Napoli, Kvaratskhelia e il tabù Milan: dai gol sbagliati all'eterno duello con Leao

Grandi motivazioni in vista del posticipo di domenica per il georgiano, che proverà a trascinare ancora gli azzurri come fatto contro il Verona

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
9 febbraio 2024
Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Napoli, 9 febbraio 2024 - Nella scorsa stagione, quella dello scudetto, le note dolenti in casa Napoli sono state davvero poche anche perché nel frattempo, in contemporanea alla cavalcata vincente in Serie A, il club partenopeo riusciva anche a migliorare il proprio rendimento storico in Champions League. Eppure, queste due competizioni così lontane hanno avuto un punto di contatto rappresentato dal Milan, forse l'unica squadra che un anno fa riuscì a guastare un po' la festa azzurra e, soprattutto, a minare definitivamente il rapporto tra Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti, come ricordato proprio dal patron appena pochi giorni fa in una delle sue ormai innumerevoli conferenze stampa al vetriolo. Colpa - se così si può dire - di quelle tre partite ravvicinate tra Napoli e Milan valide nell'ambito di Serie A e Champions League e se la sconfitta incassata dai futuri campioni d'Italia nel torneo domestico con il senno di poi si sarebbe rivelata un indolore incidente di percorso, quella patita nella competizione continentale più prestigiosa era destinata a rimanere scolpita nella testa di De Laurentiis per i rimpianti legati a un andamento stagionale, quello scorso forse più unico che raro. Insomma, apparentemente per gli azzurri (e forse per qualsiasi altra squadra italiana) non si riproporrà mai più una situazione analoga che vede un dominio così netto in Serie A da potersi concentrare esclusivamente sulla Champions League senza l'annosa paura di poter disperdere energie. Non solo le ambizioni di squadra e in particolare di un club che, si sa, punta sempre alla crescita sportiva e anche economica: il triplo confronto ravvicinato con il Milan, sempre nel contesto del tripudio dello scorso campionato, rappresentò anche il primo vero momento di difficoltà e flessione per Khvicha Kvaratskhelia, che uscì con le ossa rotte dalla sfida a distanza con l'omologo di ruolo Rafael Leao.

Kvara a caccia di riscatto

In realtà, al georgiano non è andata tanto meglio neanche nella gara di andata di questo campionato, quella chiusasi con un 2-2 ricco di rimpianti per entrambe le contendenti: in primis, ovviamente, per i rossoneri, che dilapidarono il doppio vantaggio messo a referto grazie a Olivier Giroud, sempre una sentenza contro il Napoli, nel contesto di un primo tempo (in particolare nella parte iniziale) a dir poco devastante per gli ospiti. Anche lo stesso Napoli in quella sera di fine ottobre lasciò l'amaro in bocca, perché la riscossa suonata da Matteo Politano prima e Giacomo Raspadori poi avrebbe potuto fare da preludio a un sorpasso che, con il senno di poi, poteva essere l'ultima occasione per restare in scia al treno che della lotta scudetto. Qui torna in ballo Kvaratskhelia, che proprio nell'azione conclusiva della partita gettò alle ortiche la chance di completare la rimonta sciupando un gol forse più difficile da sbagliare che da segnare. In realtà, l'errore del numero 77 non sarebbe stato un caso isolato. Sempre il famoso senno di noi, nel corso del prosieguo della stagione e a prescindere dalla presenza in panchina di Rudi Garcia o Walter Mazzarri, avrebbe infatti consegnato al campionato diversi altri errori del georgiano, inceppato sotto porta per demeriti propri e per le marcature sempre più serrate e raddoppiate delle difese avversarie. Insomma, tutto ciò che un anno fa riusciva a Kvaratskhelia in questa stagione sembra diventato quasi un tabù, con il Milan a rappresentare il comune denominatore tra le due annate diametralmente opposte all'ombra del Vesuvio. Eppure, il georgiano avrà dalla sua diverse armi per provare a ribaltare il trend domenica sera al Meazza. La prima conduce proprio all'impianto di San Siro che, sponda rossonera, sorride parecchio al Napoli, imbattuto da 10 anni: stavolta il tabù pende tutto dalla parte del Milan, che contro gli azzurri mastica amaro dalla stagione 2014-2015 nonostante il bilancio totale penda verso i padroni di casa per un parziale di 32 a 18. La seconda è legata proprio personalmente a Kvaratskhelia, reduce dalla gemma che ha risolto il complicato rebus chiamato Hellas Verona. Qui la palla torna in parte anche a Mazzarri, chiamato a scegliere l'abito con cui vestire il suo Napoli alla 'Scala del Calcio'. Le ipotesi sul tavolo sono diverse: si va dalla conferma dell'usato sicuro chiamato 4-3-3 all'accentramento del georgiano, che potrebbe avvenire con un 4-2-3-1 (modulo speculare a quello del Milan), con un 3-4-3 o con un 3-5-1-1. Questi discorsi al limite del tecnicismo di solito annoiano i tifosi e fanno felici gli addetti ai lavori, mentre nel caso di Kvaratskhelia sortiscono un po' quasi l'effetto opposto perché in ballo c'è la sfida a distanza con la stella Leao, diventata ormai quasi un cult nonostante la giovane età dei protagonisti in esame e dello stesso testa a testa. Dirottare sulla trequarti il georgiano, a maggior ragione alla luce della sottile benedizione di De Laurentiis, avrebbe due benefici per il diretto interessato e per il Napoli. Partendo da Kvara, verrebbe così in parte meno il duello con Leao e tutte le pressioni che potrebbe portare con sé per un giocatore che ha dimostrato di soffrire di ansia da prestazione. Passando agli azzurri, il risvolto positivo potrebbe riguardare l'intera fase offensiva, che attende ancora il miglior Kvaratskhelia per aumentare il fatturato offensivo personale del diretto interessato e del resto della truppa. Insomma, i piatti offerti dal menù di Milan-Napoli sono tanti: a cominciare dalle motivazioni legate alla classifica, con i rossoneri che si giocheranno una delle ultime chance per provare a rientrare nella lotta scudetto e gli azzurri che proseguiranno la loro scalata verso la zona Champions League. Magari ancora grazie a Kvaratskhelia, che ha voglia di imporsi nell'eterno duello con Leao anche per confermare i segnali di rinascita emersi contro il Verona pure al cospetto di una grande squadra, riportando così in auge un'altra critica frequente a lui rivolta nel passato ma soprattutto nel presente: quella di essere poco decisivo negli scontri diretti. A prescindere quindi dal tabù Milan.

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