Napoli, la coperta è corta: la difesa funziona, l'attacco no. E Ostigard allontana Perez

Il norvegese sugli scudi nello 0-0 dell'Olimpico al punto da mettere in bilico il trasferimento dell'argentino dall'Udinese

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
29 gennaio 2024
Lazio-Napoli, Ostigard in azione (Ansa)

Lazio-Napoli, Ostigard in azione (Ansa)

Napoli, 29 gennaio 2024 - Lo 0-0 maturato tra Lazio e Napoli probabilmente non sposterà di molto le valutazioni sul campionato di entrambe le squadre, né la loro classifica finale. Eppure, per gli azzurri i feedback arrivati dall'Olimpico sono rincuoranti almeno per quanto riguarda una difesa sempre più convincente: al punto da poter anche cambiare i piani di mercato proprio nelle ultime curve della sessione invernale.  

Ostigard allontana Perez?

  A spostare gli equilibri è stata la grande prestazione di Leo Ostigard, il migliore dei suoi, al cospetto dei biancocelesti: mai il norvegese, nella sua sempre balbettante avventura partenopea, era apparso così incisivo e concentrato come nelle ultime uscite, quelle in cui di fatto Walter Mazzarri ha varato in pianta stabile la difesa a tre. Insomma, a volte quando di mezzo ci sono giocatori giovani basterebbe concedere agli stessi più minuti e fiducia anziché emettere verdetti probabilmente prematuri. Certo, nel caso in esame, lo stesso ex Genoa finora in azzurro è ricordato più per errori, sbavature e disattenzioni che per partite degne della somiglianza fisica da molti notata con Fabio Cannavaro. Questa è la storia dell'assetto a quattro dietro, quello in vigore come un dogma a Fuorigrotta almeno fino a poche settimane fa. Con il nuovo modulo Ostigard sta convincendo tutti, ergendosi a ultimo baluardo di una retroguardia che potrebbe subire un ulteriore restyling dalla sessione tuttora in corso. Tutto sembrava spingere per l'arrivo di Nehuen Perez, per il quale era stato trovato l'accordo sulla base di 16 milioni più 2 di bonus con l'Udinese, che a sua volta nelle ultime ore era a caccia di un nuovo stopper, individuato in Matteo Lovato. Prima ancora, nel mirino del club friulano era finito proprio Ostigard che però, in caso di partenza in prestito, premeva per tornare al Genoa, la squadra dove finora si è consacrato a livelli altissimi salvo poi non confermarsi pienamente al Napoli. Poi il match dell'Olimpico, nel quale il norvegese è stato il migliore dei suoi, ha rallentato tutto a mo' di reazione a catena: Perez sembra improvvisamente destinato a rimanere all'Udinese, così come Lovato alla Salernitana e proprio Ostigard al Napoli. In realtà, la questione è più profonda e difficilmente affonda le sue radici in una sola partita, nella quale tra l'altro gli azzurri non hanno subito reti ma hanno comunque concesso divese occasioni alla Lazio, imprecisa e sfortunata in zona gol. A pesare in quello che potrebbe essere l'ultimo caso di mercato della sessione invernale pesa come un macigno anche la questione lista in casa Napoli, con l'eventuale arrivo di Perez che potrebbe spingere fuori proprio Ostigard. Senza contare che, in quella che si sta delineando sempre di più come una stagione di transizione, di investimenti corposi a metà strada ne sono stati fatti fin troppi da Aurelio De Laurentiis, che magari prima di osare ulteriormente vorrà avere chiaro il quadro in ottica futuro: le questioni aperte, tra le tante, riguardano il prossimo allenatore dopo la fine della gestione ad interim di Mazzarri e poi la qualificazione o meno alla prossima Champions League.

Attacco in crisi

  Qui, dopo le note positive, arrivano quelle dolenti: il punto racimolato all'Olimpico, importante a maggior ragione alla luce dell'emergenza affrontata (fuori gli squalificati Khvicha Kvaratskhelia e Giovanni Simeone, gli infortunati Alex Meret, Natan e Mathias Olivera, oltre a Victor Osimhen, impegnato in Coppa d'Africa, dalla quale è stato eliminato André-Frank Zambo Anguissa), non è servito a ridare slancio alla missione rimonta in classifica, con la top 4 che, al netto degli asterischi che abbondano in quella zona della graduatoria, dista 4 punti. Non solo le lunghezze: tra gli azzurri e la zona Champions si annida una giungla di squadre che fa da tappo. Il vero tappo però, al momento, è proprio il Napoli stesso, che per la terza volta dal ritorno in Serie A chiude una partita senza scoccare alcun tiro in porta. Insomma, un anno fa di questi tempi a Castel Volturno si aggiornavano e snocciolavano le statistiche in positivo: oggi si fa spesso l'operazione opposta. Anche la gara dell'Olimpico si insinua in questo contesto grazie a un xG (l'indice che riguarda gli expected goals nel corso di una partita) di appena 0,14 a fronte dello 0,41 della Lazio. Per entrambe, insomma, l'andamento offensivo è lento, con il Napoli a poter disporre dell'alibi delle diverse assenze nel reparto offensivo. Vero, così come è altrettanto vero che fin dal ritorno di Mazzarri gli azzurri non hanno trovato la via della rete in 8 partite su 14: dati che quindi vanno ben oltre le assenze per squalifica di Kvaratskhelia e Simeone. Il discorso è ovviamente diverso per Osimhen, forse l'unico giocatore ad aver mantenuto standard offensivi all'altezza della stagione precedente. Anche qui però il discorso si fa complicato, tra gli infortuni ricorrenti e, appunto, la lunga assenza per la Coppa d'Africa. Non solo: il nigeriano, dal ritiro della propria Nazionale, manda segnali non esattamente incoraggianti per il futuro, con De Laurentiis a confermarli tra realtà oggettiva e magari l'orgoglio di non lasciare le redini della questione a un giocatore. Al ritorno del bomber le parti si vedranno per provare a chiarire la situazione, ma prima in casa Napoli ci sono altre situazioni da provare a risolvere. Su tutte il rebus difesa: sferrare l'affondo buono per Perez, che avrebbe dovuto sostenere le visite mediche di rito proprio in questi giorni oppure tenersi stretto Ostigard, che potrebbe rinascere e diventare una sorta di nuovo acquisto a scoppio ritardato? Al momento tutto spinge verso questo secondo scenario anche per non intaccare una difesa, quella azzurra, che pare aver ritrovato i meccanismi dei giorni migliori. Ben diverso è invece il discorso legato all'attacco, letteralmente inceppato al di là dei singoli protagonisti in campo, con i volti nuovi, tra quelli estivi e invernali, che per ora sono riusciti a incidere. Insomma, la coperta in casa Napoli resta corta: sistemata la retroguardia, ora a preoccupare è una fase offensiva anemica.

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