Napoli, a Bologna pareggio a due facce. E i secondi tempi preoccupano
Gli azzurri tornano dal Dall'Ara con un buon punto, seppur con il rimpianto della rimonta incassata e del mancato riavvicinamento all'Inter. Il rientro dagli spogliatoi è sempre la fase più critica per la banda Conte

Bologna-Napoli, la delusione degli azzurri (Ansa)
Napoli, 8 aprile 2025 - Punto comunque guadagnato alla luce del campo ostico e di ciò che proporrà il calendario nel prossimo futuro o occasione persa? Il day after del Napoli dopo l'1-1 del Dall'Ara è a due facce, come in effetti da risvolto fisiologico di quasi ogni pareggio. Gli azzurri si presentano a Bologna con alle spalle il background dell'assist fornito due giorni prima dal Parma, che aveva rimontato l'Inter da 0-2 a 2-2, con annessa chance di portarsi a -1 dalla capolista. Tutto sembra apparecchiato per una vittoria che in trasferta ai partenopei mancava (e manca) dal 18 gennaio, giorno della presa di un altro impianto complicato come il Gewiss Stadium: a maggior ragione quando André-Frank Zambo Anguissa sblocca la contesa con un'azione di prepotenza su lancio dalle retrovie di Giovanni Di Lorenzo nella quale ci sono tutti gli ingredienti della sua stagione fenomenale. Un assolo che si incastona alla perfezione nel primo tempo dei suoi, volitivi, determinati e aggressivi quanto basta per mettere sotto una formazione reduce da 5 vittorie di fila in campionato (6 considerando la Coppa Italia) e che in casa non perdeva (e non perde) dal 30 dicembre. Poi, come succede ormai da settimane, la luce di spegne nella ripresa, spianando la strada alla riscossa a tinte rossoblù che sfocia nella gemma di Dan Ndoye e in altre occasioni create ma non capitalizzate che forse sarebbero state una punizione eccessiva per il Napoli. Soprattutto per il Napoli del primo tempo.
Problema secondi tempi
Curiosamente, le due rivali per lo scudetto in questa fase stanno facendo i conti quasi con gli stessi mali e le due prestazioni raccolte sulla Via Emilia, al netto della tara della differenza di qualità delle due avversarie, fungono da ottimo termometro della situazione. Prestazioni roboanti nei primi 45' alle quali seguono bruschi cali al rientro negli spogliatoi che prestano il fianco alle rimonte altrui, tentate, come nel caso del Milan al Maradona, o riuscite, come appunto un Bologna che si riprende il quarto posto e continua così a sognare l'immediato ritorno in Champions League. A tal riguardo, tra Antonio Conte e il suo vice Cristian Stellini il mantra riporta proprio a questo: l'obiettivo del Napoli di inizio stagione era tornare tra le prime quattro e, a meno di crolli quasi impossibili anche solo da pensare, sembra di fatto già raggiunto. Ma basterà questa constatazione ad addolcire la sensazione di chance sciupata? Vale per il match del Dall'Ara, ma soprattutto per quanto accaduto nelle settimane prima specialmente lontano da Fuorigrotta, per un tabù persistente che rischia di pesare parecchio nella lotta scudetto. La contemporanea fase di flessione di un'Inter flagellata dagli infortuni fa capire che la classifica attuale, per quanto ancora bellissima e possibilista per il sogno tricolore, sarebbe potuta essere ancora più lusinghiera. La stessa gara contro il Bologna si presta, insieme a tutto ciò che l'ha preceduta, a due letture. Probabilmente, alla vigilia di questo turno di campionato il Napoli avrebbe firmato per restare a -3 dall'Inter, la cui vittoria al Tardini, in base a radio pronostici, pareva cosa fatta. Invece i nerazzurri si buttano letteralmente via, rischiando pure di perdere nel finale, e così gli azzurri, pur non contro l'avversario più facile al momento da affrontare (tutt'altro), si ritrovano servita su un piatto d'argento una chance di platino per mettersi in scia e quasi in zona sorpasso. Mettiamoci poi pure lo stesso copione del match. La premiata ditta Conte-Stellini approccia meglio e trova il meritato vantaggio, sfiorando anche in un paio di occasioni il raddoppio che forse avrebbe significato ipoteca sulla contesa: forse, appunto, sulla scorta di quanto aveva suggerito la precedente gara tra Parma e Inter. Poi nella ripresa cambia tutto e gli azzurri rischiano anche di perderla, proprio come accaduto sabato pomeriggio ai rivali, e così, visto che il canovaccio non è nuovo, la domanda diventa d'obbligo: meriti del Bologna a parte, cosa succede al Napoli al rientro dagli spogliatoi?
Calendario in discesa, ma...
Il quesito diventa di attualità anche ora che, all'apparenza, il calendario diventerà più clemente con gli azzurri al punto da farne, per molti, la favorita per lo scudetto nonostante i 3 punti da recuperare dalla vetta. Al Maradona sono attesi Empoli, Torino, Genoa e Cagliari, mentre la caccia a quella vittoria in trasferta lontana ormai mesi ripartirà da Monza, prima delle sfide in casa di Lecce e Parma. Dunque, oggettivamente tutte squadre della cosiddetta parte destra della classifica, ma non necessariamente delle sparring partner. Se è vero che la differenza di valori tra le rose resta la medesima, a cambiare sono le ambizioni e la fama che ne consegue. Esistono le lotte per le posizioni di vertice, ma c'è anche una graduatoria nelle parti basse ancora più affollata. Lo stesso Empoli, spesso avversario più ostico del previsto per il Napoli, induce alla prudenza nonostante una situazione sportivamente drammatica tra terzultimo posto ed emergenza infortuni. In effetti, anche gli azzurri nel prossimo turno dovranno vedersela con qualche defezione pesante. Lunedì prossimo al Maradona mancheranno infatti Di Lorenzo ed Anguissa, proprio i due uomini che hanno sbloccato la contesa al Dall'Ara. Il rientrante Conte, che stavolta ha potuto confidare solo a metà sull'effetto talismano del vice Stellini, perderà in un colpo solo la bellezza di 9 gol e 6 assist complessivi nel contesto di una squadra che spesso pecca proprio in fase realizzativa, specialmente al cospetto di formazioni chiuse quale potrebbe essere quella toscana. Ci sarà tempo per preparare un'altra potenziale partita trappola, la prima di una serie in cui il Napoli non può più sbagliare. Qualcuno si aspetta addirittura il filotto completo da qui a fine campionato: possibile, ma forse la missione è più complicata di quanto non dica la classifica. Specialmente qualora i secondi tempi continuassero a essere un problema così serio per Conte e la sua banda, che curiosamente nella prima parte del torneo aveva costruito appunto nei 45' iniziali le proprie fortune.
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