Napoli, arriva il via libera anche di De Laurentiis: Mazzarri vara la difesa a tre

L'exploit con la Fiorentina ha convinto pure il patron, che per ora annulla il dogma del 4-3-3 e lo fa anche nel segno di un mercato di riparazione da leader

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
20 gennaio 2024
Walter Mazzarri (Ansa)

Walter Mazzarri (Ansa)

Napoli, 20 gennaio 2024 - Una vittoria per 3-0 è destinata a lasciare degli strascichi positivi, così come succede per il risultato opposto. Nel giro di poco tempo il Napoli ha vissuto entrambi i picchi: in principio ci fu il tonfo in casa del Torino, il punto più basso del ritorno in panchina di Walter Mazzarri e dell'intera stagione e poi il tris è stato rifilato alla Fiorentina in occasione della semifinale della Supercoppa Italiana. Se una debacle fa rumore, lo fa altrettanto, ma in positivo, un successo roboante che proietta gli azzurri con ritrovato ottimismo all'atto conclusivo del torneo di Riyad, dove troveranno l'Inter. E probabilmente lo faranno ancora con quella difesa a tre ritornata in voga e destinata a cambiare anche le sorti del mercato del club partenopeo.

Le mosse di De Laurentiis

Finora la palma di società più attiva nella finestra di riparazione spetta proprio a quella di Aurelio De Laurentiis, che però per sua stessa ammissione sa bene che muoversi tanto in inverno evidenzia ulteriormente gli errori commessi in estate. Nel caso del Napoli, lo sbaglio principale e ormai universalmente riconosciuto da tutti, patron compreso, è stato fidarsi ciecamente della squadra che aveva dominato lo scorso campionato, vincendolo con ampio anticipo e con uno scarto da record sulle altre. Mai basarsi totalmente sul passato: a maggior ragione quando di mezzo, prima dell'avvento del presente, ci sono centinaia di feste e celebrazioni, quelle che hanno regalato ai protagonisti dello scudetto un'immunità quasi totale. In quel 'quasi' si annidano le ultime contestazioni anche da parte della frazione più clemente del tifo azzurro che hanno sommerso tutti: compresi gli eroi del tricolore. Da qui l'urgenza di De Laurentiis di scatenarsi sul mercato, con un triplice obiettivo: lanciare un segnale alla propria piazza, un altro alle rivali per le posizioni più nobili della classifica e aumentare la concorrenza interna alla squadra, con la speranza che qualche titolarissimo si 'svegli' e che, in caso contrario, al suo posto siano pronte riserve di livello più alto di quelle precedenti. Queste sono le mosse del patron, che finora ha vestito di azzurro Pasquale Mazzocchi, Hamed Junior Traorè e Cyril Ngonge: il tutto in attesa dell'ufficialità del colpo in prospettiva Matija Popovic, che comunque prima di luglio non vedrà il centro tecnico di Castel Volturno. Con un acquisto per reparto De Laurentiis ha voluto puntellare la rosa ma anche lanciare un segnale a Mazzarri, non a caso 'pungolato' bonariamente ai microfoni di Sport Mediaset. "Al mister occorre tempo: ogni allenatore ha i suoi metodi per comunicare alla squadra e di certo copiare non è il modo migliore per emulare i risultati raccolti prima". Peccato che certe scelte, come l'utilizzo in pianta stabile a mo' di dogma del 4-3-3, siano figlie proprie delle imposizioni dall'alto del patron, che si trincera dietro il classico 'no comment' quando interrogato sulla vicenda legata all'acquisto di Victor Osimhen.

Le mosse di Mazzarri

 A parte il mutismo selettivo, ciò che emerge dalle parole concesse a Riyad da De Laurentiis è un'apertura al tanto agognato cambio modulo: apertura sia verbale sia, appunto, analizzando quanto portato finora a Castel Volturno dal mercato. Il primo indiziato in tal senso era stato Mazzocchi, pronto a fare il quinto di centrocampo: in questo modo Giovanni Di Lorenzo, un altro di quei giocatori involuti dopo l'exploit scudetto, si sposterebbe definitivamente in una difesa completata da Amir Rrahmani e Juan Jesus. Il tutto aspettando il rientro (non vicinissimo ma neanche lontantissimo) di Natan dall'infermeria e dichiarando quindi incedibile Leo Ostigard nonostanti le voci che lo davano vicino al ritorno al Genoa. Lo scenario in realtà si sarebbe potuto realizzare in caso di fumata bianca dal fronte Radu Dragusin, forse il principale sogno di mercato del Napoli e di gran parte dei top team italiani. Invece niente da fare e così, almeno per ora, meglio fare con ciò che già c'è in casa e che tanto male non è, come mostrato nel reparto avanzato da Alessio Zerbin. Qui si apre però un altro capitolo, che tra l'altro sta già dividendo opinione pubblica e addetti ai lavori: l'acquisto (piuttosto oneroso) di Ngonge spinge via per un altro giro in prestito al Frosinone il classe '99, che probabilmente, come dimostrato proprio a Riyad grazie a 2' di fuoco, avrebbe meritato più fiducia e minuti. Anche qui, invece, niente da fare e così il Napoli, ancora una volta, vira sull'esotico, regalandosi un nuovo esterno destro che a sua volta apre due riflessioni. La prima riporta la mente indietro all'estate, quando Hirving Lozano partì e al suo posto arrivò (e neanche a basso prezzo) Jesper Lindstrom, finora un'autentica delusione: sempre a meno di imminenti smentite da parte del danese, si è trattato di un altro errore da parte di De Laurentiis. La seconda è decisamente più attuale e riguarda invece Matteo Politano, il veterano eternamente in attesa di un rinnovo ancora congelato: senza firma, a sentire il suo procuratore Mario Giuffredi, l'esterno potrebbe partire subito, ascoltando quindi le sirene dell'Al-Shabab. In questo caso il Napoli perderebbe uno dei migliori realizzatori stagionali, nonché forse l'unico giocatore ad aver mantenuto un rendimento costante a quello dell'anno dello scudetto. Da qui la netta risalita dell'ipotesi permanenza, che però creerebbe un bell'affollamento sulla corsia destra. Sempre a meno di virate definitive (o quasi) verso altri moduli, con il 3-4-3 che potrebbe diventare la soluzione a ogni male ancora più del 3-5-2, finora il porto sicuro di Mazzarri in carriera. Adesso, dopo il rotondo 3-0 rifilato alla Fiorentina e in attesa di riscontri anche contro l'Inter, un ostacolo sulla carta ben più ostico, è arrivata anche la 'benedizione' di De Laurentiis: Mazzarri può, anzi, deve seguire le proprie idee (modulo compreso), dato che l'esperimento, voluto o meno, di copiare pedissequamente i dettami tattici che avevano portato allo scudetto, è ormai miseramente fallito.

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