Napoli, emergenza infortuni. Raspadori rinnova fino al 2028

Sale il computo dei giocatori acciaccati durante la preparazione estiva: Mario Rui il più grave, al punto da rischiare di saltare il debutto a Frosinone

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
1 agosto 2023
Giacomo Raspadori (Ansa)

Giacomo Raspadori (Ansa)

Napoli, 1 agosto 2023 - C'era una volta un Napoli che non sapeva neanche dell'esistenza degli infortuni. Da qualche stagione il trend si è invertito e l'inizio della nuova avventura sembra confermarlo, come si evince da un'infermeria già piuttosto piena.

Gli infortunati

L'ultimo a fermarsi in ordine cronologico è stato Eljif Elmas, alle prese con un affaticamento muscolare alla coscia che verosimilmente lo terrà fuori dall'amichevole contro il Girona, la seconda di Castel di Sangro, in programma mercoledì 2 agosto alle 18.30. Lo stesso destino, ancora prima, era toccato a Stanislav Lobotka, il perno centrale di una linea mediana già piuttosto sguarnita alla luce di qualche casella da riempire sul mercato: il fronte dello slovacco sembra tuttavia quello più lieve, ma un suo utilizzo nell'imminente test pare improbabile proprio per evitare ricadute o comunque altri problemi che potrebbero diventare seri in vista di un inizio della stagione ancora lontano ma non lontanissimo. A tal riguardo, chi preoccupa è Mario Rui, che era uscito malconcio dall'amichevole contro la Spal, quella che aveva chiuso il ritiro di Dimaro: per il portoghese, nel vivo anche delle trattative per rinnovare il contratto, la diagnosi ha parlato di una distrazione di primo grado al retto femorale destro. Un verdetto pesante che rischia di privare Rudi Garcia di uno dei tasselli chiave della rosa in vista della gara di esordio del campionato, quella piuttosto ostica in casa del Frosinone. Se i timori che al momento albergano in casa Napoli dovessero essere confermati dai fatti, il forfait per il nuovo allenatore azzurro sarebbe uno di quelli più pesanti. Non tanto per la qualità in sé del giocatore, comunque di fatto uno degli elementi più sottovalutati dello scacchiere di Luciano Spalletti, quanto per il valore morale di uno dei veterano principali della rosa. Discorso che assume ancora più valore se si pensa al reparto in cui giostra Mario Rui: quella difesa che nelle scorse settimane è stata privata di Kim Min-Jae, il leader della cavalcata scudetto. Insomma, l'allarme in vista di Frosinone non è ancora rosso, ma di certo da qui al giorno della partita lo staff medico del Napoli farà di tutto per rimettere in piedi il terzino, uno dei tanti azzurri alle prese con un'estate forse più complicata del previsto sotto l'aspetto fisico. Il tutto con la speranza di Garcia che strada facendo l'infermeria non si affolli ulteriormente strada facendo. Il rischio c'è, alla luce dei carichi di lavoro imposti dal tecnico francese e di un calendario piuttosto fitto per quanto riguarda le amichevoli: un rischio a quanto pare calcolato e, in effetti, comune più o meno per tutte le formazioni in questa fase della preparazione fisica. Anche per un Napoli che fino a qualche stagione fa, sotto la gestione di un altro staff sanitario, era abituato bene dalla quasi totale assenza di infortuni muscolari.

Raspadori rinnova

 In effetti anche nella stagione dello scudetto questi problemi nel quartier generale di Castel Volturno non erano mancati. Ne sa qualcosa sulla propria pelle anche Giacomo Raspadori, che a un certo punto è sparito dai radar azzurri: tra l'altro proprio nella fase clou dell'annata. Il nastro va riavvolto fino a metà febbraio: all'epoca il Napoli era in lotta su più fronti, con la fuga in campionato che era già stata lanciata ma senza ancora lo sprint definitivo e il sogno Champions League più vivo che mai. I fatti avrebbero sorriso agli azzurri soltanto in uno dei due ambiti, con Raspadori che fu tirato fuori dai giochi per quasi 2 mesi a causa di una distrazione muscolare di secondo grado. Per l'ex Sassuolo, al momento del rientro in campo, arrivò la soddisfazione di apporre il sigillo quasi definitivo sullo scudetto con il gol all'ultimo respiro firmato in casa della Juventus: un'apoteosi nell'apoteosi che avvicinò di molto quella matematica che sarebbe maturata contro gli altri bianconeri, quelli dell'Udinese. In quella serata il gol decisivo per strappare il pareggio che sarebbe valso il titolo lo firmò Victor Osimhen, il trascinatore del tricolore, nonché il leader assoluto di un attacco che però ha anche altre frecce pronte a scoccare. Tra esse proprio Raspadori, il jolly che Spalletti stava cercando di plasmare come tale anche all'altezza della linea di centrocampo. Con l'addio dell'allenatore dello scudetto questi 'esperimenti' sono stati messi in cantina, ma quella che non è stata accantonata è la voglia del Napoli di continuare a contare su Raspadori. Voglia esplicitata dal rinnovo fino al 30 giugno 2028 appena firmato da un giocatore che, in effetti, veste l'azzurro da poco tempo: meno di un anno nel quale il classe 2000 ha saputo imporsi come valida alternativa e, per chi crede alle questioni legate alla cabala, come portafortuna. Chissà che il prolungamento del contratto di Raspadori, forse non quello al momento più auspicato da un'intera piazza, non faccia da apripista per altre firme ancora più prestigiose e attese. Il riferimento neanche tanto velato va alla questione legata al futuro di Osimhen, tanto rovente quanto delicato su più fronti. Il nigeriano è nel mirino di diversi top club europei e, ovviamente, anche della ricca Arabia Saudita, con la questione che potrebbe intrecciarsi tra le lusinghe del Paris Saint-Germain e quelle dell'Al-Hilal: nel mezzo i 'mal di pancia' di Kylian Mbappé, che potrebbero fungere da ago della bilancia. L'arrivo dell'entourage del bomber azzurro a Castel di Sangro sembrava il preludio alla firma su quel rinnovo che, almeno per quest'estate, chiuderebbe tutti i giochi. Invece, a sorpresa, arriva il prolungamento di Raspadori, la riserva di lusso che sogna ovviamente un ruolo sempre più centrale nel progetto azzurro. Ruolo che potrebbe essere garantito da Garcia, un allenatore che notoriamente ama i profili 'ibridi'. A remare dalla parte del classe 2000 potrebbe essere l'utilizzo del 4-2-3-1 in luogo di quel 4-3-3 tanto caro a De Laurentiis, che per una volta potrebbe essere costretto a fare un passo indietro.

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