice del campionato. In questo contesto e con queste ambizioni, viene automatico pensare che il classe 2005 non sia stato inserito sul mercato, ma si sa che nel calcio di oggi ciò non sia garanzia di un'incedibilità che forse non esiste più, come lo stesso Napoli ha dimostrato vendendo nel tempo a peso d'oro i propri pezzi da novanta: non ultimo proprio Kvaratskhelia direzione Paris Saint-Germain. La stessa Fiorentina infatti per 40 milioni come offerta minima potrebbe vacillare dopo aver detto di no, nei giorni scorsi, al prestito di Marin Pongracic. Il Napoli ha recepito entrambi gli input e nei prossimi giorni, gli ultimi della sessione di mercato nei quali potrebbe scongelarsi anche la cessione in prestito di Rafa Marin al Villarreal, bloccata dopo quanto accaduto sul fronte Danilo. La parola d'ordine in effetti è sempre quella: senza partenze non ci sono nuovi arrivi e viceversa, per quel mantra numerico sul quale Conte è stato chiaro. Un diktat che vale ancora di più per un reparto delicato come quello arretrato che occupa il primo posto nella gerarchia di valori del tecnico salentino. Basti riavvolgere il nastro fino alla conferenza stampa di presentazione dello scorso giugno. Il primo accento, in un'epoca in cui si parlava del Napoli come della grande caduta in disgrazia subito dopo lo scudetto e da ricostruire quasi dalle fondamenta, fu posto proprio sulla difesa, indicando senza pietà i disastrosi numeri dello scorso campionato, quello chiuso al decimo posto: numeri che sarebbero poi tornati di attualità nel corso della stagione, a mo' di monito.

Il ritorno di Buongiorno

La forza del Napoli capolista, guarda caso, è proprio la tenuta dietro, come si evince dalle appena 15 reti subite in totale. Quasi a voler provare a guastare la festa, ci si è messo a metà dicembre l'infortunio di Buongiorno a giocare il ruolo di esame difficile da superare per gli azzurri e per lo stesso Conte, che ha dovuto fare di necessità virtù con una gamma di scelta di riserve che poco tempo prima, in Coppa Italia, non gli aveva fornito i feedback auspicati. E invece, nel lasso di tempo in esame (6 partite) il Napoli ha raccolto altrettanto vittorie, subendo la miseria di appena 4 gol: numeri fantastici che hanno in un certo senso 'riabilitato' Juan Jesus, un altro che pareva da tempo virtualmente aver chiuso la sua avventura in azzurro per mancanza di spazio ma anche per problemi ambientali. Invece il brasiliano, quando gettato nella mischia, ha risposto presente come meglio non avrebbe potuto, (ri)componendo con Amir Rrahmani quella cerniera difensiva che già nel recente passato aveva fornito ottime garanzie. Anche questo feeling già collaudato era stato spazzato via dal recente passato tumultuoso di quel post scudetto che ha lasciato tante macerie, a loro volta incolsapevolmente preludio della rinascita. Poi c'è chi come Buongiorno è arrivato ex novo quest'estate, con il vantaggio dunque di non avere scorie da smaltire. Tutto sembrava funzionare alla grande per il classe '99, che grazie alle grandi performance in azzurro (e al contemporaneo infortunio di Riccardo Calafiori) aveva anche guadagnato un ruolo più importante in Nazionale. La frattura di due vertebre lombari ha interrotto la marcia per oltre un mese, come da pronostici iniziali, e altrettanto come da previsioni ora il ritorno in campo è vicinissimo. Di concerto proprio con il ragazzo, Conte ha varato la linea della prudenza, ma l'impressione è che la convocazione per il match contro la Roma sia ormai cosa fatta. Nel caso, Buongiorno partirà solo dalla panchina e giusto per riassaporare il clima partita: per il rientro effettivo sul rettangolo verde manca ancora un po', come suggerito da Conte e dallo stesso difensore, che a quanto pare in questa quarantina di giorni ha perso massa muscolare. Invece il Napoli è uscito rinforzato, nel corpo e nello spirito, da quest'esame arrivato quasi dal nulla, così come lo è stato l'addio tumultuoso di Kvaratskhelia.

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