Napoli, la grande chance di Simeone contro il Verona
L'infortunio di Osimhen spiana la strada al Cholito, che sogna l'exploit contro il suo passato
Napoli, 18 ottobre 2023 - Per molte squadre di Serie A avere un giocatore come Giovanni Simeone in panchina sarebbe un lusso, se non addirittura uno spreco: probabilmente a volte lo è stato anche per il Napoli, come hanno testimoniato le varie levate di scudi fatte da gran parte della piazza per spingere verso una coabitazione del Cholito con Victor Osimhen. Ora che quest'ultimo dovrà stare fermo ai box per diverse settimane, l'argentino potrà avere finalmente la sua chance per ritagliarsi un ruolo più da protagonista in maglia azzurra.
Simeone in vantaggio su Raspadori
In realtà, neanche con uno scenario simile Simeone ha il posto garantito. La recente (e turbolenta) sosta per lasciare spazio alle Nazionali, parlando delle vicende di casa Italia, restituirà a Rudi Garcia un Giacomo Raspadori ancora impiegato come punta centrale dal ct (nonché grande ex) Luciano Spalletti. A dirla tutta, a tal riguardo i riscontri non sono stati dei migliori, con il classe 2000 che continua a non avere quell'istinto da cecchino richiesto dal ruolo: praticamente la dote principale di Simeone, che da sempre mantiene una media-gol da urlo. Un Napoli che spesso, nella nuova gestione, non riesce a capitalizzare la mole di gioco prodotta ha bisogno proprio di un attaccante come il Cholito, non a caso spesso invocato dalla piazza per comporre un tandem sulla carta da urlo con Osimhen. Finora Garcia, a parte qualche scampolo di partita, ha avuto altre idee e dovrà giocoforza continuare ad averle ora che uno dei due protagonisti della vicenda (Osimhen) è indisponibile. Nel destino in azzurro del Cholito continua a esserci l'urgenza di guadagnarsi il posto nel confronto a distanza con un altro attaccante, ma stavolta la strada all'orizzonte sembra più spianata. Sempre per restare in tema di destino, probabile che la 'supplenza' di Simeone cominci con un tuffo nel passato: quell'Hellas Verona che probabilmente tuttora rimpiange quell'attaccante che trasformava in oro quasi ogni pallone. L'amore è stato lungo e reciproco, ma l'argentino non potrà farsi condizionare dal sentimentalismo proprio ora che c'è da lavorare sodo per risollevare le sorti del Napoli e per blindare la panchina di Garcia: il vero ordine di queste due priorità probabilmente lo conosce solo lo spogliatoio azzurro che però, va ribadito, la scorsa settimana ha votato la fiducia al tecnico francese, che nelle ultime ore sta cominciando a ricevere anche le prime sviolinate in pubblico. A esporsi, curiosamente, è stato Jesper Lindstrom, il nuovo oggetto misterioso della recente campagna estiva ora che Natan, più per esigenza che per scelta, ha cominciato a trovare il suo posto nello scacchiere del Napoli. Insomma, quando anche una riserva si schiera dalla parte dell'allenatore allora significa che lo spogliatoio è davvero unito e compatto per provare a uscire dalla crisi.
De Laurentiis ancora a Castel Volturno
Il problema però è che non si tratta del primo momento di affanno della gestione Garcia: il dettaglio non è sfuggito innanzitutto ad Aurelio De Laurentiis, che la scorsa settimana si è stabilito quasi in pianta stabile a Castel Volturno per monitorare gli allenamenti del Napoli e in particolare del tecnico francese. Il patron è tornato alla carica oggi con la medesima missione, sintomo che quindi non tutti i problemi sono stati risolti. Il primo è quello legato alla fiducia, l'ingrediente fondamentale di ogni rapporto che forse, tra le parti in causa, è venuto da tempo meno. Per la precisione, Garcia sa di non avere De Laurentiis dalla sua parte né in pubblico né in un eventuale confronto con lo spogliatoio e lo stesso De Laurentiis non è più così convinto (per usare un eufemismo) della scelta fatta appena pochi mesi fa. Eppure, in un contesto simile, incredibile ma vero, Garcia resta l'allenatore della squadra campione d'Italia, a sua volta già attardata in classifica in campionato. Nulla è ovviamente ancora compromesso: proprio il Napoli della scorsa stagione, con le dovute proporzioni, ha insegnato il potere di un filotto di vittorie consecutive. Per ingranare una marcia più potente servono però degli ingredienti che quest'anno sembrano latitare. Il primo, il più importante: l'armonia praticamente totale tra la squadra e una piazza molto esigente e mai facile da conquistare. Lo stesso Spalletti, all'alba della sua avventura in azzurro, aveva raccolto dei feedback molto negativi: con tanto di invito da parte della fetta calda del tifo di levare le tende. La cura in un rapporto non esattamente nato nel segno di un colpo di fulmine sono stati i risultati, forse l'unica arma a disposizione di un allenatore per blindare la propria panchina. In realtà, un maestro della comunicazione come Spalletti, aveva trovato un altro stratagemma per portare dalla sua la piazza: diversi motti che si sarebbero poi rivelati profetici, oltre a una serie di incontri con la stampa che avrebbero presto assunto i tratti quasi di racconti mitologici. Per diversi motivi è impossibile immaginarsi un approccio simile da parte di Garcia, che comunque nella sua precedente esperienza italiana aveva trovato un modo per consegnarsi alla storia della Serie A. All'epoca di mezzo c'era un violino che oggi suona note stridule e che in questa tumultuosa sosta ha rischiato addirittura di essere riposto via. Invece, in un modo o nell'altro, Garcia è rimasto in sella, ma i suoi problemi non sono finiti. Molti arrivano da un'infermeria di nuovo piena che però potrebbe offrire varie chance a diversi giocatori finora rimasti ai margini. Tra essi c'è proprio Simeone, che studia il colpo grosso contro il suo passato per suggellare al meglio il presente e magari anche per puntellare il futuro. L'anno dello scudetto è stato segnato anche dall'inevitabile riconoscenza verso tutti i protagonisti dello stesso: al termine di questa stagione, comunque vadano il campionato, a Castel Volturno molte cose potrebbero cambiare, con diversi giocatori che rischieranno grosso. Poi c'è chi come Simeone potrebbe voler andare a caccia di più spazio: quello che giocoforza troverà ora che il Napoli dovrà fare a meno di Osimhen. Per giunta nel momento più delicato.
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